SALUTE E BENESSERE

Convegno Cgil sulla sicurezza alimentare
Guidi (Confagricoltura): “la vera emergenza è la volatilità dei prezzi”

“L’agricoltura ha un compito fondamentale che è quello di produrre cibo per tutti, sicuro per i suoi aspetti di salubrità e di igiene, rispettoso dell’ambiente, tutto ciò in un contesto di competizione mondiale. Nel 2050 per soddisfare la richiesta di cibo nel Pianeta sarà necessario il 70% di produzione agricola in più, ma l’attuale riforma della Politica agricola comune non ne tiene conto. Dobbiamo far comprendere che produrre non è un tabù, come pare credere Bruxelles”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi intervenendo al convegno su “La sicurezza alimentare ed il ruolo dell’Europa” promosso da Cgil.
“C’è un modello produttivo europeo che va rivisto - ha proseguito Mario Guidi -. Fino ad oggi ha puntato ad un contenimento delle quantità, a quote produttive e limitazioni. E’ giunto il momento di dire che è superato, le aziende agricole devono tornare a produrre. Si può e si deve coniugare quantità e qualità, quantità e sicurezza”.
Il presidente di Confagricoltura ha spiegato come la normativa europea e nazionale, molto ferree, assicurino processi produttivi garantiti. “Controlli ferrei e procedure di rintracciabilità permettono di individuare immediatamente le anomalie ed a far sì che non entrino nel circuito alimentare - ha evidenziato -. L’Unione europea, nel corso degli anni, ha imparato a fronteggiare allarmi come quello della Bse, ed oggi abbiamo tutti gli strumenti per affrontare, fronteggiare e circoscrivere le eventuali situazioni pericolose”.
“La vera emergenza che deve trovare soluzioni adeguate è oggi quella della volatilità dei prezzi – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura -. I picchi clamorosi raggiunti a volte dalle quotazioni delle commodity confermano che il cibo non può essere considerato un bene qualsiasi. Eventi climatici, fenomeni speculativi, assenza di governance, non danno certezze e rendono instabili le quotazioni delle materie prime, danneggiando consumatori e produttori, e rende i paesi poveri ancor più poveri”.
“L’agricoltura va posta al centro delle politiche economiche - ha quindi concluso Guidi -. I bisogni primari che viene a soddisfare sono di fondamentale importanza e finora non lo si è compreso appieno. La rinnovata attenzione per un settore, che è primario di nome e di fatto, è il primo fondamentale passo verso il traguardo della stabilità, delle certezze che permettono poi di investire e di programmare lo sviluppo”.

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