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SALUTE
E BENESSERE
Mucca pazza: 10 anni dopo
Nel 2010 per la prima volta non si è verificato negli allevamenti
italiani nessun caso di mucca pazza a conferma dell’efficacia delle
misure di prevenzione adottate durante i dieci anni dall’inizio
dell’emergenza nel 2001 quando si scoprirono 50 casi. E’ quanto
è emerso nel corso dell’incontro “Mucca pazza: dieci
anni dopo”, promosso dalla Coldiretti e dalla Fondazione Univerde
il 9 marzo, a dieci anni dal varo delle misure emergenziali nazionali,
che ha confermato l’assoluta garanzia di sicurezza della carne italiana.
Dopo dieci anni la Bse è di fatto scomparsa dagli allevamenti
italiani per l'efficacia delle misure adottate per far fronte all'emergenza
come - sottolinea la Coldiretti - il monitoraggio di tutti gli animali
macellati di età a rischio, il divieto dell'uso delle farine animali
nell'alimentazione del bestiame e l'eliminazione degli organi a rischio
Bse dalla catena alimentare. Per le misure di sorveglianza “attiva”
sono stati spesi dal 2001 ad oggi oltre 6 milioni di test finanziati dallo
Stato italiano per un costo stimabile intorno oltre i 100 milioni di euro.
L’emergenza “mucca pazza” ha contribuito a spingere
nei dieci anni successivi i consumi di prodotti tipici degli italiani
che sono aumentati del 650 per cento per un valore che ha raggiunto i
7,5 miliardi di euro. E’ quanto è emerso nel corso dell’incontro
“Mucca pazza: dieci anni dopo”, promosso dalla Coldiretti
e dalla Fondazione Univerde il 9 marzo, a dieci anni dal varo delle misure
emergenziali nazionali, che ha evidenziato come nello stesso periodo si
sia verificato il raddoppio del numero di prodotti a denominazioni di
origine protetta (Dop/Igp) nazionali riconosciuti dall’Unione Europea
che ha consentito di sorpassare la Francia e di conquistare la leadership
europea con gli attuali 221 prodotti tutelati.
“La mucca pazza è stata uno spartiacque tra un modello di
sviluppo dell’agroalimentare rivolto solo al contenimento dei costi
ed uno attento alla qualità, all’ambiente e alla sicurezza
alimentare che si è affermato e ha permesso all’Italia di
conquistare la leadership in Europa”, ha affermato il presidente
della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “a cambiare
è stato anche il modello di consumo che si è arricchito
dei valori della eticità, della sostenibilità, della qualità
e della sicurezza”. Il cibo - ha precisato Marini - per il produttore
non è piu’ solo costo e per il consumatore non è piu’
solo prezzo. Una svolta che è stato sostenuta anche dalla Riforma
della Politica Agricola europea che dovrà presto affrontare nuovi
e decisi cambiamenti.
Dall’emergenza mucca pazza è emersa dunque – evidenzia
la Coldiretti - una agricoltura rigenerata attenta alla qualità
delle produzioni, alla salute, all’ambiente e alla tutela della
biodiversità come dimostra il fatto che, dopo aver rischiato l’estinzione,
si è verificato un aumento record del 39 per cento negli ultimi
dieci anni degli esemplari di bovini appartenenti alle cinque storiche
razze italiane con la presenza sul territorio nazionale di 147mila animali
iscritti al libro genealogico allevati in 5.366 stalle italiane. Di fatto
la mucca pazza ha determinato un deciso cambiamento dell’allevamento
italiano e "salvato dall'estinzione" - continua la Coldiretti
- l'intero patrimonio di razze bovine Made in Italy come la maestosa chianina
che ha avuto il piu’ elevato tasso di crescita e puo’ ora
contare su 46.553 esemplari, ma anche la romagnola (15.416 animali), la
marchigiana (52.344), la podolica (23.370) e la maremmana (9.212) il cui
numero era sceso progressivamente fino al 2000 in tutta la penisola.
