|
SALUTE E BENESSERE
Osservatorio Nazionale Nutrizionale
del Grana Padano
Evidenziare i principali errori nutrizionali e diffondere la cultura
della corretta alimentazione
Il Comitato Scientifico
dell’Osservatorio Nazionale Nutrizionale ha presentato al Circolo
della Stampa di Milano i primi risultati emersi dall’analisi effettuata
nel corso del 2004 su un campione di circa 8000 italiani, uomini, donne
e bambini, allo scopo di evidenziare i principali errori nutrizionali
e diffondere la cultura della corretta alimentazione. Obiettivo principale
dell’Osservatorio è ottenere una stima periodica (a cadenza
semestrale) delle effettive abitudini nutrizionali degli italiani, evidenziare
ove possibile le carenze di nutrienti strategici e mettere nelle mani
dei medici uno strumento aggiuntivo per una migliore anamnesi nutrizionale
del paziente e un miglior percorso terapeutico, che passa anche dagli
alimenti. L’Osservatorio Nutrizionale Nazionale è nato nel
2004 grazie alla collaborazione tra la Società Italiana di Medicina
Generale e la Federazione Italiana Medici Pediatri col sostegno del Consorzio
Grana Padano e coinvolge un centinaio di pediatri e più di duecento
medici di medicina generale con la costante supervisione di un board scientifico
multidisciplinare. Il presidente del Consorzio, Cesare Baldrighi, spiega
l’impegno dell’Osservatorio Nutrizionale come una tappa significativa
in una strategia di confronto che ritiene fondamentale: “ Educare
all’alimentazione è un investimento essenziale per i produttori
di Grana Padano: Il Consorzio sta seguendo questa strada secondo le indicazioni
del proprio comitato scientifico e in collaborazione con varie università
e centri specializzati. Da anni svolge inoltre una specifica attività
di informazione rivolta ai bambini e ai ragazzi, volta a far conoscere
le caratteristiche del Grana Padano e le differenze con altri prodotti
al di fuori delle tutele della dop. Ora, con la collaborazione con i medici
di FIMP e SIMG nell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano, intendiamo
mettere a disposizione dei consumatori, delle famiglie, di quanti si occupano
e si preoccupano di una corretta alimentazione, un patrimonio di conoscenze
e di esperienze unico e in grado di eliminare cattive abitudini che anche
in Italia potrebbero trasformarsi in un problema sociale”.
“E’ la prima volta – afferma Domenico Tiso, Coordinatore
Scientifico dell’Osservatorio – che si compie un’indagine
qualitativa sulla nostra alimentazione, analizzando, non solo quali cibi
ci sono sulle tavole degli italiani, ma soprattutto la loro composizione
in macro e micronutrienti.
I dati raccolti hanno permesso di evidenziare che, anche quando ci si
alimenta con la giusta dose giornaliera di calorie in rapporto all’attività
fisica, non sempre si arricchisce comunque l’organismo di quei nutrienti
essenziali che sono necessari al corretto accrescimento in età
pediatrica e alla prevenzione di molte patologie dell’anzianità,
come le cardiovascolari e le gastrointestinali, solo per citare quelle
che danno la maggiore incidenza di mortalità anche nel nostro Paese”..
Nel corso dei prossimi tre anni l’Osservatorio Nazionale Nutrizionale
Grana Padano, grazie alla sua rete di Pediatri di Famiglia e Medici di
Medicina Generale, proseguirà il monitoraggio delle nostre abitudini
alimentari, e segnalerà, con ravvicinate cadenze semestrali, i
trend nutrizionali degli italiani, continuando ad associare i nutrienti
assunti in difetto o in eccesso alle più diffuse patologie riguardanti
ogni classe di età e sesso. Oltre a essere un vero e proprio strumento
di lavoro per la Medicina di Famiglia, nell’ambito dall’attività
ambulatoriale quotidiana, l’Osservatorio costituisce quindi il termometro
degli stili alimentari e della nutrizione in Italia”.
Si mangia meno pasta e si beve poco latte, ma al Nord piace sempre più
l’olio d’oliva. L’assunzione di frutta, verdura, legumi
e cereali è mediamente insufficiente. Così come quella di
calcio, vitamina D e omega 3. E con l’obesità sale il rischio
di diabete, patologie cardiovascolari e gastrointestinali
La dieta mediterranea comincia a ‘scricchiolare’: considerata
una delle più salutari al mondo, in Italia ormai gli alimenti che
la costituiscono non sono più utilizzati al meglio. Gli italiani
mangiano solamente una porzione e mezza di pasta o pane al giorno, consumano
poco latte e fanno, invece, un discreto uso di frutta e ortaggi. Alcuni
componenti fondamentali della dieta mediterranea, poi, quali olio di oliva,
frutta e cereali sono adesso consumati maggiormente nelle Regioni del
Nord Italia rispetto a quelle del Sud. Il pesce è presente sulle
tavole degli italiani delle regioni meridionali più che settentrionali
(mediamente due porzioni e mezzo la settimana contro due nel Nord). Le
regioni del Centro risultano in testa per il consumo di carni rosse (quasi
5 porzioni settimanali) di carni bianche (poco meno di tre porzioni alla
settimana, dato di poco superiore a quello registrato al Nord) e anche
di legumi (quasi tre porzioni alla settimana).
