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SALUTE
E BENESSERE
In Italia troppo poco iodio, il 12% soffre
di gozzo
L'aria di mare non basta. Pesce, molluschi,
crostacei, uova e latte sono alimenti ricchi di iodio. Usare sempre
poco sale ma iodato
Il 29 per cento circa della popolazione
mondiale è esposta alla carenza di iodio e in Italia il 12 per
cento della popolazione è affetta da gozzo. Sono i dati più
recenti elaborati dall'Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della
Iodoprofilassi in Italia, il cui coordinamento è stato affidato
all'Istituto Superiore di Sanità.
"Questi dati - ha detto Antonella Olivieri del dipartimento di biologia
cellulare e neuroscienze dell'Istituto Superiore di Sanità - pur
evidenziando un miglioramento dell'assunzione di iodio a livello di popolazione
rispetto al passato, confermano il persistere in Italia di una carenza
iodica che, seppure non severa, determina ancora un'alta frequenza di
gozzo e di altri disordini correlati".
Iodio costituente fondamentale degli ormoni tiroidei
Le conseguenze della carenza nutrizionale di iodio costituiscono ancora
oggi un grave problema sanitario e sociale. Le dimensioni epidemiologiche
delle conseguenze della iodocarenza sono giustificate dal fatto che gli
effetti negativi di questa carenza nutrizionale si possono verificare
in tutte le fasi della vita. Lo iodio, infatti, è il costituente
fondamentale degli ormoni tiroidei, i quali svolgono un ruolo determinante
nelle fasi dello sviluppo e dell'accrescimento, come pure nel mantenimento
dell'equilibrio metabolico dell'organismo adulto.
150 milioni di euro l’anno a carico del SSN
In Italia si stima che più del 10% della popolazione si ammala
di gozzo, con circa 50 ricoveri ogni 100mila abitanti e un impatto economico
sul sistema sanitario nazionale di oltre 150 milioni di euro all'anno.
Scoperti iodocarenti anche tra bambini italiani
È stata quindi analizzata la concentrazione urinaria di iodio su
campioni estemporanei di urine di bambini in età scolare reclutati
dagli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo. I dati
raccolti negli ultimi tre anni hanno mostrato che in 6 delle 9 Regioni,
che hanno partecipato allo studio i valori mediani di ioduria, sono ancora
al di sotto di 100 g/L, valore indicato dalla World Health Organization,
quale soglia al di sotto della quale la popolazione esaminata viene identificata
come iodocarente.
Alimenti consigliati contro il gozzo
Contro un aumento di volume della tiroide, 'sirena d'allarme' di una carenza
di iodio, l'aria di mare non serve, spiegano gli esperti, perché
lo iodio bisogna mangiarlo. Gli alimenti ricchi di iodio sono: pesce,
molluschi e crostacei. Ricordare inoltre di utilizzare poco sale, ma iodato.
Ottimi anche uova e latte, una tazza al giorno contribuisce in maniera
significativa al fabbisogno iodico giornaliero. Non ci sono invece differenze
tra latte fresco e a lunga conservazione, né tra intero e scremato.
Durante la gravidanza e l'allattamento, cioè quando il fabbisogno
di iodio aumenta, è importante assumere specifici integratori contenenti
iodio.
Perdita di iodio in base alla cottura
Nella preparazione del cibo, avvertono gli esperti, il contenuto di iodio
si riduce del 20% con la frittura, del 58% con l'ebollizione e del 23%
con la cottura alla griglia, con una media calcolata pari al 30%.
Alimenti iodati
In commercio ci sono formulazioni di sale iodato protetto che non risentono
di queste perdite. Inoltre "ad oggi sono in commercio patate e carote
iodate che possono contribuire al raggiungimento del fabbisogno di iodio,
soprattutto in un'ottica di riduzione globale del consumo di sale".
E "nei prossimi anni saranno disponibili una serie di nuovi
alimenti iodati", precisano gli specialisti della Società
italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica.
Integratori
Sono anche disponibili in commercio integratori contenenti quantità
variabili di iodio sotto forma di capsule molli che possono fornire
dal 15% al 150% della razione alimentare giornaliera.
(www.rainews.it)
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