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SALUTE E BENESSERE
Prevenire tumori e cardiopatie
a colpi di pecorino
Basta alimentare le pecore con più erba fresca invece di foraggio
secco per ottenere latte e formaggi con straordinarie proprietà.
Lo prova uno studio dell’Università di Firenze
Firenze – Il latte di pecora, e quindi
il saporito formaggio pecorino caro alla dieta mediterranea, è
un importante fattore di prevenzione non solo contro le malattie cardiovascolari,
ma anche contro alcuni particolari tipi di tumore, soprattutto quelli
al colon e alla mammella.
Sono le implicazioni di una ricerca sulle qualità nutrizionali
di latte e derivati condotta in Toscana, sulle colline del Mugello, dall’equipe
del professor Mauro Antongiovanni, ordinario di Nutrizione e Alimentazione
Animale al Dipartimento di Scienze Zootecniche dell’Università
di Firenze. I risultati della ricerca saranno presentati ufficialmente
il 27 luglio a Cincinnati (Usa) al Congresso mondiale di Scienze Animali
e Scienze del Latte, organizzato dall’American Society of Animal
Science e dall’American Society of Dairy Science.
Il professor Antongiovanni ne ha intanto offerto un’anticipazione
a Firenze al convegno Alimenti e ricerca dalla produzione alla tavola:
qualità, tipicità e salute organizzato dal CeRA, il Centro
Interdipartimentale di Ricerca per la Valorizzazione degli Alimenti di
cui l’equipe di Scienze Zootecniche fa parte.
Analizzando il contenuto di grasso nel latte prodotto da un gregge di
pecore di razza sarda, Antongiovanni ha scoperto che semplicemente cambiandone
la dieta è possibile diminuire in misura sensibile (in media -40%)
la concentrazione di acidi nocivi (miristico e palmitico) e di aumentare,
altrettanto sensibilmente, quella degli acidi benefici: butirrico +15%,
e soprattutto CLA (acido linolenico coniugato o acido rumenico) + 500%.
L’acido miristico e l’acido palmitico sono grassi saturi considerati
fra i peggiori nemici della salute perché, fra l’altro, predispongono
alle malattie cardio-vascolari. L’acido butirrico è invece
un potente modulatore della microflora intestinale, previene i tumori
al colon e agisce da antidiabetico. Quanto al CLA è un acido noto
per le sue eccezionali proprietà salutari: previene la formazione
del colesterolo cattivo a favore di quello buono, contribuendo perciò
alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ha inoltre poteri antinfiammatori
e stimola il sistema immunitario in funzione antitumorale (carcinoma della
mammella, cancro del colon).
“La ricerca”, spiega il professore, “è durata
un anno circa. Per alterare positivamente le proprietà del latte
di pecora è stato sufficiente ristabilire una dieta a base di normale
erba fresca, invece di foraggio conservato com’è ormai consuetudine
nella maggior parte degli allevamenti. In sostanza è bastato tornare
alla natura, ossia far pascolare liberamente gli animali”.
In passato molti esperimenti analoghi sono stati fatti sul latte di vacca,
alimento completo di tutti i nutrienti (proteine, acidi grassi, lattosio,
minerali, vitamine) e diffusissimo in tutto il mondo anche in forma di
derivati (burro, formaggi, yogurt), dunque di grande importanza economica.
Il latte di pecora e il formaggio pecorino sono invece prodotti di nicchia
consumati per lo più in Toscana, Lazio, Sardegna e, all’estero,
in Grecia (la Feta) e poco in Spagna e Portogallo. Questa marginale diffusione
ha frenato fin qui anche le curiosità scientifiche, spesso più
attratte dal latte di capra in virtù del largo consumo che se ne
fa in molti paesi, Francia in testa.
Rispetto al latte di capra quello di pecora contiene, però, la
metà di grassi. Grazie alle più recenti acquisizioni della
scienza dell’alimentazione e alla ricerca del professor Antogiovanni
per CeRA, ciò che fino ad oggi è stato un deterrente (tutti
i grassi fanno male a prescindere) promette di calamitare sugli ovini
nuove interessate attenzioni.
C.eRA c/o Disat, Facoltà di Agraria
Piazzale delle Cascine 18, 50144 (Fi), tel. 055.3288245 email. segrcera@unifi.it
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