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SALUTE
E BENESSERE
Il mondo agricolo si mobilita: frutta e verdura fanno bene alla
salute e alla spesa sanitaria
“Incentivare il consumo di frutta e verdura dà forza all’economia
nazionale, riduce i costi della spesa sanitaria pubblica e ha un impatto
importante sull’occupazione e sulla bilancia commerciale”.
Lo affermano Confagricoltura, Cia, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare
e Agci Agrital, nel giorno di apertura del Macfrut 2012 di Cesena.
L’ortofrutta è una risorsa importantissima per il Paese,
che non va sottovalutata. “Non è esagerato dire che aumentare
il consumo di frutta e verdura è una priorità nazionale,
ne beneficia anche la spesa sanitaria. Prevenire è meglio che curare.
Corretti stili di vita e alimentari permettono di ridurre la spesa sanitaria.
Una dieta quotidiana sbagliata, povera di frutta e verdura, crea un problema
diretto alla Sanità pubblica”. L’organizzazione mondiale
della sanità raccomanda un consumo giornaliero di frutta e ortaggi
di 400 grammi a persona per ridurre i rischi connessi alle patologie del
benessere (obesità, malattie cardiovascolari e alcuni tumori).
Oggi, in Italia si consuma circa il 25 per cento in meno di frutta e verdura
rispetto a dieci anni fa. Un dato preoccupante per l’economia del
settore, ma ancor più impressionante se si pensa alla ricaduta
sulla salute pubblica.
Nello stesso periodo i costi del Servizio sanitario nazionale sono lievitati
del 40,9% passando da 81,0 a 114,1 miliardi di euro e, secondo l’Osservatorio
nazionale sulla salute, questa spesa è destinata addirittura a
crescere, raggiungendo i 17 miliardi di euro nel 2015.
Una dieta corretta, che preveda il costante consumo di frutta e verdura
ha effetti positivi per la salute, ad esempio riduce il rischio dell’ipertensione
e quindi delle malattie cardiovascolari. I quasi 5 milioni di obesi italiani
costano 1.700 euro a persona e hanno un impatto sulla spesa sanitaria
pubblica del 6,7%, con un costo sociale annuo pari a 8,5 miliardi di euro.
Insomma, una spesa che grava su tutti gli italiani per 138 euro l’anno.
Secondo una ricerca Bocconi-Sant’Anna un cittadino obeso costerebbe
al Servizio sanitario nazionale più del doppio di una persona normopeso.
Il costo complessivo simulato, per il periodo 2010-2050, è pari
a 347,5 miliardi di euro che vengono spesi per assistere milioni di cittadini
che soffrono di obesità, ipertensione e di tutte quelle patologie
generate da una cattiva alimentazione.
Il miglior investimento sulla salute resta la prevenzione. È sotto
gli occhi di tutti, tuttavia, come la spesa degli italiani si sia purtroppo
profondamente modificata, dal momento che si scelgono gli alimenti sempre
più in base alle disponibilità del portafoglio. Il calo
maggiore è attribuibile proprio alla frutta. Per contrastare tale
tendenza occorrono misure intelligenti e straordinarie per attivare un
processo virtuoso che riporti sulle tavole degli italiani e degli europei
le giuste quantità di alimenti sani, necessari per il benessere
fisico delle persone. (www.cia.it)
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