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SALUTE
E BENESSERE
La Cina fa i conti con l'aviaria
I casi sono saliti a 82. Cresce la paura
per i contagi uomo-uomo. Ma l'Oms invita a evitare il panico.
Sembrerebbe che il 40% dei contagi da aviaria non sia avvenuto per contatto
con il pollame e questo renderebbe ancora più difficile smascherare
i meccanismi del contagio.
Sono parole di un importante epidemiologo cinese, il dottor Zeng Guang,
pronunciate mentre i contagi nel territorio cinese sono saliti a 82, 17
dei quali sono stati fatali.
TRASMISSIONE UOMO-UOMO. Il China Daily ha riportato la storia del
virus passato tra i membri della stessa famiglia che potrebbe indicare
il possibile passaggio del virus da uomo a uomo. Se questo venisse provato,
l'allerta salirebbe notevolmente e il rischio di pandemia sarebbe elevato.
IN CORSO ALTRE INDAGINI. La famiglia in questione sarebbe quella della
prima vittima della nuova aviaria, la H7N9. Feng Zijian, direttore
del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha
specificato che «stanno facendo altre indagini per capire se nella
famiglia in questione la trasmissione è avvenuta da uomo a uomo».
ESPOSIZIONI DI LUNGA DURATA. Per il momento si sa che il vecchio padre
di famiglia non è uscito di casa per due settimane, prima di contrarre
la malattia. E che suo figlio era stato mandato in ospedale perché
presentava i sintomi dell'aviaria appena cinque giorni prima. Secondo
Feng il virus può trasmettersi da uomo a uomo, ma questa rimane
un'eventualità rara e sporadica.
«Esposizioni di lunga durata a persone infette possono portare
a infettare un'altra persona». Dello stesso parere il dottor Zeng,
che specifica che deve esserci un lasso di tempo non ancora individuato
in cui il virus può trasmettersi tra due uomini.
«Ma non c'è bisogno che la gente entri in panico, le trasmissioni
uomo-uomo sono talmente limitate che certo non porteranno a una pandemia».
L'APPELLO DELL'OMS: EVITARE IL PANICO. IL 40% DEI CONTAGI NON È
AVVENUTO PER CONTATTO CON POLLAME.
Anche l'Organizzazione mondiale della sanità, per bocca di Michael
O'Leary, concorda sul fatto che non ci sono dati sufficienti per sostenere
il reale rischio di un contagio uomo-uomo. Ma nel frattempo bisogna anche
prendere in considerazione il fatto che il 40% dei contagi non è
avvenuto per contatto con pollame, anche se bisogna chiarire che non tutti
i pazienti sono in grado di indicare con precisione gli ambienti con cui
sono venuti in contatto prima di contrarre il virus.
ORIGINE E DIFFUSIONE DEL VIRUS. Nel frattempo il virus dall'area di Shanghai
e delle regioni costiere si sta spostando nell'entroterra. Regioni interne
come quelle dello Hunan e dello Henan stanno registrando un sempre maggior
numero di contagi e un gruppo di ricerca che lavora nella regione dello
Hebei ha sviluppato una nuova teoria sull'origine del virus.
I VOLATILI DELLA COREA DEL SUD. I volatili cinesi avrebbero contratto
il virus dopo il contatto con volatili dell'area del Sud est asiatico,
in particolar modo la Corea del Sud. I ricercatori giapponesi sono invece
convinti che il virus si sia stato portato in Oriente a seguito delle
migrazioni di uccelli provenienti dall'Europa.
Intanto la missione dell'Omg composta da medici ed esperti provenienti
da Stati Uniti, Europa, Australia e Cina soggiornerà una settimana
a Pechino per studiare meglio il fenomeno. Parallelamente la Fao, l'Organizzazione
per il cibo e l'agricoltura delle Nazioni unite, ha raccomandato al governo
cinese di tenere sotto controllo anche la catena commerciale del polamme
infetto per isolare l'origine del virus.
RIPERCUSSIONI ECONOMICHE E SOVVENZIONI. Nelle ultime due settimane, ovvero
da quando si sono cominciati a diffondere i primi dati sul nuovo ceppo
d'aviaria, il commercio di polli della Repubblica popolare ha subito perdite
per 1.250 miliardi di euro.
Il governo della municipalità di Shanghai ha anche stanziato delle
sovvenzioni per evitare che volatili infetti entrino nella catena commerciale
del cibo. Dal 10 aprile sta pagando 30 centesimi di euro per ogni uovo,
pollo, piccione o quaglia che rimanga nelle fattorie senza essere immesso
sul mercato. E anche la regione costiera dello Zhejiang, a detta del China
Daily, si starebbe attrezzando per una forma simile di sussidio agli allevatori.
GARANTIRE SUSSIDI AGLI ALLEVATORI. Wang Xujin, professore dell'Università
di tecnologia e business di Pechino, ha dichiarato al magazine di informazione
economica Caixin, che tutti i governi locali dovrebbero attrezzarsi per
garantire simili sussidi agli allevatori. Anzi, dovrebbero istituire un
fondo «per assicurare gli allevatori da grosse perdite anche per
eventi simili che potrebbero veriicarsi in futuro». (Cecilia Attanasio
Ghezzi - www.lettera43.it)
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