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SALUTE
E BENESSERE
Obesità: Usa; qualcosa sta cambiando, fermato boom
In 5 anni cala consumo giovanile zucchero, dietologo a supemarket
Dopo anni di allarme obesità infantile e adolescenziale,
''qualcosa sta cambiando. Negli Stati Uniti il tasso di obesità
infantile si è stabilizzato, con una curva piatta che segna una
svolta rispetto all'andamento crescente. E negli ultimi cinque anni, sempre
negli Usa, è sceso il consumo di zucchero da parte di baby consumatori
e degli adolescenti''. Lo ha detto, durante il webinar promosso a Milano
da Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn), Adam Drewnowski, direttore
del Center for Public Health Nutrition e Professore di Epidemiologia presso
la School of Public Health dell'Università di Washington. Da uno
studio effettuato, tramite 500 interviste, dall'Università di Washington
è inoltre emerso che il 72% degli interpellati vuole una dieta
più sostenibile, anche se per gli americani è imprescindibile
l'idea del ''che sostenga me'' perché ''la sostenibilità
deve farti anche bene''.
Tuttavia, solitamente una dieta più sana è percepita come
più costosa, ''ma non è detto che sia così'' ha detto
Drewnowski nell'annunciare che sono stati individuati ''cibi sani, salutari
e sostenibili, in quanto locali, per orientare i consumatori verso una
ottima nutrizione a basso costo. E non è mai troppo tardi per comunicare
che il cibo non nasce preconfezionato ma dalla terra. Questo perché
- ha sottolineato l'esperto Usa - il 65% di tutte le calorie e i tre quarti
dei zuccheri aggiunti viene dai supermercati. Finora le campagne informative
si sono concentrate nelle scuole ma è nella distribuzione moderna
che bisognerebbe intervenire. Ogni supermercato - ha auspicato Drewnowski
- dovrebbe avere un dietologo, o quanto meno consigli utili a migliorare
la dieta dei clienti su uno schermo. La stessa Università di Washington
ha acquistato un supermarket dove monitoriamo i cambiamenti delle scelte
d'acquisto quando variamo i prezzi, ad esempio della frutta. Il tutto
per uno studio epidemiologico che riguarda la nutrizione delle persone
in relazione alla cultura gastronomica che cambia da Paese a Paese. In
Cile già mangiano legumi, prodotti che costano poco, mentre è
dura convincere uno del Texas ad abbandonare gli hamburger. Abbiamo bisogno
di cibo locale - ha concluso - e poiché mangiare insieme è
importante, di cibo che rispetti le identità gastronomiche di ogni
popolazione''. (ANSA).
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