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RASSEGNA
STAMPA
Presentato il nuovo manuale di tartuficoltura
Il nuovo “Manuale di tartuficoltura–
Esperienze di coltivazione dei tartufi in Umbria”, scritto da Mattia
Bencivenga e Leonardo Baciarelli Falini dell’Università
di Perugia, è stato presentato mercoledì 14 marzo, nella
Sala Fiume di Palazzo Donini a Perugia, alla presenza dell’assessore
regionale alle politiche agricole Fernanda Cecchini.
Edito dalla Regione Umbria, il Manuale è frutto delle conoscenze
che il gruppo di ricerca sul tartufo del Dipartimento di Biologia Applicata
dell’Università degli Studi di Perugia ha acquisito in molti
anni di indagini e sperimentazioni, in particolare condotte nelle tartufaie
del Programma tartufigeno regionale realizzate a partire dai primi anni
’80 quando la Regione ha dato avvio ad una approfondita e
diffusa attività sperimentale e dimostrativa finalizzata all’incremento
della produzione di tartufi.
“La pubblicazione, ha affermato l’assessore Cecchini, prosegue
l’impegno regionale per l’incremento della tartuficoltura
che, considerate la vocazione del territorio e le esigenze di tutela e
di sviluppo socio economico delle aree marginali ed abbandonate, presenta
in Umbria notevoli margini di sviluppo”. Il Manuale illustra in
termini pratici, per ogni specie, il percorso che il tartuficoltore deve
seguire dal progetto della tartufaia alla raccolta del prodotto. Costituisce
quindi uno strumento indispensabile per intraprendere attualmente la coltivazione
dei tartufi su basi scientifiche e con le migliori possibilità
di successo. In particolare agricoltori e tecnici vi troveranno indicazioni
progettuali e colturali particolarmente valide per le diverse condizioni
locali.
“L’auspicio della Regione, ha concluso l’assessore Cecchini,
è che il Manuale, fornendo le necessarie indicazioni per una moderna
tartuficoltura, favorisca anche il migliore utilizzo delle risorse destinate
alle misure di imboschimento dei terreni agricoli ed abbandonati. Nell’ambito
del programma di sviluppo rurale dell’Umbria è prevista peraltro
la possibilità di realizzare impianti tartuficoli, agevolando così
in aree marginali un uso del suolo produttivo e di grande valenza ambientale”.
(www.regione.umbria.it)
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