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SALUTE
E BENESSERE
Prolungare la scadenza delle uova contro lo
spreco alimentare? L’Efsa dice no, aumenta il rischio di salmonellosi
Il rischio di contrarre la Salmonella mangiando uova potrebbe aumentare
quando la la data riportata sull’involucro viene stata superata.
È questo il parere scientifico diffuso dall’Efsa ( Autorità
per la sicurezza alimentare europea) a fine luglio, in risposta ad una
richiesta dalla Commissione Europea, che aveva espresso l’intenzione
di ridurre lo spreco alimentare, modificando l’intervallo di validità
di alcuni prodotti alimentari. Attualmente la data di scadenza delle uova
è duplice. La prima riguarda l’intervallo di commercializzazione
riservata ai venditori (caratterizzata dalla scritta “da vendersi
entro il…”), che permette al negozio di esporre le confezioni
di uova sugli scaffali fino a 21 giorni dopo la deposizione. La seconda
data si caratterizzata dalla scritta “da consumarsi preferibilmente
entro…” è impressa sul guscio ed ed è
fissata 28 giorni dopo la deposizione.
«L’Efsa ha espresso il suo parere scientifico riferito
al rischio di contaminazione da Salmonella Enteridis considerato
il batterio responsabile del maggior numero di focolai di infezioni trasmesse
dalle uova e – commenta Antonia Ricci, membro del panel Biohaz dell’
EFSA e direttore del Centro di referenza nazionale e laboratorio di referenza
OIE per le salmonellosi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
delle Venezie – ora la questione passa nelle mani della Commissione
Europea che dovrà decidere come comportarsi. Una possibilità
è che venga eliminata la data per i commercianti, lasciando per
tutti il limite dei 28 giorni dalla deposizione, in modo da evitare confusione».
In questo scenario il rischio di tossinfezione aumenterebbe del 40% quando
le uova vengono consumate crude e lievitano al 50% quando sono leggermente
cotte. L’analisi dell’Efsa ha preso in considerazione un intervallo
di tempo fino a un massimo di 42 giorni per data di vendita riservata
ai venditori e di 70 giorni per quella di consumo. Esaminando il
prolungamento dell’intervallo di conservazione si è notato
che le uova iniziano a deteriorarsi e che il rischio è tre volte
maggiore.
I fattori che aumentano il rischio di salmonellosi sono il tempo e la
temperatura. «Il rischio aumenta con il passare dei giorni –
spiega Antonia Ricci – perché la membrana dell’uomo
si deteriora e la Salmonella trova le sostanze nutritive necessarie per
crescere e replicarsi. Per prolungare il tempo che intercorre tra la data
di deposizione e consumo si può agire sulla temperatura di conservazione.
Se le uova fossero refrigerate sia quando sono in negozio sia quando sono
portate a casa, potrebbero conservarsi fino a un massimo di 3 settimane
in più rispetto alla data attuale. Oggi però il 70-80% delle
uova vendute sugli scaffali dei supermercati sono tenute a temperatura
ambiente, mentre a casa si tengono in frigorifero e questo comporta una
riduzione dell’intervallo di consumo. Se il 100% di uova venisse
conservate in ambiente refrigerato sia in negozio sia a casa, sarebbe
possibile aumentare l’intervallo di scadenza con più
sicurezza».
Ci sono altri accorgimenti utili da seguire in casa: per preparare
il tiramisù o la maionese esistono in commercio uova freschissime
(extra fresche), che sono vendute entro una settimana dalla deposizione.
I piatti preparati con uova crude andrebbero conservati sempre in frigorifero
e consumati rapidamente. Un’alternativa interessante consiste nell’impiego
di uova pastorizzate in vendita in bottiglie nei supermercati, che hanno
la stessa resa, ma sono sicure. «La salmonella – ricorda
Ricci – viene inattivata a 72°C per pochi secondi. Siamo certi
che non ci sia più pericolo quando il tuorlo è solido. L’uovo
sodo è quindi sicuro, mentre altri tipi di cottura possono essere
più a rischio».
(Eleonora Viganò - www.ilfattoalimentare.it)
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