I bambini e ragazzi (dai 3 ai 14 anni) confermano di gradire meno gli
ortaggi e la frutta rispetto agli adulti. Alle quasi 2,5 porzioni di ortaggi
e 1,7 di frutta per gli adulti corrispondono per i giovanissimi, rispettivamente
1,5 e 1,4 porzioni al giorno. Queste più giovani classi di età
consumano più pasta, pane, olio d’oliva e latte rispetto
agli adulti
Tra gli errori nutrizionali riscontrati più frequentemente dall’Osservatorio,
emerge innanzitutto un deficit nell’assunzione di calcio, vitamina
D e omega 3 rispetto ai valori raccomandati in tutte le fasce d’età,
ed una insufficiente quantità di fibra, la cui corretta assunzione
può mettere al riparo da alcune serie patologie. Il modesto consumo
di latte, intero o parzialmente scremato, limitato a circa una porzione
al giorno, contribuisce a spiegare la carenza di calcio. “Poiché
la mineralizzazione ossea si realizza prevalentemente durante l’età
evolutiva (tra i 10 e 14 anni nelle femmine e tra i 12 e i 16 nei maschi),
per mantenere la salute delle ossa e ridurre poi i rischi di osteoporosi,
è importante che i bambini vengano educati a mangiare alimenti
ricchi di calcio” avverte Claudio Maffeis, Docente di Pediatria
presso l’Università degli Studi di Verona e lui pure membro
del Board etico-scientifico dell’Osservatorio . Il calcio è
un nutriente essenziale per l’importanza che riveste nella formazione
e nel mantenimento della massa ossea, oltre che in tante altre funzioni
dell’organismo, sia in età pediatrica sia adulta. Nella prima
adolescenza: tra i 10 e i 14 anni nelle femmine, e tra i 12 e i 16 anni
nei maschi, il calcio è fondamentale in quanto è in questo
periodo che si forma il 45% circa della massa ossea definitiva. In questa
fase della vita più che in altre, è molto importante soddisfare
i fabbisogni giornalieri di questo minerale per prevenire l’osteoporosi
dopo i cinquanta anni. Tra i 10 e i 16 anni occorre quindi una dieta ricca
di calcio, per fare un esempio: un litro d’acqua che ne contenga
300 mg., 2 bicchieri di latte che apportano circa 300 mg., 150 gr. verdura
verde per un apporto di circa 90 mg., 30 gr. di formaggio grana per ottenere
quasi 360 mg., assumendo così 1.200 mg. di calcio che rappresentano
il fabbisogno giornaliero nella prima adolescenza.
Un Italiano su tre è sovrappeso, uno su sette obeso; la prevalenza
dell’obesità è maggiore nelle donne soprattutto nel
Sud Italia. Ma ovunque, nel sesso femminile, con l’aumentare dell’età
aumenta la percentuale di soggetti sovrappeso, e oltre i 60 anni le donne
‘normopeso’ sono solo il 37%. Tra le cause riconosciute, una
dieta troppo povera di fibra, frutta, verdura, legumi, e sbilanciata verso
cibi grassi fin dai primi anni di vita.
“La fibra alimentare - afferma Davide Festi, Ordinario di Gastroenterologia
presso l’Università degli Studi di Bologna e membro del board
etico-scientifico che supervisiona attività e dati dell’Osservatorio
Nutrizionale ‘Grana Padano’ - ha un ruolo fondamentale nella
dieta perché aumenta il senso di sazietà, migliora la funzionalità
intestinale, previene stipsi e diverticolosi e riduce il rischio di tumori
al colon-retto, di diabete e di malattie cardiovascolari. Per raggiungere
il valore raccomandato, di 30 grammi/giorno nell’adulto, è
auspicabile che venga ottimizzata l’assunzione di cereali, legumi,
verdure e frutta piuttosto che dare preferenza ai ‘concentrati’
di fibra. Un ulteriore apporto può essere assicurato dai cibi integrali
”.
“La distribuzione di peso in funzione dell’età conferma
come il problema dell’eccesso ponderale stia coinvolgendo progressivamente
anche le classi più giovani, un dato in linea con i risultati di
diversi altri studi epidemiologici” commenta Maffeis. “Il
numero dei bambini in sovrappeso e obesi mostra un andamento progressivamente
crescente dal Nord al Centro e al Sud del Paese, sia nei maschi sia nelle
femmine; fattori che variano tra sociali, culturali, climatici e di stile
di vita, oltre alla alimentazione, sono quindi coinvolti nello sviluppo
di un indice di massa corporea al di sopra dei valori di riferimento”.
Sergio Angeletti, moderatore della tavola rotonda ha concluso affermando
che non si devono dare diete, ma insegnare a nutrirsi. Evidenziare gli
errori non è sufficiente se non si insegna come evitarli. Un concetto
che considera essenziale la programmazione di un istituto che formi le
nuove generazioni attraverso un’istruzione gastronomica elementare
ma necessaria per accedere alle università rappresentate oggi da
“ accademie”, “ atenei “ e “ sodalizi “
che si rivolgono ad una fascia di consumatori “ maturi “ che
hanno già consolidato le loro preferenze. ASA – Associazione
Stampa Agroalimentare, propone il “ Ginnasio del gusto” :
corso propedeutico che i suoi giornalisti specializzati , con l’intervento
di esperti settoriali, sono disposti a tenere agli insegnanti delle scuole
elementari e medie affinché possano conoscere le basi della cucina
da trasmettere ai loro allievi per una corretta nutrizione.
Gianni Staccotti
|
|
|