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SALUTE
E BENESSERE
Sicurezza alimentare. Stop dell'Ue alle importazioni di alcune varietà
di ortofrutta dall'India
E’ stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione
Europea la "Decisione di esecuzione" della Commissione del 24
aprile 2014 relativa a misure volte ad impedire l’introduzione e
la diffusione nell’UE di organismi nocivi per quanto riguarda alcuni
prodotti ortofrutticoli originari dell’India. A darne notizia Giovanni
D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione
da sempre impegnata anche nella tutela della salute e nella costante informazione
dei consumatori.
Il provvedimento segue numerosi controlli fitosanitari effettuati dagli
Stati membri sulle partite di alcuni vegetali e prodotti vegetali di origine
indiana che hanno più volte evidenziato la presenza di organismi
nocivi. Negli ultimi quattro anni il numero di partite contaminate è
cresciuto in maniera esponenziale.
La maggior parte delle notifiche riguardano le seguenti varietà
:
- Taro (o Colocasia Schott si tratta di una pianta che ha dei tuberi simili
alla patata e in Oriente è coltivata per ricavare farina e amido);
- mango (Mangifera L.);
- melone amaro (Momordica L.);
- la melanzana ( Solanum melongena L.);
- il serpentone o zucchetta cinese (Trichosanthes L.).
Gli audit svolti in India a cura della Commissione hanno evidenziato numerose
carenze nel sistema di certificazione fitosanitario indiano. Nonostante
le rassicurazioni la Commissione europea ritiene che tale sistema di certificazione
non è sufficiente a garantire che le partite di queste varietà
vegetali siano indenni da organismi nocivi e quindi a fronteggiare il
rischio di introduzione nell’UE attraverso l’importazione
dei prodotti sopracitati.
Con la decisione di esecuzione del 24 aprile viene vietata l’introduzione
nel territorio dell’UE di vegetali di Colocasia Schott (ad eccezione
delle sementi e delle radici) e di vegetali di Mangifera L., Momordica
L., Solanum melongena L. e Trichosanthes L., (ad eccezione delle sementi)
originari dell’India. Le misure indicate resteranno in vigore fino
al 31 dicembre 2015. (www.sportellodeidiritti.org)
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