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SALUTE
E BENESSERE
Olio di Palma
In Belgio il Consiglio superiore di sanità ammette
ufficialmente che fa male alla salute e chiede di limitarne il consumo.
Cosa faranno le autorità sanitarie italiane?
Arriva la conferma ufficiale, almeno dal Belgio, che l’olio
di palma, utilizzato abbondantemente in tanti prodotti alimentari anche
camuffato sotto l’innocuo nome di "olio vegetale", fa
male alla salute.
Come con altri oli non raccomandati, ma meno utilizzati, i suoi grassi
saturi possono causare malattia, tra le quali l’aterosclerosi. Il
parere scientifico rilasciato dalla Consiglio superiore di sanità
(CSS) raccomanda pertanto di limitare il consumo di olio di palma all'8%
dell'apporto energetico giornaliero.
In un avviso emesso lunedì scorso, che non ha sinora avuto alcun
rilievo negli altri Paesi UE, il Consiglio superiore di sanità
(CSS) ha, infatti, raccomandato di limitare il consumo di alimenti che
contengono olio di palma. Questo olio, presente in notevole quantità
in alimenti come dolci e torte, pasti, dolci ed altro, contiene infatti
oltre il 40% di grassi acidi saturi cosiddetto "aterogeno" (che
possono indurre l'aterosclerosi), che hanno effetti negativi sulla salute,
compreso l'aumento del rischio di incidenti cardiovascolari.
Pertanto, la massima autorità sanitaria del Belgio, consiglia di
limitare l'assunzione di tali acidi grassi al massimo all’8% dell'assunzione
totale di energia quotidiana.
L’olio di Palma, che costa molto meno di altri tipi di oli vegetali,
è una fonte importante di grassi nel mondo e, come detto, è
utilizzato in molti alimenti e preparazioni (pasticcini e torte, paste,
dolci, pizze, torte salate e torte salate, panini, biscotti dolci e bar,
o margarine).
Il riferimento a questo tipo di olio è spesso nascosto in etichetta
sotto la dicitura 'olio vegetale ' ha riferito il professor Yvon Carpentier,
docente di nutrizione e biochimica patologica presso l’Università
di Bruxelles (ULB).
Per completezza, il CSS belga, ha raccomandato, inoltre, che i consumatori
devono ridurre il consumo del grasso di latte come quello contenuto in
burro e panna, per la presenza importante di acidi grassi saturi aterogeni
e hanno consigliato, pertanto, alimenti ricchi di olio d'oliva e altri
oli vegetali (mais, girasole, soia, colza e lino).
Alla luce di tale autorevole giudizio e delle conseguenti raccomandazioni,
Giovanni D'Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”
si chiede cosa faranno le autorità sanitarie italiane anche perché
siamo nel Paese del buon olio d’oliva che costituisce un elemento
portante della dieta mediterranea, ma che troppo spesso, è stato
sostituito senza alcuna remora dall’industria alimentare con oli
certamente meno costi, ma dannosi per la salute, come quello di palma.
Come sovente avviene in questi casi, non resta che al consumatore autoregolarsi
e individuare tutti quei prodotti che o non contengono queste sostanze
pericolose, o nei quali sono utilizzati in minima parte.
È da sottolineare che in tal senso, da dicembre 2014, un cambiamento
nella legislazione europea obbligherà tuttavia l’industria
alimentare ad indicare l'origine dell'olio per garantire una maggiore
consapevolezza da parte dei cittadini. (www.sportellodeidiritti.org)
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