SALUTE E BENESSERE

I ristoranti americani dovranno indicare le calorie dei pasti

La legge entrerà in vigore presto, ma le polemiche non si placano

Molte persone non sanno che, prendendo una porzione grande di pop corn e una bibita zuccherata, possono assumere fino a 2.000 calorie
Teatri e cinema, le associazioni dei proprietari di sale in questi anni hanno fatto molte pressioni per essere escluse dalle nuove regole, e nella versione del 2011 sembravano aver vinto, poiché non erano comprese nelle categorie obbligate. Nel frattempo, tuttavia, le associazioni di consumatori si sono opposte, sostenendo che in molti  posti si vende solo cibo dannoso per la salute, e  il cliente deve saperlo. Su tutti, il Center for Science in the Public Interest che, per bocca di Margo Wotan, ha dichiarato: “Molte persone non sanno che, prendendo una porzione grande di pop corn e una bibita zuccherata, possono assumere fino a 2.000 calorie, cioè più calorie di quante ne sono previste in un intero giorno, anche perché i cibi venduti vengono sempre chiamati “snack”, un nome che confonde. Se un teatro o un cinema vende uno “snack” da 2.000 calorie, il consumatore ha il diritto di saperlo”.
 
Aerei e treni: Nella versione del 2011, aerei e treni erano stati esclusi dall’obbligo di indicare le calorie, e la FDA sembra orientata a perseverare nella deroga, visto che “l’attività principale di queste aziende non è la vendita di cibi e bevande” e che “non si presentano principalmente come catene di ristorazione”. Nelle esenzioni dovrebbero rientrare, per gli stessi motivi, gli impianti sportivi, i parchi di divertimento e gli hotel, a meno che in essi non vi siano negozi gestiuti dalle  grandi catene di ristorazione.
 
I distributori automatici saranno probabilmente obbligati a esibire il conteggio calorico dei prodotti
Distributori automatici, i distributori saranno probabilmente obbligati a esibire il conteggio calorico dei prodotti, anche se le aziende del settore si sono lamentate e hanno chiesto maggiore flessibilità, soprattutto per i rivenditori più piccoli. Secondo la National Automatic Merchandising Association, le nuove indicazioni costeranno almeno 42.000 dollari all’anno per ciascuna azienda, una cifra troppo alta, soprattutto per le piccole realtà.
 
La situazione è complessa e, come sempre, si scontrano interessi contrapposti, in parte legittimi e in parte pretestuosi. La nuova legge, che sarà resa nota tra poche settimane, rappresenterà con ogni probabilità un punto di svolta, e sarà  studiata anche da altri paesi che stanno facendo riflessioni analoghe su come rendere i consumatori più consapevoli e convincerli a mangiare  meno e meglio, evitando anche molti sprechi.
 
(Agnese Codignola - www.ilfattoalimentare.it)



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