SALUTE E BENESSERE

Bambini sempre più pigri e sedentari
Quaranta milioni in sovrappeso sotto i 5 anni

L’allarme dei pediatri: «Generazione destinata a un’aspettativa di vita inferiore a quella dei genitori»

Pigri, sedentari, più pronti a sfidarsi in una gara ai videogiochi sul divano che in una partita di pallone o in una corsa all’aria aperta. Sono i bambini italiani, maglia nera in Europa nelle classifiche che riguardano la bilancia: 700 mila quelli in sovrappeso, 400 mila gli obesi. Numeri che preoccupano, per la salute di quelli che saranno gli adulti di domani e che rischiano di trovarsi a lottare con asma, diabete, ipertensione arteriosa e disturbi cardiologici anche molto seri. L’ultimo allarme in ordine di tempo arriva da Doha, in Qatar, dove a dicembre si sono riuniti esperti da tutto il mondo per il summit «Active healthy living», tenutosi nel corso del Congresso «Excellence in Paediatrics». Un’occasione per confrontarsi e fare il punto su quella che, domani, potrebbe trasformarsi in una emergenza globale visto che al momento, nel mondo, si registrano 40 milioni di bambini in sovrappeso già al di sotto dei 5 anni.
GLI ACCORGIMENTI - Una generazione che, avvertono gli specialisti, potrebbe essere la prima destinata ad avere un’aspettativa di vita inferiore a quella dei genitori. Ma se a parlare sono soprattutto le cifre, la soluzione sta in termini meno «freddi» e più vicini a noi: mentalità, stili di vita, routine quotidiana. Piccoli accorgimenti che sarebbe bene mettere in atto da subito, visto che - spiegano gli esperti - i primi 10 anni di vita di un bambino sono fondamentali per costruire quella abitudine al movimento e alla sana alimentazione che, se c’è, lo accompagnerà per sempre. E non si tratta di grandi sforzi: «Tutti i bambini, anche quelli non a rischio obesità, dovrebbero dedicare almeno un’ora al giorno all’esercizio fisico di intensità tra moderata e vigorosa» spiega Andrea Macaluso, Professore associato di Fisiologia Umana all’Università di Roma Foro Italico, che a Doha faceva parte della delegazione italiana insieme a Franco Cavallo, Ordinario di Epidemiologia Clinica all’Università di Torino, Nicola Fuiano, specialista in pediatria e allergologia pediatrica, dell’Asl della Provincia di Foggia, e Gianvincenzo Zuccotti, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Milano.
GIOCO - Per attività fisica, avverte il fisiologo, non si intende necessariamente la palestra o un percorso di esercizio strutturato: bastano anche il gioco, la corsa, il movimento all’aria aperta che i bambini italiani fanno oramai sempre meno. E che invece dovrebbero fare ogni giorno: «L’obiettivo è quello di iniziare fin da piccoli a mettere l’esercizio fisico nella propria routine quotidiana», una buona abitudine che poi ci si porterà dietro anche da adulti. Ma perché in Italia fatichiamo tanto a «darci una mossa», noi e i nostri figli? Un problema di mentalità, di strutture che non ci sono, di mancata sensibilizzazione riguardo al problema dei bimbi in sovrappeso.
PIANO D’AZIONE - E se da Doha arriva l’allarme arriva anche la (possibile) soluzione: un piano di azione che coinvolga pediatri, specialisti in scienze motorie e, soprattutto, genitori e scuola. L’appello viene dalla delegazione italiana, che chiede l’aiuto delle istituzioni per mettere in atto una strategia diffusa anti-obesità: «Il punto di partenza - dice il pediatra Nicola Fuiano - sta certamente nella scuola. Per trovare esempi virtuosi in questo senso non serve andare lontano: in Francia per esempio le ore di insegnamento dedicate all’attività fisica sono il 15 per cento del totale. L’Italia invece sta regredendo dal punto di vista del movimento». «Per incrementare i livelli quotidiani di attività - aggiunge Macaluso - si potrebbe pensare a ore extracurricolari da dedicare al movimento, coinvolgendo professori, laureati in scienze motorie e medici. Qualcosa in più e di diverso rispetto alle ore già previste di educazione fisica, per dare la possibilità ai genitori di far fare ai figli il movimento necessario». Genitori che, avvertono da Doha, andrebbero sensibilizzati sui rischi legati alla sedentarietà e alla cattiva alimentazione sia dai pediatri che dai prof, in una azione coordinata di scambio di conoscenze e competenze. Una «scossa» globale per rimettere in moto i bambini. (www.corriere.it)

 


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