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Il commento del Presidente dell’Unione Italiana Vini al decreto sui controlli firmato dal Ministro De Castro
La novità è l’assegnazione all’Ispettorato centrale repressione frodi del ruolo di vigilante sull’operato dei consorzi

“Una scelta di buon senso e un segnale forte per la filiera vitivinicola”: così Andrea Sartori, presidente della Confederazione Italiana della Vite e del Vino - Unione Italiana Vini, commenta la firma del ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro al decreto del 4 agosto relativo ai controlli del processo di produzione dei vini a denominazione di origine controllata. Nel decreto, se da una parte è stato ribadito il ruolo dei consorzi di tutela dei produttori come organismi riconosciuti nell’espletamento di questa attività, dall’altra - ed è questa la vera novità - l’Ispettorato centrale repressione frodi è stato investito del ruolo di vigilante sull’operato dei consorzi. Il tutto in attesa di una riforma sostanziale della legge sulle denominazioni di origine, la 164/92, che tra le altre cose contempla proprio la materia dei controlli. “Sottolineando la necessità di una riforma strutturale dei controlli - afferma Andrea Sartori - il ministro ha forse riconosciuto, di fatto, che oggi la rappresentanza dei consorzi non è corretta e a farne le spese è l’imprenditoria privata. Pur essendo evidente che il sistema dei controlli com’è strutturato oggi non è condiviso dalla filiera, ci rendiamo conto che il ministro doveva uscire da questa impasse e lo ha fatto in modo equilibrato, confermando, oggi, il ruolo dei consorzi ma al tempo stesso individuando una struttura che attui la vigilanza sugli stessi, e soprattutto affermando a chiare lettere che questo decreto ha vita provvisoria, in attesa di una riforma strutturale del sistema.
“Resta fermo il fatto che il mondo imprenditoriale attende una reale e profonda modifica della legge 164, controlli compresi - conclude Sartori - Nel frattempo le associazioni di categoria dovranno confrontarsi diventando realmente protagoniste di questo processo, elaborando e proponendo al ministro nuovi e più efficaci percorsi”.
Con la firma del decreto si chiude un periodo molto turbolento per il settore, che ha visto contrapposti i consorzi e gran parte dell’imprenditoria vitivinicola, e il merito va sicuramente ascritto alla grande abilità di negoziatore del ministro, poiché è riuscito, in una situazione che si era pesantemente complicata, a rispondere alle esigenze del mondo imprenditoriale salvaguardando il ruolo degli organismi di tutela delle nostre Doc.