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SALUTE
E BENESSERE
Batterio killer: Coldiretti, agricoltori Italiani in piazza
Persi 100 mln. Interessate 300mila aziende ortofrutticole
che offrono occupazione per 50 milioni di giornate di lavoro
Dopo i colleghi spagnoli scendono in piazza anche gli agricoltori italiani
con manifestazioni da Milano a Latina dove a Fondi, davanti all’ingresso
più grande mercato ortofrutticolo italiano (Mof), sono stati distribuiti
direttamente ai consumatori i prodotti ortofrutticoli invenduti a causa
della psicosi che coinvolge 300mila imprese ortofrutticole nazionali che
garantiscono proprio in questa stagione lavoro per 50 milioni di giornate.
La mobilitazione “antipanico” della Coldiretti, a sostegno
della qualità e della sicurezza alimentare Made in Italy, si è
resa necessaria dalla ripetuta diffusione di notizie risultate infondate
che hanno però provocato il cambiamento della dieta di un cittadino
europeo su tre (35 per cento), secondo Eurobarometro. E’ proprio
il danno agli agricoltori - sostiene la Coldiretti - l’unico dato
certo di tutta questa vicenda gestita nel completo caos tra errori, ritardi
e dannose approssimazioni a livello europeo.
L’Italia - sostiene la Coldiretti - è il principale produttore
di frutta e verdura dell’Unione Europea con 300mila aziende agricole
specializzate per una produzione attorno ai 25 milioni di tonnellate che
genera un fatturato di oltre 11 miliardi di euro e garantisce occupazione
per 50 milioni di giornate di lavoro. L’obiettivo della mobilitazione
- sottolinea la Coldiretti - è quello di superare la psicosi ingiustificata
che ha determinato il crollo negli acquisti a livello nazionale e all’estero,
ma anche quello di sostenere la richiesta italiana di risarcimento per
i 100 milioni di euro di danni subiti dal Made in Italy alimentare, a
seguito del crollo delle esportazioni e del calo dei consumi sul mercato
nazionale, in occasione del Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura dell'Ue
di Lussemburgo. I produttori nazionali - precisa la Coldiretti –
contestano anche lo stop tedesco generalizzato al consumo di verdure fresche
perché ormai è chiaro dalla localizzazione dell’epidemia
che il problema si è verificato in Germania e non riguarda le produzioni
degli altri Paesi che peraltro sono identificabili dall’obbligo
di indicare in etichetta la provenienza. Un doppio danno per i consumatori
tedeschi che sono costretti a rinunciare a prodotti sicuri che fanno bene
alla dieta e alla salute. Il rincorrersi di falsi allarmi ha alimentato
- continua la Coldiretti - una psicosi che ha anche offerto alibi a misure
protezionistiche ingiustificate come il blocco delle importazioni dalla
Russia con gravi danni economici.
Le conseguenze più gravi si sono avute per i cetrioli, ingiustamente
indicati inizialmente come responsabili, con crolli anche del 90 per cento,
ma un effetto traino negativo - sottolinea la Coldiretti - si è
avuto per l’intera produzione nazionale di verdure sui mercati interno
ed estero. A livello nazionale, il 43 per cento degli italiani, di fronte
ad una emergenza alimentare, evita gli alimenti di cui ha sentito parlare
per un certo periodo di tempo mentre il 13 per cento lo esclude definitivamente
dalla dieta con solo il 30 per cento che si preoccupa ma non cambia acquisti
e il 12 per cento che ignora l’informazione, secondo le elaborazioni
Coldiretti su dati Eurobarometro.
L’incertezza sta avendo effetti devastanti sui mercati con il danno
ai produttori agricoli che è l’unico elemento certo di questa
emergenza. Si registrano, infatti, disdette negli ordini anche perché
- precisa la Coldiretti - le produzioni olandesi prima dirette verso
la Russia vengono dirottate sui mercati europei come l'Italia a seguito
del blocco imposto da Putin. “L’Italia deve chiedere
i risarcimenti alle competenti autorità europee per i danni
economici subiti ingiustamente dai produttori di frutta e verdura nazionali”,
chiede il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che
“analoghe richieste sono già state formulate dal Portogallo
e dalla Spagna per i ritardi e le incertezze accumulati nell’affrontare
l’emergenza che hanno alimentato la psicosi”.
L’arrivo del batterio killer in Europa, a dieci anni esatti dal
primo caso di “mucca pazza”, fa salire a 5 miliardi i danni
provocati dalle psicosi nei consumi generati da emergenze alimentari,
vere e presunte, che si sono verificate nell’ultimo decennio, secondo
una stima della Coldiretti. Dalla mucca pazza all’aviaria, dal latte
cinese alla melamina a quello tedesco alla diossina, ma anche al grano
canadese all’ocratossina e all’olio di semi ucraino contaminato
da idrocarburi, gli allarmi provenienti dalle diverse parti del mondo
si sono moltiplicati negli ultimi dieci anni con pesanti effetti sull’economia,
anche se non sempre hanno fatto seguito problemi concreti. (www.coldiretti.it)

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