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SALUTE
E BENESSERE
Alimenti, parlerà italiano la piattaforma web europea di biosicurezza
Una mappatura, in ordine di priorità,
delle coltivazioni maggiormente a rischio e dei patogeni potenzialmente
più pericolosi; la messa a punto di un modello efficace di analisi
del rischio e soprattutto la progettazione di una piattaforma di diagnostica
virtuale basata sul web per far fronte in tempi rapidi ad eventuali emergenze.
Sono questi i primi risultati del Progetto Europeo Plant and Food Biosecurity
(Plantfoodsec) - Network of Excellence (NoE) coordinato dal Centro di
Competenza per l'Innovazione in campo agro-ambientale ed agro-alimentare
dell'Università di Torino (Agroinnova), avviato all'inizio del
2011 con lo scopo di creare un network virtuale di livello internazionale
per migliorare la qualità e l'impatto della ricerca e della formazione
in Europa sui temi connessi alla biosicurezza e in particolare sulla gestione
di emergenze causate dall'introduzione accidentale o deliberata di patogeni
nelle aree coltivate.
I primi risultati del progetto, giunto a metà del suo percorso
(si concluderà, infatti, dopo cinque anni di lavoro, alla fine
del 2015), sono stati presentati ieri a Pechino nel corso dell'International
Congress of Plant Pathology (ICPP) 2013, l'appuntamento quinquennale che
fa il punto a livello internazionale sulla Patologia Vegetale e che riunisce
i migliori esperti del settore provenienti da ogni parte del mondo. Il
Congresso si era tenuto in Italia nel 2008, a Torino, ed era stato organizzato
proprio da Agroinnova che oggi è leader di questo progetto capace
di raccogliere 13 Partner, provenienti da 8 Paesi distribuiti in 3 continenti
(Italia, Germania, Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Israele, Turchia,
oltre alla UE che partecipa con la propria unità dedicata, l'UNICRI
- United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute, anch'essa
con sede a Torino).
Partendo dalla considerazione che la diagnosi è l'elemento chiave
nella gestione di emergenze legate la biosicurezza, nell'ambito del progetto
PLANTFOODSEC è stata avviata la progettazione di uno strumento
in grado di rivoluzionare potenzialmente le capacità di risposta
in questo settore: si tratta di un network virtuale che sfrutta la piattaforma
internet e le tecnologie ad essa connesse per mettere in rete gli agronomi,
che spesso sono i primi a rendersi conto sul campo di un'emergenza, con
i laboratori più all'avanguardia di ogni parte del mondo.
Il sistema, battezzato provvisoriamente con il nome di EUPFSIS (EU Plant
and Food Security Information System) non è altro che una sorta
di 'database interattivo', ovviamente ad accesso riservato, che permetterà
agli agronomi di inviare direttamente in tempo reale immagini e video
dell'epidemia ai laboratori internazionali più attrezzati, i quali
a loro volta potranno attingere ad una enorme quantità di dati
messa a disposizione dai vari Istituti sulla piattaforma ed interfacciarsi
fra di loro in modo da condurre un'analisi approfondita in tempi rapidissimi
e in modo coordinato. Infatti, come si è visto in passato, purtroppo
troppo spesso la gestione di queste situazioni diventa difficile proprio
a causa di una carenza nella trasmissione delle informazioni e nel coordinamento
tra le Autorità, gli Istituti e i laboratori preposti a trattarle.
Grazie a EUPFSIS sarà invece possibile definire dei livelli di
allarme per ciascuna emergenza (locale, regionale, nazionale, internazionale)
e di analizzare il problema in modo coordinato ed in tempi rapidi.
I primi due anni e mezzo di lavoro sono stati dedicati inoltre a stilare
una lista in ordine di priorità delle coltivazioni maggiormente
a rischio e dei patogeni potenzialmente più pericolosi, aspetti
fondamentali per mettere a punto qualunque tipo di strategia.
Per quanto riguarda le prime è stato messo a punto un elenco di
451 piante suddivise in 11 gruppi: dalle piante aromatiche e medicinali
alle sementi, dalle piante destinate all'orticultura ornamentale a quelle
coltivate in campo. Sono poi stati definiti dei criteri di importanza,
collegati al ruolo economico e sociale della coltivazione, al suo consumo
e al suo impatto ambientale. Una prima classifica delle coltivazioni più
importanti nell'ambito di questa selezione è stata stilata sulla
base del loro valore in termini di produzione, fino ad arrivare ad una
"short list" di 20 piante. Proseguendo nel progetto su queste
20 piante saranno identificati ulteriori criteri che determineranno la
classifica finale. Questo elenco finale delle 20 colture più importanti
del pianeta servirà a determinare anche le successive strategie
di difesa e di risposta rapida in caso di introduzione di patogeni.
Anche i patogeni sono stati studiati e selezionati fino ad arrivare ad
una lista di 522, che include insetti, funghi, batteri e virus. Questa
lista è il risultato dell'analisi e dell'incrocio di 17 liste analoghe
ad oggi disponibili, redatte in vari momenti e in contesti differenti.
Sono quindi stati identificati alcuni criteri per caratterizzarli ed ordinarli
ulteriormente, come ad esempio la presenza in Europa del patogeno e del
suo ospite o la tipologia e le caratteristiche dell'ospite. Un approfondimento
particolare è stato riservato nel Progetto allo studio dei patogeni
pericolosi per l'uomo e veicolabili dalle piante, sulla scorta degli esempi
verificatisi anche recentemente in Europa come l'epidemia di Escherichia
Coli in Germania nel 2011, causata da sementi infette provenienti dall'Egitto.
Il Progetto Plantfoodsec infine ha sviluppato un modello di analisi del
rischio che, in caso di epidemie, potrà dare un importante contributo
in tempi rapidi allo scopo di determinarne l'origine, in particolare se
accidentale o dolosa. Il modello combina elementi collegati al metodo
di introduzione, al clima e alla vulnerabilità della pianta, con
il tipo di patogeno e con le capacità e la motivazione di un eventuale
'malintenzionato' e fornisce una misura comparativa del rischio attraverso
un rating che tiene conto di 15 diversi fattori. In altre parole, inserendo
una serie di informazioni all'interno del modello, nel momento in cui
si manifesta un'epidemia in una coltivazione, è possibile capire
quante probabilità ci sono che l'epidemia sia stata causata volutamente
dall'uomo e quante che si tratti di un'introduzione accidentale. Sulla
base di questi risultati è possibile successivamente indirizzare
le ricerche e gli studi successivi con maggior precisione e rapidità.
"Gli interessanti risultati che stanno emergendo dal Progetto Plantfoodsec,
ha dichiarato Maria Lodovica Gullino, Direttore di Agroinnova, confermano
la necessità che da sempre ho sostenuto, di un approccio globale
e sistemico ai temi della biosicurezza. Oggi più che mai l'Europa
deve attrezzarsi per il futuro, un futuro che vede i prodotti agricoli,
e alimentari in genere, viaggiare incessantemente da un continente all'altro
e nel quale la sorveglianza e la capacità di rispondere in tempi
rapidi ed efficacemente a qualunque tipo di minaccia alla sicurezza alimentare
- sia essa accidentale o volontaria - non sono solo raccomandabili, ma
necessarie. In questo senso non posso essere che orgogliosa del fatto
che il nostro Paese sia all'avanguardia in questo settore di ricerca,
e la leadership riconosciuta ad Agroinnova nell'ambito di questo progetto
ne è una testimonianza concreta". (© LaPresse - www.lapresse.it)
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