SALUTE E BENESSERE

Ortofrutta fresca tutti i giorni

E’ questo il messaggio destinato al consumatore finale che l’Unione nazionale tra le organizzazioni di produttori ortofrutticoli agrumari (Unaproa) intende divulgare con una campagna di sensibilizzazione cofinanziata dalla Comunità europea e supportata dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), giunta quest’anno alla seconda edizione. Riprendendo lo slogan coniato anni fa negli Usa “5 day colors away” laddove i colori rosso, giallo/arancio, verde, blu/viola e bianco indicano le varie tipologie di frutta e verdura, la campagna si articola in diverse fasi e in due tempi - stagione estiva, stagione invernale - di comunicazione, soprattutto advertising sui maggiori media, e di promozione-informazione, coinvolgendo alcune importanti insegne della grande distribuzione organizzata, canale presso il quale gli italiani acquistano ormai la maggior parte dei prodotti ortofrutticoli per consumi domestici, con una crescita esponenziale di quelli ad alto contenuto di servizio, ossia quelli di IV e V gamma, che nel 2004 hanno raggiunto un giro d’affari di 375 milioni di euro. Ad illustrare le modalità e puntualizzare gli scopi della campagna nel corso di una conferenza stampa, moderata da Livia Azzariti (volto noto della Tv), sono intervenuti Fabrizio Marzano, presidente di Unaproa, il nutrizionista professor Carlo Cannella (altro volto televisivo) che ha spiegato con un linguaggio accattivante i benefici dei prodotti ortofrutticoli, e il prof. Roberto della Casa dell’Università di Bologna, esperto di marketing e di consumi segnatamente del comparto ortofrutticolo che ha fornito cifre e indicato tendenze.
Per l’onor del vero va detto che la campagna varata lo scorso anno non ha prodotto risultati eclatanti, complice negativo, la stretta congiunturale che ultimamente si è fatta pesante in particolare nel nostro Paese, tant’è che i consumi di ortofrutta hanno mostrato il segno meno praticamente in tutte le tipologie. Va anche detto, tuttavia, che ultimamente i consumi alimentari stanno preponderatamente cambiando direzione dirigendosi (come Asa ha ampiamente scritto su questo sito nella rubrica “Percorrendo la filiera”) verso quelli extradomestici che sono invece in forte crescita per i mutati stili di vita e per le diverse condizioni di lavoro e dell’uso del tempo libero. Ebbene, salvo rari casi, bar, pizzerie, tavole calde e persino ristoranti sono oggettivamente avari nell’offrire prodotti ortofrutticoli freschi privilegiando altre portate. Da notare comunque con piacere, che si intravedono alcuni segnali confortanti da parte dell’industria che, seppure con ritardo, sta provvedendo a supplire con un’offerta di prodotti ad elevato contenuto di servizio che agevoleranno lo sviluppo dei consumi. (g.c.)