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SALUTE
E BENESSERE
Carne di cavallo: nessun problema di sicurezza alimentare
Scandalo "carne di cavallo", pubblicati i test europei:
nessun problema di sicurezza alimentare, ma vanno inasprite le pene per
etichette scorrette
I test coordinati su scala UE per l'accertamento del DNA della carne di
cavallo e del fenilbutazone [1] – lanciati il mese passato su richiesta
e con il cofinanziamento della Commissione europea in seguito al cosiddetto
"scandalo della carne di cavallo" – hanno rivelato che
meno del 5 % dei prodotti sottoposti a test conteneva DNA di cavallo e
che circa lo 0,6 % delle carcasse equine sottoposte a test erano contaminate
con fenilbutazone.
"I risultati resi noti oggi hanno confermato che siamo davanti a
un caso di frode alimentare, ma non di sicurezza alimentare. Adesso è
di importanza fondamentale per l'economia europea ripristinare la fiducia
dei consumatori e dei partner commerciali della nostra catena alimentare
dopo questo scandalo causato da etichettature scorrette, visto che il
settore alimentare è il più grande settore economico singolo
dell'UE" ha dichiarato Tonio Borg, Commissario europeo responsabile
per la salute e i consumatori, che ha così concluso: "Nei
prossimi mesi la Commissione proporrà di rafforzare i controlli
lungo tutta la catena alimentare in linea con le lezioni che abbiamo tratto."
Risultati
Lo scopo dei test coordinati era duplice: in primo luogo erano in programma
controlli – soprattutto a livello del commercio al dettaglio –
sugli alimenti destinati al consumatore finale e commercializzati come
"contenenti carni bovine", per accertare la presenza di carne
di cavallo non segnalata nell'etichetta; in secondo luogo si puntava ad
accertare la possibile presenza di fenilbutazone nella carne di cavallo.
I test sono stati cofinanziati al 75% dalla Commissione europea,
La quantità di test svolti per accertare quante fossero le etichette
fraudolente in ciascuno Stato membro variava tra 10 e 150 campioni, a
seconda della dimensione del paese e delle abitudini di consumo. I criteri
per i test sulla presenza di fenilbutazone per il campionamento di fenilbutazone
effettuato prevedevano un campione per ogni 50 tonnellate, con un minimo
di 5 test. Alcuni Stati membri hanno comunque oltrepassato il numero di
test raccomandato dalla Commissione.
Le autorità competenti nei 23 Stati membri hanno svolto 6.329 controlli,
di cui 3.600 per accertare la presenza di DNA di carne equina e 3.115
per la presenza di fenilbutazone. 167 di questi test (il 4,64%) hanno
rilevato la presenza di tracce di DNA di carne equina e 16 test (lo 0,51%)
hanno accertato la presenza di tracce di fenilbutazone. Inoltre gli Stati
membri hanno segnalato lo svolgimento di ulteriori 7.507 test per accertare
la presenza di DNA di carne equina svolti da operatori commerciali del
settore alimentare (produttori, trasformatori e distributori). Di questi
test, 73 (lo 0,97%) sono risultati positivi alla presenza di DNA di carne
equina. I campioni positivi riscontrati in relazione al DNA di carne equina
– uniti agli scarsi livelli di fenilbutazone accertati – rappresentano
una parte limitata della produzione globale nell'UE. Questi risultati
confermano la dichiarazione comune pubblicata dall'Autorità europea
per la sicurezza alimentare (EFSA) e dall'Agenzia europea per i medicinali
(EMA) il 15 aprile 2013, secondo le cui conclusioni i rischi associati
al fenilbutazone "non destano particolare preoccupazione per i consumatori
vista la scarsa probabilità di esposizione e la probabilità
complessivamente bassa di effetti tossici e considerando che, in un dato
giorno, la probabilità che un consumatore corra il rischio tanto
di sviluppare un'anemia aplastica quanto di essere esposto al fenilbutazone
è stimata in una forchetta compresa tra 2 su mille miliardi e 1
su 100 milioni."
I risultati sono stati diffusi tramite il Sistema UE di allarme rapido
per gli alimenti e i mangimi (SARAM), un portale online che svolge un
ruolo fondamentale nell'assicurare un elevato livello di sicurezza degli
alimenti per i cittadini UE, giacché consente alle autorità
europee responsabili della sicurezza alimentare di portare tempestivamente
a conoscenza reciproca i rischi seri accertati in relazione ai prodotti
alimentari e ai mangimi.
I prossimi passi
Sulla scorta dell'odierna presentazione di questi risultati agli esperti
degli Stati membri, la Commissione europea e gli esperti degli Stati membri
si incontreranno di nuovo il 19 aprile per discutere - tra le altre cose
- se ampliare questo piano coordinato di sorveglianza dei controlli, concordato
il 19 febbraio 2013, al fine di investigare sulle pratiche fraudolente
e di rafforzare la fiducia dei consumatori in seguito ai recenti casi
di scorretta etichettatura di prodotti a base di carne bovina contenenti
carne di cavallo.
È comunque in arrivo una proposta della Commissione che rivede
il quadro legislativo UE in materia di catena alimentare (il cosiddetto
"pacchetto sulla salute animale e vegetale"): essa conterrà
proposte volte a rafforzare i controlli ufficiali nonché a introdurre
una base giuridica per imporre sanzioni finanziarie dissuasive per gli
autori di frodi alimentari, tenendo conto anche del guadagno economico
realizzato in seguito a tali frodi.
Informazioni di base
Ogni test svolto è costato circa 400 Euro. Il costo totale stimato
di questo piano paneuropeo di sorveglianza messo in atto dalle autorità
nazionali competenti è stato di 2,5 milioni di euro.
Questi test rappresentano un'importante fonte di informazione per il piano
d'azione globale in cinque punti, recentemente indirizzato dalla Commissione
agli Stati membri, da realizzare su breve, medio e lungo periodo (2013-2014).
Il piano d'azione mira a ripristinare la fiducia dei consumatori nella
catena europea dell'approvvigionamento alimentare rafforzando un'ampia
gamma di controlli attraverso una serie di misure rientranti in tre settori
chiave: 1) frode alimentare; 2) programma di test; 3) passaporto equino;
4) controlli ufficiali e sanzioni; 5) etichettatura di origine.
[1] Il fenilbutazone, in inglese spesso chiamato “bute”, è
un farmaco antiinfiammatorio usato come antidolorifico nella medicina
veterinaria per gli animali da compagnia e per gli equini esplicitamente
esclusi dalla catena alimentare. Esso viene usato anche nella medicina
umana nella cura di gravi casi di malattie infiammatorie croniche.
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