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QUALITA'
Viticoltura a ridotto impatto ambientale
Vinificati e analizzati dall’Unione Italiana Vini i
primi 140 incroci di viti resistenti naturalmente alle principali malattie
ottenuti dall’Università di Udine e dall’Istituto di
Genomica Applicata
E’ possibile utilizzare la ricerca
sul genoma della vite per una viticoltura di qualità con un ridotto
impatto ambientale? L’Università di Udine, l’Istituto
di Genomica Applicata e l’Unione Italiana Vini rispondono di sì,
e lo dimostrano presentando i primi risultati di un lungo quanto ambizioso
progetto di ricerca, finanziato dall’amministrazione regionale del
Friuli Venezia Giulia, volto alla selezione di viti resistenti naturalmente
alle malattie più diffuse, senza quindi ausilio di trattamenti.
Dopo dieci anni di ricerca, di test di laboratorio e di prove in campo,
i primi 140 incroci di viti selezionati dall’équipe del professor
Raffaele Testolin, docente all’Università di Udine e presidente
dell’Istituto di Genomica Applicata, sono approdati alla sfida del
bicchiere grazie anche alla collaborazione del Laboratorio di Verona dell’Unione
Italiana Vini, che mettendo a disposizione competenze, personale e attrezzature
ha portato alla microvinificazione dei campioni e alla successiva analisi
nell’innovativo Laboratorio Chimico-Sensoriale Uiv. Attraverso un
panel di analisi sensoriale le cui conclusioni sono state supportate dall’analisi
chimica con spettrometria di massa, sono state valutate con precisione
le potenzialità dei vini prodotti (annata 2007), alcuni dei quali
hanno già dimostrato promettenti caratteristiche.
Si tratta solo di un primo passo, in quanto, come spiega Testolin, “finora
abbiamo operato secondo gli schemi di incrocio e selezione tradizionali.
Nei prossimi anni ci aspettiamo un miglioramento sostanziale dei metodi
di selezione, perché utilizzeremo tutte le informazioni derivanti
dal progetto italo-francese Vigna di sequenziamento del genoma della vite,
al quale abbiamo partecipato come Iga, per fare una selezione più
rapida e precisa”. Il sequenziamento del genoma della vite, portato
a compimento nell’agosto dell’anno scorso, darà un’accelerazione
importante proprio sul fronte della lotta alle malattie più diffuse
- peronospora, oidio, mal dell’esca, legno nero, flavescenza - che
ogni anno provocano danni al vigneto italiano ed europeo con conseguenze
sulla qualità e la quantità delle produzioni e impatti a
volte devastanti sul reddito delle aziende.
“E’ per questo che Unione Italiana Vini, la più prestigiosa
associazione sindacale del settore vitivinicolo – dice il suo presidente
Andrea Sartori - ha supportato sin dall’inizio il progetto Vigna,
cogliendone a pieno le potenzialità, e continua a supportare i
ricercatori impegnati in questa attività strategica”. Delle
prospettive future aperte dal sequenziamento del genoma della vite e dei
primi risultati concreti ottenuti dalle microvinificazioni svolte da Uiv
per l’Iga si parlerà a Udine l’8 marzo, presso l’Auditorium
della Regione Friuli, durante il convegno “Un genoma d’annata”,
con inizio alle ore 9, a cui a fianco dei ricercatori protagonisti parteciperà
lo stesso presidente Sartori.
Per informazioni sul convegno:
tel. 0432 629782, info@appliedgenomics.org
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