|
ENTI E
MINISTERI
Benessere animale: per i maiali in arrivo
nuove regole dall'Europa, ma alcuni supermercati le anticipano
In Europa sono in arrivo nuove regole
sul benessere dei maiali da allevamento, in vigore dal 1 gennaio 2013
secondo la direttiva 2008/120 che stabilisce le norme minime per la protezione
dei suini. Ma c’è chi le ha anticipate. Già oggi importanti
catene della grande distribuzione, come l’inglese Marks & Spencer,
selezionano in tutta Europa i produttori “animal friendly”,
che garantiscono standard di benessere più elevati di quelli previsti
dalla legge.
L’obbiettivo si raggiunge «attraverso appositi disciplinari
che controllano l’intera filiera produttiva, regolando le condizioni
di vita, di trasporto e di macellazione» spiega Domenico Viola,
responsabile qualità e sicurezza alimentare di Italcarni.
Per questo motivo Compassion in world farming, un’associazione internazionale
che promuove il benessere degli animali da allevamento, ha assegnato quest’anno
a Marks & Spencer il primo premio Good Pig, nato sulla falsariga di
altri riconoscimenti simili per allevatori di pollame o bovini e destinato
alle aziende che promuovono migliori condizioni di vita per scrofe e suini.
Le condizioni di vita dei maiali destinati alla macellazione sono da sempre
un punto dolente. Secondo la legislazione europea vigente, negli allevamenti
intensivi gli animali adulti di peso superiore ai 110 Kg dispongono di
un metro quadro a testa.
«La normativa è chiara - spiega la veterinaria Irene Alpigiani,
del Dipartimento di Scienze Medico Veterinarie dell’Università
di Parma - ma lo spazio a disposizione per un maiale 110 Kg risulta angusto
se l'animale pesa 170/180 chili, come avviene spesso in Italia e
soprattutto in Emilia Romagna».
Inoltre le scrofe destinate alla riproduzione sono costrette a vivere
in gabbie da parto che permettono solo di alzarsi e sdraiarsi senza potersi
girare o muovere per evitare lo schiacciamento dei cuccioli.
Questi ultimi entro i primi sette giorni di vita vengono castrati senza
anestetico, e le code vengono amputate per evitare aggressioni da parte
di altri maiali.
«Bisogna tenere conto che i maiali sono animali sociali, che hanno
bisogno di “manipolare” materiale di arricchimento come paglia
o pezzi di legno» precisa Alpigiani.
La situazione è migliore negli allevamenti dove gli animali crescono
allo stato brado e semibrado, comunque in situazioni che offrono maggiore
libertà di muoversi e la possibilità di grufolare in ambienti
esterni.
«Molto si sta facendo a livello europeo per elevare gli standard
di benessere animale nell’allevamento suino - precisa Alpigiani
- e molto è stato fatto dagli allevatori che, su base volontaria,
scelgono di adottare un modello di allevamento con una tutela maggiore
degli animali, inserendosi in particolari nicchie di mercato che premiano
l’etica e il benessere».
Anche le condizioni di trasporto e macellazione possono essere migliorate
rispetto alla legislazione vigente: «Marks & Spencer - spiega
Viola - richiede informazioni dettagliate sulla durata del trasporto,
esclude l’uso dello stimolatore elettrico che la normativa vigente
consente - se pur con alcune limitazioni - per agevolare lo spostamento
dei maiali, e richiede che gli animali siano trasportati in gruppi omogenei,
senza separare i soggetti che hanno vissuto insieme in modo da evitare
conflitti e stress. Tutti questi passaggi devono essere documentati
dai vari soggetti della filiera: allevatori, trasportatori e macello»
Molte di queste norme sono comprese nella normativa europea che entrerà
in vigore dal primo gennaio 2013. Le scrofe e le scrofette (le femmine
destinate alla riproduzione che non hanno ancora partorito) non potranno
più essere tenute isolate, ma dovranno stare in gruppo, e gli animali
devono avere accesso a materiale manipolabile (paglia, fieno, legno).
Difficilmente però l’Italia sarà pronta per la scadenza
(come è avvenuto d’altronde per il divieto di allevamento
in batteria delle galline in vigore dallo scorso gennaio). Compassion
in world farming sì è mobilitata con una pittoresca manifestazione
per sollecitare il nostro paese ad adeguarsi. «L’immagine
dell’Italia è a rischio», spiega la responsabile dell’organizzazione
Anna Pisapia.
Non ci sono ancora dati certi sui vantaggi per i consumatori di procedure
di allevamento più umane, mentre sappiamo che i maiali allevati
allo stato brado, soprattutto di razze autoctone pregiate come la Cinta
senese e il Suino Nero di Parma, crescono più lentamente e vengono
macellati a età più avanzata. «Anche 14/18 mesi rispetto
agli 8/10 mesi degli animali che provengono da allevamenti intensivi»,
spiega Alpigiani.
C’è la legittima richiesta nei paesi del Nord Europa e da
alcuni attenti consumatori italiani, di una scelta consapevole attraverso
una sistema di etichettatura “animal friendly” che garantisca
condizioni di vita decorose agli animali destinati ad essere macellati
per uso alimentare.
(Paola Emilia Cicerone - www.ilfattoalimentare.it)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|