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SALUTE
E BENESSERE
Arsenico nell’acqua a Roma, Consumatori sul piede di guerra
Esplode il caso dell’arsenico nell’acqua in alcuni quartieri
di Roma Nord. Negli ultimi giorni associazioni di cittadini e di consumatori
hanno lamentato il ritardo nel dare l’allerta, mentre da due anni
sulle bollette delle utenze è riportata la dicitura “acqua
non potabile”. Troppo poco per le associazioni dei consumatori,
che sono sul piede di guerra. Il Codacons ha deciso di depositare un esposto
in Procura, Konsumer Italia preannuncia azioni collettive e Federconsumatori
chiede una campagna tempestiva di informazione.
Durissimo il Codacons contro il Comune di Roma per la vicenda dell’arsenico
nell’acqua nei municipi XIV e XV. “Abbiamo deciso di depositare
oggi un esposto in Procura affinché siano verificati eventuali
ritardi od omissioni da parte dell’amministrazione capitolina nelle
informazioni rese agli utenti – afferma il presidente del Codacons
Carlo Rienzi – Nello specifico vogliamo che la magistratura accerti
se la salute dei cittadini sia stata garantita e se la tempistica seguita
dal Comune nel diramare l’allarme sia stata congrua”.
Ma il Codacons chiede anche provvedimenti a tutela dei residenti delle
aree dove l’acqua risulta contaminata da arsenico. “I cittadini
coinvolti dal problema devono essere esentati dal pagamento delle tariffe
idriche, fino a che l’acqua non tornerà potabile –
spiega Rienzi – Comune e Asl devono inoltre disporre in favore di
costoro analisi del sangue gratuite, volte a verificare la presenza nell’organismo
di metalli tossici pericolosi per la salute umana”.
L’Assessorato allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione
Urbana ha precisato che il divieto di utilizzo di acqua per il consumo
umano emesso tramite ordinanza del 21 febbraio 2014 riguarda circa 500
utenze in alcune aree dei municipi XIV e XV. Si tratta di utenze con allaccio
agli acquedotti rurali dell’agenzia regionale Arsial: Malborghetto,
Brandosa, Casaccia, Casal di Galeria, Monte Oliviero, Piansaccoccia, Camuccini.
Le aree interessate dal divieto, precisano dal Campidoglio, sono Malborghetto
(XV Municipio), aree ex ente Maremma di Osteria Nuova (XV Municipio),
Santa Maria di Galeria (XIV Municipio), Tragliatella (XIV Municipio),
Piansaccoccia (XIV Municipio), alcune aree del consorzio di Cerquette
Grandi (XIV Municipio) mentre non sono interessate dal provvedimento i
quartieri di Labaro, Primavalle e Giustiniana. Spiegano ancora dal Comune
di Roma che “il provvedimento è stato adottato in base ad
un principio di precauzione ed è volto ad intervenire su una situazione
nota che riguarda la riqualificazione degli acquedotti rurali per adattare
l’acqua erogata alla modifica dei parametri europei. L’agenzia
regionale Arsial rende noto che da due anni sulle bollette delle proprie
utenze è riportata la dicitura ‘acqua non potabile’.
L’ordinanza prevede che l’Arsial provveda ad assicurare il
rifornimento alle utenze interessate a partire dalle prossime ore”.
Certo non sono rassicurazioni che placano gli animi. Afferma Fabrizio
Premuti, Presidente Konsumer Italia: “E’ necessario indagare
a fondo le responsabilità che hanno costretto il Sindaco Marino
ad emanare l’ordinanza in cui si vieta l’uso dell’acqua
per ogni attività domestica nelle zone nord di Roma, responsabilità
che, se accertate, vanno risolte con il cambio immediato dei vertici della
Società regionale Arsial e la loro denuncia all’autorità
giudiziaria. E’ inammissibile che per due anni l’avviso di
non potabilità sia stato affidato ad una semplice scritta sulle
bollette, è altrettanto inammissibile che i cittadini romani, oltre
ad aver usato impropriamente acqua contaminata, abbiano sempre corrisposto
ad Arsial pagamenti pari alla fornitura di acqua potabile. Chiediamo l’immediata
riduzione del costo della fornitura commisurato all’effettiva prestazione
garantita all’utenza e la restituzione ai cittadini delle somme
corrisposte fino ad oggi e non dovute”. Konsumer Italia preannuncia
sin da ora azioni collettive nei confronti di Arsial sia per il ristoro
delle somme indebitamente richieste ed ottenute, sia per il danno alla
salute, se accertato, cagionato ai cittadini romani.
Federconsumatori a sua volta denuncia la mancanza di un’adeguata
informazione per i cittadini di Roma Nord. “Oltre al danno si aggiunge,
ancora una volta, la mancata trasparenza e la scarsa informazione nei
confronti dei cittadini. Per questo il primo passo da compiere, oltre
ad offrire soluzioni valide e provvedere allo stato di salute delle famiglie
colpite da inefficienza amministrativa e tecnica, è quello di avviare
una tempestiva campagna di informazione rivolta ai cittadini interessati
– afferma l’associazione –Non basta, infatti, attivare
le autobotti per il rifornimento dei residenti nei due municipi. In tempi
brevissimi bisogna dare le massime garanzie ai cittadini interessati,
avviando controlli mirati e costanti per la salute pubblica. L’amministrazione
deve assumere impegni precisi sia in termini di messa a norma degli acquedotti
incriminati che di manutenzione degli stessi. È necessario, inoltre,
tenere costantemente informate le famiglie sulla gestione dell’emergenza”.
(www.helpconsumatori.it)
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