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SALUTE
E BENESSERE
Ue, la sicurezza alimentare in un "pacchetto"
Presentate a Roma le proposte
normative della Commissione europea che riducono da 70 a 5 gli atti legislativi
per regolare la catena agroalimentare europea e tutelare la salute dei
consumatori. Parola d'ordine: semplificazione
Dopo anni di lavoro e consultazioni la Commissione europea, attraverso
le voci di Alberto Laddomada e Carmen Garau, capi unità della Direzione
generale Salute e Consumatori, ha presentato a Roma il suo pacchetto di
proposte normative per modernizzare, semplificare e rafforzare la
catena agroalimentare comunitaria.
Focalizzato sui temi di salute e sicurezza e mirato a incrementare la
fiducia dei consumatori e a garantire la sostenibilità della produzione
alimentare, il pacchetto di provvedimenti prevede di coniugare tutela
della salute, snellimento normativo e burocratico e sostegno alle microimprese,
che da sole rappresentano circa il 90% della filiera agroalimentare.
Qualora il pacchetto dovesse entrare in vigore nella sua forma attuale,
la normativa Ue che disciplina la catena alimentare passerebbe dagli attuali
70 atti legislativi a cinque, riducendo drasticamente per agricoltori,
allevatori e operatori del settore le incombenze amministrative da cui
sono quotidianamente vessati.
Tonio Borg, commissario per la Salute e i consumatori, ha affermato: "Con
oltre 48 milioni dI lavoratori e un valore di circa 750 miliardi di euro
all'anno, il settore agroalimentare rappresenta il secondo settore dell'economia
dell'Unione europea in ordine. di grandezza. L'Europa gode dei livelli
di sicurezza alimentare più elevati a livello mondiale. II recente
scandalo legato alla carne di cavallo ha dimostrato tuttavia che esistono
ancora margini di miglioramento, benché non si siano verificati
rischi per la ·salute. Il pacchetto di riforme varato oggi arriva
in un momento propizio poiché dimostra che il nostro sistema è
in grado di fronteggiare le sfide e di tradurre in pratica alcuni degli
insegnamenti ricavati dalle recenti esperienze. In sintesi il pacchetto
consente di dotarci di regole più intelligenti per alimenti più
sicuri".
Nel suo insieme la proposta si snoda su quattro elementi principali.
Controlli ufficiali
La Commissione ha riconosciuto l'esigenza di rendere più efficaci
gli strumenti delle autorità competenti degli Stati membri per
verificare sul campo, con controlli, prove e ispezioni, il rispetto
della normativa dell'Ue. Sull’onda dei recenti scandali si è
voluto prendere iniziative più drastiche per tutelare consumatori
e operatori onesti dai rischi, di immagine ed economici, che possono
derivare dalla violazione delle norme lungo tutta la catena agroalimentare.
Per questo le nuove si basano maggiormente su criteri di gestione del
rischio e consentono alle autorità competenti di concentrare le
proprie risorse sulle questioni e sui problemi più rilevanti.
Il vigente sistema impositivo destinato a finanziare l'attuazione effettiva
dei controlli viene esteso, includendovi altri settori che attualmente
non vi sono soggetti. Agli Stati membri verrà chiesto di integrare
pienamente i controlli antifrode nei rispettivi piani nazionali di sorveglianza.
Le microimprese (massimo 9 dipendenti e 2 milioni di euro di fatturato)
rimarranno soggette ai controlli, ma saranno esonerate dall'obbligo di
pagarli. “Ovviamente – ha dichiarato Garau rispondendo
a una domanda del pubblico – i mancati introiti non dovranno riversarsi
sulle altre imprese, ma dovranno essere ‘coperti’ dal pubblico”.
Qualche dubbio sull’effettiva realizzazione in questi termini comunque
a noi rimane, soprattutto alla luce del taglio del 20% del budget generale.Sanità
animale
Il pacchetto introdurrà un unico testo legislativo per la disciplina
della salute degli animali nell'Ue fondato sul principio "prevenire
è meglio che curare". La nuova disciplina intende migliorare
le norme in tema di sanità animale e prevede un sistema comune
più efficace di sorveglianza e controllo delle malattie per far
fronte in modo coordinato ai rischi inerenti alla salute e alla sicurezza
dì alimenti e mangimi.
La teorica maggiore efficacia di tale sistema, associata a un miglioramento
delle norme in tema di identificazione e registrazione degli animali,
dovrebbe permettere una rapida capacità di reazione per limitare
la diffusione delle malattie, minimizzando in questo modo le ripercussioni
sul bestiame e sui consumatori.
La nuova disciplina della salute animale prevede inoltre una classificazione
e una graduatoria di priorità per le malattie che richiedono un
intervento a livello di Ue, rendendo così possibile un'impostazione
più orientata alla gestione dei rischi e un uso più efficace
delle risorse.
