SALUTE E BENESSERE

Ue e Sanità. Se la crisi peggiora la salute dei cittadini europei
Se n’è parlato al seminario 'L'impatto della crisi finanziaria sui sistemi sanitari in Europa', promosso dalla Fiaso in cui si è rilevato come la crisi economica stia svuotando le tasche con conseguenze anche sulla salute. Crescono i suicidi e i tossicodipendenti e i problemi legati alla cattiva alimentazione. Ma aumentano anche i disturbi psichici e crollano le nascite.

La crisi economica protagonista degli ultimi anni incide anche sulla salute dei cittadini europei. E' quanto è emerso nel corso del seminario 'L'impatto della crisi finanziaria sui sistemi sanitari in Europa', promosso dalla Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere), lo scorso 25 gennaio a Roma.  
Ma in che senso, a causa della crisi, sta peggiorando la salute dei cittadini Ue?  Gli indicatori stanno evidenziando come dall’inizio della crisi siano in aumento i suicidi e il numero dei tossicodipendenti. Si sta assistendo poi ad un vero e proprio boom di problemi legati alla cattiva alimentazione. Ma sono in aumento anche i disturbi psichici, mentre il numero delle nascite è in calo. Durante il seminario Fiaso, sono stati presentati diversi studi condotti dall'Osservatorio europeo delle politiche e dei sistemi sanitari che hanno dimostrato il forte impatto della crisi economica sui servizi sanitari dei Paesi europei. E tutte queste ricerche hanno evidenziato proprio come la recessione abbia influito, e stia influendo, sulla sostenibilità dei diversi sistemi sanitari.: “Tutti gli studi - ha spiegato Willy Palm, membro dell'Osservatorio europeo, - dimostrano che, in ogni parte del mondo, nelle situazioni di crisi economica si è sempre registrato un peggioramento della salute della popolazione e un contemporaneo aumento della domanda di assistenza”. Qualche numero: “In Grecia - ha specificato Palm - si registra un aumento dei suicidi del 40% e un aumento considerevole di contagi Hiv legati alla tossicodipendenza. Sempre in Grecia si calcola che circa il 30% dei cittadini, per colpa della crisi, ha rinunciato a curarsi”.
In ogni caso, gli studiosi sostengono come l’aspettativa di vita a 65 anni senza malattie “è peggiore nei Paesi più colpiti” come ad esempio Irlanda e Portogallo. Colpa anche della cattiva alimentazione: con le tasche vuote i cittadini sono sempre più portati al consumo di alimenti meno sani, ricchi di grassi e zuccheri.
“I dati mostrati oggi dall'Osservatorio - ha affermato il presidente della Fiaso, Valerio Alberti - mostrano con chiarezza che la crisi economica fa male alla salute dei cittadini e genera un aumento della domanda di assistenza sanitaria. Questo in una fase di difficoltà nel reperire nuove risorse da investire nei sistemi sanitari pone il problema della loro sostenibilità finanziaria. Però - ha aggiunto - gli stessi studi europei dicono di non sposare acriticamente le opzioni attualmente più dibattute, che vanno dall'espansione dei ticket e della sanità integrativa alle politiche di selezione dell'offerta".
Per il presidente Fiaso, però, si tratta di scelte che se “adottate acriticamente possono generare problemi di equità e di accesso alle cure. In Italia abbiamo però una quarta opzione che sembra oggi dimenticata: quella dell'aziendalizzazione, che in passato ha consentito di mettere sotto controllo la spesa e che per essere rilanciata deve puntare su una sempre maggiore riqualificazione del management. Perché - conclude Alberti - è dai buoni manager che passa in larga misura la capacità di raggiungimento degli obiettivi di riqualificazione della spesa sanitaria”. (www.quotidianosanita.it)




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