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SALUTE
ANIMALE
Benessere animale
Otto mesi di duro lavoro per i suinicoltori
italiani per rispettare la nuova normativa UE sul benessere animale. Risultati
superiori alle aspettative, e Italia non presente in alcuna black list
internazionale. Eliminate le gabbie per l'allevamento delle scrofe, e
la maggior parte degli allevamenti italiani è ormai a norma e aumenta
il numero di quelli accreditati come indenni dalla malattia di Aujeszky.
Gli allevatori si preparano ad affrontare questi temi di grande attualità
in occasione della Rassegna Suinicola di Cremona-Itapig, in programma
dal 24 al 27 ottobre (www.italpig.it).
La stima iniziale parlava di una riduzione
del 30%. Oggi, a otto mesi dall’entrata in vigore della Direttiva
comunitaria sul benessere animale, la percentuale è stata ridimensionata.
“In effetti pensavamo che l’eliminazione delle gabbie per
l’allevamento delle scrofe – spiega Guerino Lombardi, responsabile
del Centro di referenza nazionale per il Benessere animale presso l’Istituto
zooprofilattico sperimentale di Brescia – a vantaggio di spazi maggiori
dove gli animali devono essere allevati in gruppo, avrebbe causato un
considerevole calo delle scrofe presenti in porcilaia.
Dal 1° gennaio scorso le scrofe non
possono più essere allevate in gabbia, ma in spazi più ampi
e soprattutto in gruppo
In realtà, il dato iniziale va ridotto a un più contenuto
10-15% perché in molti casi gli allevatori, durante i lavori di
adeguamento, sono spesso riusciti a recuperare spazi che erano rimasti
inutilizzati per molto tempo, evitando in questo modo di eliminare un
numero eccessivo di scrofe”.
Ma il dato che Lombardi tiene a sottolineare è che la maggioranza
delle scrofaie italiane è oggi a norma rispetto a quanto prescrive
la normativa sul benessere animale. “Solo un anno fa – precisa
– non più della metà delle strutture poteva vantare
questo status. In pochi mesi gli allevatori hanno avviato i lavori necessari
e gli organi di controllo hanno operato per arrivare a un risultato che,
fortunatamente, ci esclude dai richiami europei. Non saremo i primi della
classe perché, ad esempio, ci sono ancora alcune criticità
relativamente ai pavimenti degli allevamenti per i suini da ingrasso,
ma l’impegno profuso ha dato i suoi frutti. Contrariamente alla
Germania, il settore suinicolo, da questo punto di vista, italiano non
è inserito in nessuna black list”.
Aumentano gli allevamenti accreditati come
indenni dalla malattia di Aujeszky. Suinicoltori più attenti e
sensibili a un problema di primo piano
Gli aspetti positivi non si fermano qui. Come per la Direttiva sul benessere
animale, con il 1 gennaio 2013 è entrata in vigore anche la normativa
europea che stabilisce il divieto di circolazione di tutti i riproduttori
non indenni dalla malattia di Aujeszky. Non più tardi di tre anni
fa la sieroprevalenza negli allevamenti italiani sfiorava il 47%.
“Oggi possiamo affermare che il rispetto del Piano di controllo
vaccinale – dichiara Loris Alborali, Responsabile della sezione
diagnostica dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Brescia
– è nettamente migliorato dimostrando una maggiore sensibilizzazione
in primis degli allevatori, ma anche dei veterinari aziendali. L’intenso
lavoro che abbiamo fatto nel 2011 e l’anno successivo ci permetterà
di vedere quest’anno i risultati grazie all’accreditamento
che molti allevamenti stanno ottenendo."
Il mancato accreditamento determina il
divieto di circolazione dei riproduttori. Di fatto, il rischio chiusura
per le aziende
In gioco, per i suinicoltori, c’è la sopravvivenza delle
loro aziende. Infatti – conclude Alborali – la normativa entrata
in vigore il 1 gennaio scorso non prevede solo l’accreditamento
di allevamento indenne dalla malattia di Aujeszky. Le numerose restrizioni
previste qualora non lo si ottenga determinerebbero, di fatto, la chiusura
dell’azienda”.
Anche quest’anno a Italpig – Rassegna suinicola di Cremona
(CremonaFiere 24-27 ottobre 2013) i temi legati al rispetto delle normativa
comunitarie terrà banco all’interno dell’intenso programma
di appuntamenti previsti grazie alla presenza dei più qualificati
esperti del settore.
Paolo Bodini
Responsabile Ufficio Comunicazione di CremonaFiere
Chief Communications Officer of CremonaFiere
Tel. +39 0372-598206
Cell.+39 345-2586239
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