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SALUTE
E BENESSERE
Salute: epidemia in Germania per i cetrioli spagnoli, “no”
agli allarmismi. L’etichetta tutela il “made in Italy”.
La Cia avverte che nel nostro Paese non c’è
alcun pericolo. I controlli sono validi e la provenienza del prodotto
è obbligatoria. Si potranno avere, invece, problemi per le esportazioni,
visto che i tedeschi hanno messo al bando tutte le verdure e gli ortaggi
freschi.
“No” agli allarmismi. Nonostante l’Italia importi ogni
anno poco meno di 10 milioni di chili di cetrioli dalla Spagna, non sussiste
nessun pericolo per le nostre tavole. I controlli delle autorità
preposte sono una garanzia. Non solo. L’etichetta, obbligatoria
per i prodotti ortofrutticoli, tutela il “made in Italy” e
permette ai consumatori un acquisto oculato e consapevole. E’ quanto
sostiene la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito alla psicosi
che si è diffusa in Germania per l’epidemia provocata dal
batterio Ehec (noto con il nome di Escherichia coli) riscontrato, appunto,
in partite di cetrioli provenienti dal paese iberico e che ha già
causato vittime e numerosi intossicati.
Ovviamente, l’allarme che si sta registrando in questi giorni nella
popolazione tedesca può avere effetti negativi per le nostre esportazioni
di ortaggi e verdure fresche in Germania, che nello scorso anno hanno
raggiunto i 500 milioni di euro. E questo perché -avverte la Cia-
i tedeschi, a seguito dell’epidemia, oltre ai tanto amati cetrioli,
guardano con estrema diffidenza a tutti i tipi di ortaggi.
E così i consumi stanno subendo un vero e proprio crollo: mense
aziendali, grandi catene di fast-food, supermercati e panetterie hanno,
infatti, messo al bando insalate e verdure crude. Un’esclusione
che ha addirittura colpito le produzioni biologiche. Un panico che ha
già avuto pesantissime conseguenze per gli agricoltori tedeschi
e che sta praticamente bloccando le importazioni. E anche per il nostro
agroalimentare suona, dunque, l’allarme.
La Cia invita, quindi, gli italiani a non farsi contagiare da ingiustificate
psicosi alimentari, come è, purtroppo, avvenuto negli anni passati.
Emergenze (vedi Bse, aviaria, “mozzarelle blu”, diossina)
che hanno determinato crolli verticali e che per l’agricoltura si
sono tradotti in danni di miliardi di euro. (www.cia.it)

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