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SALUTE
E BENESSERE
La maggior parte della carne di maiale è contaminata dal batterio
Yersinia
Da una ricerca dei consumatori americani.
Secondo uno studio pubblicato oggi
da una delle principali riviste per i consumatori statunitensi, Consumer
Reports effettuato su un campione di prodotti di carne di maiale cruda
venduta nei supermercati un po’ ovunque negli Stati Uniti, sarebbe
presente nel 69 per cento dei prodotti testati il batterio yersinia enterocolitica,
un patogeno di origine alimentare tra i meno conosciuti.
Lo Yersinia enterocolitica è un parassita batterico presente in
molti alimenti (carne, vegetali, prodotti ittici, latte), tuttavia i ceppi
patogeni vengono più frequentemente isolati nella carne di maiale
o nei prodotti a base di carne suina. È causa di patologie intestinali
come enteriti ed enterocoliti e frequentemente di diarrea soprattutto
nei bambini.
Oltre a causare infezioni intestinali, il batterio produce sostanze che
attaccano la ghiandola tiroidea, causando un'iperproduzione dell'ormone
tiroideo. L'80% dei pazienti affetti dalla malattia di Graves (detta anche
morbo di Basedow), una disfunzione tiroidea molto seria, producono degli
anticorpi immunitari alla Yersinia. Il meccanismo, ben conosciuto, è
quello del mimetismo molecolare.
Secondo i Centers for Disease Control and Prevention lo Yersinia enterocolitica
infetta più di 100.000 americani l'anno, ma per ogni caso che viene
confermato da un test di laboratorio, circa 120 casi possono sfuggire
alla diagnosi. I sintomi possono includere febbre, crampi e diarrea sanguinolenta.
La ricerca ha riguardato 148 braciole di maiale e 50 campioni di carne
di maiale in vari supermercati di diversi Stati degli USA.
Nei campioni testati, il 69 % è risultato positivo allo yersinia
e l’11 % all’enterococcus, che è indicativo di una
possibile contaminazione fecale che può portare a infezioni del
tratto urinario. La Salmonella e la listeria, i batteri più conosciuti
dalla collettività hanno registrato rispettivamente il 4 % e il
3 %.
Non sappiamo, rivela Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello
dei Diritti”, se la ricerca in questione abbia effettivamente rispettato
criteri scientifici oggettivi, ma sta di fatto che costituisce comunque
un richiamo sia ai produttori che ai rivenditori della grande e piccola
distribuzione ad utilizzare la massima accortezza per l’igiene nella
vendita dei loro prodotti per evitare danni alla salute dei consumatori.
È evidente, però che il miglior consiglio per i cittadini
per evitare problemi connessi all’alimentazione a base di carne
di maiale è quello di cuocerla sempre e verificarne la puntuale
cottura. Le stesse associazioni dei consumatori autrici del rapporto pubblicato
in America hanno ricordato che per eliminare questo tipi di batteri, la
carne deve raggiungere un punto di cottura pari a 160 gradi
Inoltre, tutto ciò che tocca la carne cruda dovrebbe andare in
lavastoviglie prima di toccare qualsiasi altra cosa o essere lavato accuratamente
con acqua calda e sapone. (www.sportellodeidiritti.org)
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