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SALUTE
E BENESSERE
OGM: Coldiretti, 77% di no a pecora clonata
low cost in tavola
"Il 77 per cento dei cittadini europei ritiene che la clonazione
animale per fini alimentari sia innaturale". E’ quanto afferma
in una nota la Coldiretti sulla base dei dati Eurobarometro in riferimento
all’annuncio della nascita un mese fa a Shenzen in Cina della prima
pecora clonata con un metodo semplificato rispetto a quelli tradizionali
comunicato dalla Bgi genomics che l'ha realizzata.
"L’opposizione alla clonazione a fini alimentari è alta
in Italia con - sottolinea la Coldiretti - il 61 per cento che non la
ritiene sicura per le future generazioni, il 62 per cento che pensa non
faccia bene alla salute e il 68 per cento che sia innaturale. Per superare
le motivazioni profonde della contrarietà a poco servono - continua
la Coldiretti - i risparmi rispetto alle tecniche attuali che rendono
oggi possibile clonare un animale con una spesa attorno i diecimila euro
anche se per ottenere entro sei mesi la prima salsiccia ed entro un anno
il primo hamburger artificiale in provetta il costo iniziale è
stato di 250mila euro, con l’utilizzo di cellule staminali. A poco
più di 15 anni dall'annuncio, pubblicato sulla rivista Nature del
febbraio 1997, dell'avvenuta clonazione del primo mammifero, con la nascita
della pecora Dolly, rimane elevata - precisa la Coldiretti - l’opposizione
all’uso della clonazione a fini alimentari nonostante abbia ormai
interessato praticamente ogni tipo di animale maiali, cavalli, bovini,
capre, cammelli e mufloni, fino ad arrivare addirittura alla salsiccia
in provetta. L’accelerazione che si è verificata in Cina
pone l’esigenza di un rigido sistema di etichettatura sui prodotti
importati dal quel Paese. La commercializzazione di carne, latte e formaggi
provenienti da animali clonati è - continua la Coldiretti - un
rischio inaccettabile che oltre ad un problema di scelta consapevole da
parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità pone evidenti
perplessità di natura etica che occorre affrontare prima che sia
troppo tardi. Come hanno dimostrato le esperienze del passato a partire
dalla mucca pazza (Bse), le innovazioni in un settore come quello alimentare
particolarmente esposto ai rischi per la salute deve percorrere - conclude
la Coldiretti - la strada della naturalità". (www.agenparl.it)
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