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SALUTE
E BENESSERE
Ricerca scientifica inglese: Prosecco fa bene a cuore e cervello
Bevetelo! (Ma sempre con moderazione)
“Bevete ‘il Prosecco’, fa bene alla salute! Uno studio
‘from UK’ della Reading University, afferma che i “vini
bianchi con bollicine” favoriscono il benessere di cuore e cervello.
La ricerca, datata qualche tempo fa, e che non ha quasi per nulla fatto
parlare i media locali e nazionali, ha affermato che il vino Prosecco
è ricco di polifenoli, sostanze antiossidanti che permettono di
diminuire l’ipertensione e proteggono il sistema cardiovascolare.
Speriamo che ‘La notte della Ricerca’ sia l’occasione
per far parlare di questa importante scoperta”.
Così, dalle pagine di proseccobattistella.com, i viticoltori della
Casa spumantistica Battistella, produttrice di ‘Battistella, il
Prosecco’, affermano quanto utile il Prosecco sia nella cura e prevenzione
di alcune patologie. L’azienda trevigiana partecipa oggi (venerdì
23) a ‘La notte della ricerca’
di Padova con degustazioni ed analisi sensoriali. Ricercatori di tutta
Europa si danno appuntamento nella città del Santo per incontrare
il grande pubblico con workshop, incontri, spettacoli, visite guidate.
L’iniziativa, finanziata dalla Commissione Europea, ha come partner
le Università venete di Padova, Verona e Venezia. Il programma
è online alla pagina http://www.venight.it/it/padova_9.htm.
Presso lo spaccio aziendale in Via delle Comune 16 a Pianzano, Treviso,
la casa spumantistica produttrice di Prosecco offrirà a tutti i
winelover che faranno visita in azienda un calice di Prosecco e lo staff
si preoccuperà di veicolare l’importante risultato dello
studio inglese.
“ll gene “Dxs”, individuato dai ricercatori dell’Istituto
Agrario di San Michele all’Adige e che determina l’aromaticità
delle uve, è una tangibile scoperta di come la ricerca italiana
sia viva, seppur spesso trattata come settore di serie D, forse E.
Il problema sono sempre ‘i schei’, servono più fondi
alla ricerca, anche in enologia e viticoltura! UK docet” affermano
i Battistella.
Il secondo problema, soprattutto italiano, è che “quando
si introduce un linguaggio più complicato come quello della genetica
– afferma il professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti mondiali
di vitivinicoltura – il consumatore ha subito un atteggiamento di
sospetto, c’è paura della scienza. Dobbiamo superare questa
barriera, dando una maggiore informazione, con razionalità. Dovremo
fare sempre più i conti con il Dna, con la genetica, ma sono parole
che il consumatore ha paura di pronunciare, e dovremo fare in modo di
adattarle per far passare in modo positivo il messaggio del vino come
“prodotto tecnologico”, che vuol dire anche salubrità,
sicurezza, rispetto della salute”. (Sergio - www.newsbartenders.it)

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