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SALUTE
E BENESSERE
L’abuso e gli eccessi legati all’alcol
sono un pericolo anche nei cieli
Dal 2008 gli incidenti a bordo degli
aerei sono aumentati del 700% e le compagnie aeree pensano a scelte drastiche,
come il divieto assoluto di servire drink a bordo ...
L’abuso e gli eccessi legati
all’alcol, ormai, non riguardano più solo le strade, ma anche
i cieli. Il problema, a bordo degli aerei, non ha certo a che fare con
i piloti però, quanto con i passeggeri, le cui continue intemperanze
hanno fatto suonare il campanello d’allarme tra le compagnie aeree.
Preoccupazione legittimata da numeri che non lasciano spazio a grandi
dibattiti o interpretazioni: dal 2007, gli incidenti gravi a bordo sono
stati ben 15.000, con un aumento degli episodi pericolosi, dal 2008, del
700%, tanto che se il 42% dei dirottamenti è dovuto a problemi
tecnici, il 10% è causato dal degenerare di episodi di ubriachezza,
che puntualmente finiscono sui giornali.
A volte derubricati a note di colore, altre stigmatizzati come fatti gravi,
è difficile elencarli tutti: nel 2011 fu l’attore francese
Gerard Depardieu a far parlare di sé, sceso barcollando dopo un
viaggio assurdo sulla rotta Dublino-Parigi, ma non è certo l’unico,
e forse i vicini di seggiolino peggiori sono i tifosi del calcio di ritorno
da una trasferta. La soluzione, per le compagnie, potrebbe essere drastica,
ed arrivare al divieto di servire bevande alcoliche a bordo della propria
flotta, decisione già presa dalla Aeroflot, e vagliata adesso da
tanti altri, nella consapevolezza di scontrarsi con un business grande
e potente come quello degli spirits, “padroni” nei duty free
degli aeroporti di tutto il mondo, dove macinano fatturati spaventosi.
Eppure, la maggior parte dei problemi nasce proprio lì, a terra,
dove i passeggeri si riforniscono di ogni sorta di superalcolici (molto
meno di vino), per poi imbarcarsi a volte già brilli. E allora,
la soluzione condivisa, che dovrebbe scaturire da un incontro tra i player
dei cieli mondiali di scena nelle prossime settimane a Montreal, potrebbe
essere quella di intensificare le misure di prevenzione a terra, creando,
proprio come ha fatto la Aeroflot, delle black list di persone “indesiderabili”,
limitando il servizio a bordo. Un peccato per chi, senza esagerazioni,
è abituato ad allietare le proprie trasvolate oceaniche con un
bicchiere di Champagne, ed una “punizione” severa per tutte
quelle aziende del vino, anche italiane, che negli ultimi anno hanno puntato
sull’esclusività della business class per farsi conoscere,
bere ed apprezzare. (www.winenews.it)
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