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SCHEDE
CULATELLO
Nella
prestigiosa sede della Rocca di Soragna, celebre per la sua imponenza,
per la ricchezza dell'arredamento e per le opere d'arte che furono, attraverso
i secoli, patrimonio della famiglia Meli Lupi, feudataria del marchesato
di Soragna, si è tenuta la XXII assemblea dell'Eccellente Arcisodalizio
per la ricerca del Culatello Supremo.
Qui, nella "bassa parmense", nella pianura che scivola lentamente
dalla Via Emilia al Po, assolata d'estate, umida e con nebbie fittissime
d'inverno trova il suo "habitat" ideale il culatello: quello
casalingo, proveniente dalla cosce del suino allevato nei casolari degli
agricoltori della zona, che rappresenta, nel gran mare dei salumi, un
pezzo raro, chiamato anche "culatello vestito" . Infatti la
parte della coscia alta magra del suino viene insaccata in una vescica,
quindi legata e appeso nelle cantine a stagionare per 18 mesi. Il rito
della preparazione per la degustazione del culatello incomincia con la
liberazione delle corde che lo hanno imbrigliato per tanto tempo, la ripulitura
dalle muffe benefiche e l'immersione, avvolto in una pezza di lino, in
una bacinella colma di vino bianco per 6 giorni. Però, questa preparazione
ancorchémolto suggestiva, non è necessaria quando la corretta
stagionatura conferisca al culatello la giusta morbidezza per essere tagliatp
a metà e finalmente affettato in fette non sottili né spesse.
La prima citazione dei "culatelli senz'osso " risulta nel "Calmiero"
della carne porcina salata pubblicato dal Comune di Parma del 1735; anche
se Bonaventura Angeli nella sua " Historia della città di
Parma " cita fra i doni gli eccellentissimi culatelli offerti dai
conti Rossi di San Secondo al banchetto di nozze fra il loro rampollo
Andrea e Giovanna dei Conti di San Vitale nel 1322.
Allo scopo di recuperare e mantenere viva la tradizione culturale gastronomica
della civiltà di un territorio del tutto particolare come la "bassa
parmense" , incentivando la continuità, non
solo della fama, ma anche della migliore produzione del culatello, nel
1977 si è dato vita ad una confraternite che nel 1987 si è
ufficialmente costituita nell'
Eccellente Arcisodalizio per la ricerca del culatello supremo
Che esprime esamina dieci culatelli che un'apposita giuria ha scelto fra
quelli presentati dai produttori di questo famoso e gustoso prodotto dell'ingegneria
salumiera parmense, derivato dalla parte posteriore più magra della
coscia del maiale: quindi tutta carne con al centro una piccola rosa di
grasso spostata lateralmente che contribuisce a mantenere la giusta morbidezza.
Ognuno dei dieci culatelli, contrassegnati ciascuno da un numero corrispondente
al proprietario, il cui nome è conosciuto soltanto dal Presidente
delle giuria d'accettazione, vengono proposti a due differenti giurie:
la prima, composta dai membri dell'Arcisodalizio per l'assegnazione del
titolo di "Culatello supremo", l'altra, composta da invitati
dai fini palati e conoscitori del prodotto, assegna il titolo di "
Gran culatello". La scheda di votazione considera quattro caratteristiche:
aspetto; delicatezza, fragranza, persistenza di sapore al palato, per
ciascuno delle quali i giurati assegnano un punteggio, la cui somma rappresenta
il totale della scheda di votazione.
Quest'anno il Gran Maestro principe Diofebo Meli Lupi, con i Priori e
gli Arcisodali, visti i pareri espressi dalle due Giurie, hanno assegnato
il titolo di "Culatello supremo è stato assegnato a Antonio
Arrigo e quello di " Gran culatello " a Davide Ghezzi.
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