|
QUALITA'
C’è del “Tenero”…….
Lessa, stracotta, arrostita. Oppure
cruda: affettata, tritata o battuta al coltello.
La si può preparare in mille modi, la si abbina a molteplici ingredienti,
la si utilizza per una infinità di ricette. Fa bene, nella giusta
misura, ai bambini, agli adulti e agli anziani. L’importante però
è che sia di alta qualità e garantita. E’ la carne:
la carne bovina.
Questi
i concetti fondamentali emersi dalla due giorni di fine Giugno, dedicata
alla stampa, voluta e organizzata dall’Asprocarne Piemonte, in collaborazione
con la Comunità Europea e lo Stato Italiano, al fine di dare ai
consumatori una corretta informazione sulla filiera produttiva della nostra
tanto amata bistecca. Per il secondo anno consecutivo infatti, alcuni
giornalisti, provenienti da diverse aree geografiche del paese, hanno
raggiunto il Piemonte e partecipato ad un vero e proprio viaggio all’interno
del mondo della carne. Due allevamenti, un macello, un centro di sezionamento
carni e un mangimificio sono state le tappe salienti dell’incontro,
meeting che si è concluso, a pranzo del secondo giorno, con una
tavola rotonda alla quale ha preso parte il noto nutrizionalista Prof.
Giorgio Calabrese.
Tipologia di allevamento, razze bovine, alimentazione animale, etichettatura,
controlli sanitari, ma anche e soprattutto la carne nell’ambito
della nostra alimentazione. Queste sono state le argomentazioni trattate
e spiegate agli invitati sia dai tecnici Asprocarne, per quanto riguarda
la filiera di produzione, che dal Prof. Calabrese per l’utilizzo
della carne in cucina.
Per dovere di cronaca bisogna ricordare al lettore che più del
50% della carne che consumiamo annualmente nel nostro paese appartiene
a capi importati, in modo particolare dalla vicina Francia e che tre le
razze prescelte sono: la Charolaise, la Limousine e la Blonde d’Aquitaine.
Per la parte restante il mercato viene soddisfatto dalle nostre razze
autoctone, nel caso del Piemonte l’ottima razza piemontese. Questo
per spiegare le diverse tipologie di allevamento. C’è chi
alleva animali nati in azienda e chi, importando i capi dall’estero,
si dedica esclusivamente all’ingrasso dei bovini stessi.
Così come per l’alimentazione dei capi possiamo trovare delle
diversità tra le aziende che si auto producono buona parte degli
ingredienti e quelle che li acquistano dai mangimifici specializzati.
Al fine di garantire sin dall’inizio il controllo sull’intera
filiera, agli animali appena nati, sia in Italia che all’estero,
vengono applicati ai lobi delle orecchie due auricolari che li accompagneranno
per tutta la loro vita. In parallelo le autorità competenti emettono
un passaporto del capo che sarà il suo vero e proprio documento
identificativo. Il tutto viene registrato all’anagrafe bovina.
I controlli veterinari producono un’altra documentazione che, come
nel caso del passaporto, accompagna l’animale in tutto il suo percorso.
Anche per i mangimi esistono dei registri di carico e scarico che vengono
controllati regolarmente dagli enti preposti. In questo caso sappiamo
tutto sul capo, dov’è nato e cresciuto, che cosa ha mangiato,
e naturalmente se gode di buona salute.
La documentazione segue il bovino fino al macello dove si opera attentamente
dando dei riferimenti all’animale in modo tale da non perdere nessuna
informazione sul suo conto. Lo stesso discorso vale per il centro di sezionamento
carne, per arrivare poi in chiusura di filiera al punto vendita. Stando
alle disposizione della Comunità Europea sull’etichetta che
ci rilascia il macellaio, al momento dell’acquisto della nostra
carne, dobbiamo trovare alcuni dati riguardanti l’animale. L’Asprocarne
Piemonte da alcuni anni lavora per dare al consumatore ancora più
informazioni. Motivo per cui non solo applica l’etichettature obbligatoria,
quella voluta dalla Comunità, ma utilizza l’etichettatura
volontaria. Un sistema che ci consente di conoscere: il taglio anatomico,
la razza, il codice auricolare, l’azienda agricola, il sesso, il
luogo di nascita, l’età, dove l’animale è stato
allevato, macellato e sezionato e infine l’ente terzo che certifica,
controlla e assicura la veridicità delle informazioni fornite in
etichetta. Per potere operare in tal senso è chiaro che bisogna
essere molto sicuri del lavoro che l’intero comparto produce; dall’alimentazione
dei capi sino ad arrivare al punto vendita finale.
La due giorni piemontese ha fornito ai partecipanti molte informazioni
sul citato lavoro dando a loro la possibilità di dialogare in modo
approfondito con i tecnici, i veterinari, gli allevatori, in poche parole
con gli uomini che operano per far si che la carne raggiunga le nostre
cucine. E’ stato invece il Prof. Calabrese a sostenere nel corso
della tavola rotonda, svoltasi nelle Langhe a Verduno, quanto la carne
sia importante nell’alimentazione umana. “Bisogna mangiare
un pò di tutto” ha sostenuto il celebre luminare “inclusa
nel modo più assoluto la carne”.
Dunque un alimento idoneo per tutti nella giusta misura ma, attenzione
sempre all’etichetta e che possibilmente ci sia del tenero…..
Fabrizio Salce
|
|
|