SALUTE E BENESSERE

Con crisi tavola più salata, poveri consumano più sale
Il consumo cresce al diminuire del livello socioeconomico

La crisi economica rende più salata la nostra tavola, e a farne le spese sono soprattutto gli individui di livello socioeconomico basso (il grado socioeconomico riflette il livello relativo di povertà).
Lo rivela uno studio condotto dall'italiano Francesco Cappuccio della Warwick Medical School pubblicato sul British Medical Journal Open: al diminuire della scala socioeconomica di un individuo (basata su professione e livello di istruzione) aumenta il consumo di sale. ''Lo studio si riferisce a dati inglesi ma i risultati sono verosimilmente validi anche per l'Italia in quanto il fatto che gruppi socio-economicamente svantaggiati siano i più suscettibili a una cattiva dieta è valido un po' ovunque nei paesi industrializzati'', spiega Cappuccio intervistato dall'ANSA.
La media di consumo di un italiano è 10,8 grammi al di' (12 per i maschi, 10 per le donne). In realtà ci basterebbe un grammo al dÏ.
''Se si considera un introito medio di sale di 10g al dì - spiega Cappuccio - le differenze di classe sociale esprimono una differenza fra gruppi di 0,4-0,9g al di'; una cifra considerevole se pensiamo che da 2004 a 2011 in Inghilterra il nostro programma di riduzione dei consumi di sale ha ridotto il consumo medio di 1,3g al di' con un beneficio stimato di riduzione di mortalità cardiovascolare di circa 8.500 eventi l'anno''.
Il problema è che la gran parte dei cibi più economici ha più alto contenuto in sale, grassi, zuccheri e calorie.
''Chiaramente i meno abbienti tendono a risparmiare sul costo del cibo - spiega. Inoltre con un livello di istruzione inferiore, la consapevolezza dei danni associati all'eccessivo consumo di sale è limitata. Per di più il sale dà 'dipendenza' per un processo (reversibile) di adattamento delle papille gustative, quindi più sale si consuma maggiore è la richiesta di sale per percepire lo stesso grado di salinità: questo è uno dei meccanismi per il quale l'industria degli snack propone prodotti salati rivolti ai bambini, sÏ da 'determinare' la scelta degli individui verso cibi salati''. (ANSA)

 


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