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SALUTE
E BENESSERE
Da gennaio mai più oliere nei ristoranti
Per il bene dei consumatori, per una maggiore igiene e per la tutela
dell’olio extra vergine di oliva, Bruxelles si prepara a vietare
le bottigliette riutilizzabili
Dal primo gennaio del 2014 entrerà
in vigore la nuova norma Ue, che prevede la messa al bando delle bottiglie
di olio ricaricabili dalle tavole dei ristoranti europei. Di ogni tipo
e di ogni forma, le oliere andranno gettate nei cassonetti. In Europa
viene consumato il 70% dell’olio d’oliva mondiale e ne viene
consumato l’80%, se Bruxelles si impegna a proteggerlo, sarà
tutto a nostro vantaggio.
Questa volta però a qualcuno è parso che la Commissione
si sia spinta un po’ troppo lontano, sconfinando sulle nostre tavole.
La nuova norma prevede precise regole per l’etichettatura: le informazioni
sull’origine del prodotto dovranno essere tutte nel “campo
visivo principale” e con caratteri di mezzo centimetro di grandezza.
Un gesto “a difesa dei consumatori, perché davvero gli sia
dato ciò per cui pagano” ha commentato Olivier Bailly, portavoce
dell’esecutivo di Bruxelles.
Le regole su come disegnare un’etichetta, però, non bastano
se alcuni ristoratori non esitano riempire bottiglie di olio pregiato,
con un altro meno costoso e, magari, meno buono.
Per salvare i palati da insalate condite con olio di semi a tradimento,
dal prossimo anno Bruxelles introdurrà l’obbligo per i ristoranti
di mettere a tavola solo bottiglie con tappi speciali, che non ne permetteranno
il riutilizzo.
Uno spreco di tempo ed energie? La misura è stata già largamente
criticata: perché mai aceto e sale non son presi di mira dalla
nuova norma? “Non hanno gli stessi alti standard di qualità
dell’olio” ha risposto la Commissione. L’extra vergine
di oliva sarà sempre più etichettato e controllato, ma controllato
da chi? Dai singoli Paesi membri che dovranno preoccuparsi di far rispettare
le norme Ue. Una decisione che ha diviso nuovamente l’Europa tra
nord e sud: da una parte i maggiori produttori di olio di alta qualità,
come Spagna, Grecia e, prima fra tutti, l’Italia e dall’altro
lato, i nordici. Loro, si sa, cucinano col burro.
15 su 27 Paesi membri si sono pronunciati favorevoli alla proposta, ciò
non è stato, però, sufficiente a raggiungere la maggioranza
qualificata necessaria (che prende in considerazione anche la popolazione
dei singoli Stati). Senza un voto pro o contro, la decisione passa ora
alla Commissione che potrà decidere da sola, e lo farà presto
non potendo che approvare formalmente quelle norme volute dal suo stesso
Commissario per l’agricoltura Dacian Ciolos.
(Camilla Tagino - www.eunews.it)
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