La decisa svolta nei consumi e nella produzione verso sistemi di produzione
piu’ sostenibili è confermato dal fatto – sostiene
la Coldiretti - che il fatturato dei prodotti biologici in dieci anni
è triplicato passando da meno di un miliardo di euro del 2000 agli
oltre tre miliardi di euro attuali mentre si è piu’ che dimezzata
la presenza di residui chimici nella frutta e verdura, con i campioni
di frutta e ortaggi irregolari che sono scesi dal 2 per cento del 2000
ad appena lo 0,8 per cento attuali, rispetto alla media del 3,5 per cento
a livello europeo secondo il rapporto sul “Controllo ufficiale dei
residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale”
del ministero della Salute. Un risultato sostenuto da un sistema nazionale
di controllo da primato con oltre un milione tra le verifiche e le ispezioni
effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010, secondo la Coldiretti.
Tra Agenzie delle Dogane, Nas dei Carabinieri, Istituto Controllo Qualità,
Capitanerie di Porto, Corpo Forestale e Carabinieri delle Politiche Agricole,
Asl, ai quali si aggiunge l’attività degli organismi privati.
Con l’emergenza mucca pazza è anche iniziato in Italia un
percorso, sostenuto dalla Coldiretti, per garantire la rintracciabilità
delle produzioni dal campo alla tavola con un adeguato sistema di etichettatura
di origine che ha portato, in dieci anni, all'obbligo di indicare la provenienza
dal 1 gennaio 2002 per la carne bovina, all'arrivo dal primo gennaio 2004
del codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in
etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui
il miele è stato raccolto, dall'obbligo scattato il 7 giugno 2005
di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte
fresco, all'etichetta del pollo Made in Italy dal 17 ottobre 2005, all'etichettatura
di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008 che
è divenuta obbligatoria anche per l’extravergine di oliva
dal 1 luglio 2009. Ad oggi tuttavia – precisa la Coldiretti - circa
la metà della spesa resta anonima in attesa dell’attuazione
della legge nazionale sull’obbligo di indicare l’origine in
etichetta, approvata il 18 gennaio 2001, che prevede l’emanazione
di decreti per i singoli prodotti ancora mancanti.
L’esperienza mucca pazza provocata dagli effetti dell’uso
delle farine animali nell’alimentazione del bestiame, a lungo suggerito
dal mondo scientifico, ha anche rappresentato - conclude la Coldiretti
- un precedente importante per l’attuazione del principio della
precauzione nell’introduzione di nuove tecnologie nell’ambito
alimentare che di fatto ha contribuito ad evitare contaminazioni da Ogm
(Organismi Geneticamente Modificati) nell’agricoltura italiana.
(www.coldiretti.it)
EFFETTO MUCCA PAZZA SULLE TAVOLE
DEGLI ITALIANI DOPO DIECI ANNI
+ 650 % consumo di prodotti tipici per un valore di 7,5 miliardi
+ 200 % consumo di prodotti biologici per un valore di 3 miliardi di euro
+ 63 % quantità di carne chianina consumata
60 % residui chimici irregolari in frutta e verdura
50 % della spesa con etichettatura di origine
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
LA LEADERSHIP NEI PRODOTTI DOP/IGP
CONQUISTATA DALL’ ITALIA
2000 2004 2011
Italia 103 142 221
Francia 118 141 182
Totale 547 - 1000
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
I CIBI CON L'ETICHETTA CON L'ORIGINE
SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione di provenienza |
E quelli senza |
Carne di pollo e derivati |
Pasta |
Carne bovina |
Carne di maiale e salumi |
Frutta e verdura fresche |
Carne di coniglio |
Uova |
Frutta e verdura trasformata |
Miele |
Derivati del pomodoro diversi da passata |
Passata di pomodoro |
Formaggi |
Latte fresco |
Derivati dei cereali (pane, pasta) |
Pesce |
Carne di pecora e agnello |
Extravergine di oliva |
Latte a lunga conservazione |
Fonte: Elaborazioni Coldiretti |

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