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SALUTE
E BENESSERE
Ridurre le calorie dei menu per bambini si
può: uno studio americano su 30 fast food di New York lo conferma
I bambini possono assumere meno calorie quando mangiano nei fast food,
se i menu sono studiati con intelligenza e se vengono introdotte le giuste
modifiche. Infatti i piccoli clienti mostrano di adattarsi e non tendono
a compensare la riduzione delle calorie mangiando altro. Questa la conclusione
di uno studio condotto dal gruppo di Brian Wansink, della Cornell University da
anni in prima linea nell’analisi dei comportamenti alimentari e
degli effetti di possibili cambiamenti delle abitudini degli americani,
e pubblicato su Obesity.
I ricercatori hanno voluto verificare se le variazioni introdotte
da McDonald’s nella composizione del menu “Happy Meal”
a partire dal 2012, abbiano comportato dei cambiamenti nelle scelte dei
clienti più giovani. Per fare ciò hanno analizzato tutte
le transazioni (in totale circa 230.000) effettuate in 30 ristoranti della
zona di New York.
Prima della primavera del 2012, gli Happy Meal era composto da un contorno
(mele o una porzione di patatine fritte), una pietanza a scelta (crocchette
di pollo, cheeseburger o hamburger) e una bibita (acqua, latte bianco,
latte al cacao o succo di mela). In seguito , quando le cose sono
cambiate, la porzione di patatine fritte ha portato ad una riduzione delle
caloire del 56% rispetto a prima, e a ogni menu è stata aggiunta
una porzione di mele. Nel complesso, il contenuto calorico del pasto per
bambini è stato ridotto di 104 calorie.
% (in calorie) rispetto a prima, e a ogni menu è stata aggiunta
una porzione di mele
La domanda posta da Wansink a questo punto riguardava il comportamento
dei più piccoli per capire se sono inclini a sostituire le oltre
100 calorie perse con altri cibi e bevande ipercalorici? La riposta è
no, almeno stando a quanto avvenuto nei 30 ristoranti. Bambini e ragazzi
non hanno modificato sostanzialmente le proprie scelte e anzi, hanno mostrato
una lieve tendenza al miglioramento, dovuto – secondo il ricercatore
– all’intensificazione della pubblicità del latte.
Il 99% dei clienti più piccoli ha continuato a ordinare quello
che ordinava prima, e gli ordini di crocchette di pollo (il piatto a minore
densità calorica tra i tre principali) sono rimasti stabili (62%
). Inoltre gli ordini di bevande dolci e gassate sono scesi dell’11%,
mentre quelli di latte bianco o al cioccolato sono aumentati del 22%,
fatto positivo poiché il latte sazia maggiormente e induce a mangiare
meno. Oltre a ciò, tra le modifiche apportate agli Happy Meal nel
2012 ricordiamo la sostituzione del latte parzialmente scremato (l’1%
di grassi) con quello scremato, che comporta un calo di 40 calorie
per porzione.
Quanto accaduto dimostra che l’introduzione
anche solo di piccole varianti non cambia in maniera sostanziale il menu
dei bambini e può dare un contributo importante alla lotta
all’obesità (100 calorie non sono poche, considerando
che negli Stati Uniti i bambini, come gli adulti, mangiano molto spesso
nei fast food).
Lapidaria la conclusione di Wansink: «Ridurre le calorie che assumono
i bambini quando mangiano nei fast food si può. Dipende dai gestori.
E allo stesso modo, a casa, dipende dai genitori».
(Agnese Codignola - www.ilfattoalimentare.it)
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