La normativa promette un grado di flessibilità sufficiente per
adeguare le misure in tema di sanità animale sia ai tipi e alle
dimensioni delle diverse strutture, sia alle diverse circostanze locali,
nonché la solidità e la flessibilità necessarie per
garantire una risposta efficace da parte di tutta l'Ue in caso di cambiamenti
climatici significativi che richiedano di far fronte a rischi nuovi e
attualmente sconosciuti. “Negli ultimi cinque anni siamo riusciti
a limitare molto i danni e la situazione è notevolmente migliorata.
Un esempio: i casi di salmonellosi si sono dimezzati. Così, pur
mantenendoci assolutamente vigili, pensiamo di diminuire gli stanziamenti
per questo settore e dirottarli dove sono più necessari”,
ha dichiarato Laddomada.
Salute delle piante
Il valore annuale delle colture nell'Ue ammonta a 205 miliardi di euro.
È evidente come senza la tutela garantita dalla normativa in tema
di salute delle piante tale settore subirebbe disastrosi danni economici.
I pericoli principali sono attualmente costituiti da parassiti e malattie,
ai quali si deve aggiungere la presenza di nuove specie nocive derivata
dalla globalizzazione del commercio e dal cambiamento climatico.
Per limitare i danni la Commissione propone di potenziare la disciplina
vigente in tema di salute delle piante attraverso una maggiore attenzione
ai flussi commerciali ad alto rischio provenienti da paesi terzi e un
miglioramento della tracciabilità del materiale vegetale nel mercato
interno.
Si segnala anche l’introduzione di meccanismi più efficaci
di sorveglianza e di eradicazione precoce dei focolai di nuove specie
di parassiti, prevedendo una compensazione economica per i coltivatori
danneggiati. Si tratta, stando a quanto lo stesso Laddomada ha spiegato,
di una battaglia molto difficile e in continua evoluzione, per cui si
prevede un aumento degli stanziamenti dedicati.
Materiale riproduttivo vegetale
Partendo dall’assunto che il 60% del valore delle esportazioni di
sementi a livello mondiale proviene dall'Ue, la normativa prevede regole
più semplici e flessibili per la loro commercializzazione e per
quella di altro materiale riproduttivo vegetale, con l'obiettivo di garantire
la produttività, l'adattabilità e la diversità della
produzione vegetale e forestale europea e di agevolarne gli scambi commerciali.
La maggiore scelta di materiale riproduttivo e la maggior efficacia delle
prescrizioni relative alle prove dovrebbero contribuire alla tutela della
biodiversità e a una selezione vegetale che concorra ad un'agricoltura
sostenibile; in piena coerenza con la filosofia del greening.
L'uso delle sementi nei giardini privati rimane escluso dalla legislazione
Ue. Per i coltivatori professionali la nuova normativa mira a introdurre
una scelta più ampia di materiale riproduttivo, che comprenda nuove
varietà migliorate e controllate, materiale non rientrante nella
definizione delle varietà, varietà tradizionali e materiale
per mercati di nicchia; le nuove regole prendono tuttavia in considerazione
il tipo di materiale, le condizioni di produzione e le dimensioni delle
strutture imprenditoriali coinvolte. Le varietà tradizionali e
il materiale eterogeneo dovrebbero essere sottoposti a obblighi di registrazione
ridotti ed esonerate dagli obblighi di prova e da altre prescrizioni.
Anche in questo caso un occhio di riguardo è stato dedicato alle
microimprese, che possono commercializzare qualsiasi tipo di materiale
come ‘materiale per mercati di nicchia’ senza obbligo di registrazione
e sono di norma esonerate dalle spese qualora la registrazione fosse richiesta.
Tutto sommato positive le prime reazione da parte di Assosementi, Coldiretti
e Cia. Visto così, d’altra parte, il pacchetto di proposte
(che dovrebbe entrare in vigore nel 2016) sembra portare benefici per
tutti, produttori, consumatori e controllori. Rimane il fatto però
che quelle presentate a Roma sono solo delle proposte. L’intero
pacchetto dovrà passare per le forche caudine del Parlamento e
del Consiglio, finendo verosimilmente per assumere forme e contenuti sostanzialmente
difformi da quelli presentati e soggetti comunque alle variabili legate
ai relativi atti di implementazione.
Come sempre, a chi non frequenta le stanze dei bottoni ma i campi, non
rimane che aspettare e vedere se tanti virtuosi intenti si tradurranno
in realtà o si riveleranno la classica, per non dire solita,
bolla di sapone.
(Alessandro Vespa - http://agronotizie.imagelinenetwork.com)
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