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SALUTE
E BENESSERE
Acqua all'arsenico
Sentenza rivoluzionaria condanna il ministero dell'ambiente e della salute
a pagare 200.000 euro ai ricorrenti costretti a bere acqua avvelenata
per lo stress e il danno alla vita di relazione!! Un principio rivoluzionario
che apre la strada ai risarcimenti per il degrado urbano e l'inquinamento
dell'aria in tutte le grandi città ora si avvia un nuovo mega ricorso
di un milione di utenti che solo nel Lazio bevono ancora acqua avvelenata
e che costringerà gli ATO a abbassare le tariffe e chiederà
un risarcimento più consistente di almeno 1500 euro a utente. Secondo
il tar bere acqua all'arsenico può produrre tumori al fegato, cistifellea
e pelle e malattie cardiovascolari. Il Codacons diffida di urgenza i ministri
della salute e dell'ambiente a chiudere i rubinetti in tutti i comuni
dove il limite è superato.
Clamorosa sentenza del TAR del Lazio condanna i ministeri a risarcire
gli utenti dell'acqua di varie regioni (Lazio, Toscana, Trentino Alto
Adige, Lombardia, Umbria) con almeno 100 euro a cittadino. La sentenza
apre una strada di incredibile valore, affermando che fornire servizi
insufficienti o difettosi o inquinati determina la responsabilità
della pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress,
rischio di danno alla salute. Ora questa strada sarà percorsa anche
per chiedere i danni da inquinamento dell'aria e da degrado sia a Napoli
che a Roma e nelle altre grandi città in cui la vivibilità
è fortemente pregiudicata dal degrado ambientale.
"Si tratta di una vittoria importantissima - ha dichiarato il presidente
del CODACONS Carlo Rienzi - perché pone termine all’impunità
di regioni e ministeri che per non spendere i soldi stanziati o non sapendoli
spendere hanno tenuto la popolazione in condizioni di degrado e di rischio
di avvelenamento da arsenico. Ora i singoli presidenti delle regioni e
i singoli Ministri dell'Ambiente e della Salute succedutisi negli ultimi
anni, quando promettevano all'Europa bonifiche delle falde in cambio di
aumento dei limiti di presenza del metallo velenoso nelle acque, dovranno
essere perseguiti dalla Corte dei Conti per rimborsare l'erario dei soldi
che dovranno risarcire agli utenti'.
Oltre 2000 i cittadini che avranno diritto al rimborso del danno di 100
euro a testa ma saranno decine di migliaia quelli che nel prossimo ricorso
che partirà tra poche settimane chiederanno almeno 1.500 euro a
testa. Nel prossimo ricorso al quale si può già aderire
seguendo le istruzioni sul sito www.codacons.it , si agirà - come
indica il TAR nella clamorosa sentenza - anche contro gli ATO di appartenenza
per chiedere un ribasso immediato delle tariffe a la restituzione di quelle
versate per avere in cambio acqua avvelenata.
Il TAR ha riaffermato che l'acqua fornita ai cittadini deve essere salubre
e la tariffa legata proprio alla qualità di essa, da cui l'indicazione
di agire contro le ATO che non potevano non tenere conto di questo dato
nel determinare la tariffa.
Ma non solo. Il TAR ha anche affermato l'importantissimo principio - che
porterà ora a decine di querele penali e denunce alle Procure della
Repubblica - che nella vicenda sollevata dal CODACONS e dall'ASSOCIAZIONE
UTENTI DEI SERVIZI PUBBLICI (la cui legittimazione viene sancita dal TAR
sia per la tutela ambientale che consumerista ) sussiste un preciso:
"fatto illecito costituito dall'esposizione degli utenti del servizio
idrico ricorrenti a un fattore di rischio (l'arsenico disciolto in acqua
oltre i limiti consentiti in deroga dall'Unione Europea), almeno in parte
riconducibile, per entità e tempi di esposizione, alla violazione
delle regole di buona amministrazione, determina un danno non patrimoniale
complessivamente risarcibile, a titolo di danno biologico, morale ed esistenziale,
per l'aumento di probabilità di contrarre gravi infermità
in futuro e per lo stress psico-fisico e l'alterazione delle abitudini
di vita personali e familiari conseguenti alla ritardata ed incompleta
informazione del rischio sanitario'.
E ancora - prosegue il TAR del Lazio (pres. EDUARDO PUGLIESE, Rel. RAFFAELLO
SESTINI) - è certa la "pericolosità per la salute umana
derivante da un'esposizione prolungata all'arsenico presente nell'acqua
potabile, anche in quantità piccolissime, come risultante dalla
ricerca condotta su oltre 11.700 persone in Bangladesh e pubblicato nell'edizione
online della rivista scientifica The Lancet, che ha dimostrato che la
presenza di arsenico in elevate concentrazioni nel sangue aumenta in modo
significativo il rischio di tumori. Secondo le stime effettuate dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità, inoltre, in Bangladesh a partire dagli anni
'70 almeno 35 milioni di persone hanno bevuto acqua contaminata con piccolissime
quantità di arsenico, e secondo lo studio Heals (Health Effects
of Arsenic Longitudinal Study) coordinato da Habibul Ahsan dell'Università
di Chicago, ciò è stato sufficiente a provocare il 21%)
delle morti per tutte le cause e il 24% di quelle attribuite a malattie
croniche (in prevalenza, tumori al fegato, cistifellea e pelle e malattie
cardiovascolari)'. (http://www.codacons.it)
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