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QUALITA'
L’ologramma Dovid, un “marchio dei marchi” per tutelare
il Made in Italy agroalimentare.
La Stella della Repubblica Italiana
brilla sul made in Italy per tutelare dai falsi agroalimentari e garantire
i prodotti Dop e Igp sui mercati extra Ue. Presentati a Siena i dati Mipaaf
riguardo la sperimentazione in corso sull’ologramma di Stato
Il Mipaaf ha avviato una fase sperimentale di verifica sull’ologramma
di Stato per testare l’efficacia di questo provvedimento anti “taroccamento”.
Ne hanno parlato oggi a Siena il Capo della segreteria tecnica del Mipaaf
Riccardo Deserti ed il ministro De Castro, intervistato da Lamberto Sposini,
in occasione della Giornata dei Consorzi di tutela delle indicazioni Geografiche
Italiane, organizzata dalla Fondazione Qualivita.
Un’idea piuttosto semplice ma efficace nella lotta alla contraffazione
dei prodotti di eccellenza italiani che, fuori dai mercati comunitari,
non godono purtroppo di alcuna forma di protezione. Il prodotto più
imitato rimane il Parmigiano Reggiano, venduto con il nome di “Parmesan;,
segue il Romano Cheese, che all’estero sostituisce il Pecorino Romano,
terzo posto per l’Aceto Balsamico, seguito da Provolone, Gorgonzola
e Asiago.
L’imitazione dei prodotti agroalimentari italiani, la cosiddetta
agropirateria, è sempre più diffusa in tutto il mondo ma
ha assunto livelli preoccupanti proprio in quelle aree che rappresentano
i mercati dove i guadagni per le imprese alimentari sono maggiori. Tra
le produzioni più copiate figurano quelle a marchio Dop e Igp,
la cui tutela contro imitazioni e contraffazioni è attualmente
limitata soltanto all’interno dei confini dell’Unione Europea.
L’imitazione dei nomi di prodotti italiani da parte di imprese estere
locali sempre più spesso diventa un danno economico permanente:
non sono infatti isolati i casi in cui tale pratica sleale ha finito col
diventare una vera e propria barriera alle esportazioni delle nostre produzioni
più tipiche. Uno dei principali prosciutti italiani a marchio Dop
non può utilizzare la propria denominazione in Nord America, per
la contemporanea presenza su questo mercato di un marchio privato che
riporta la medesima indicazione geografica, ma registrato prima.
L’ologramma di Stato di cui si è parlato a Siena, raffigurante
lo stemma dello Stato Italiano, la stella della Repubblica circondata
da una corona di alloro, verrà affiancato ai marchi che identificano
prodotti certificati Ue Dop e Igp.
“L’ologramma, tecnicamente definito Dovid, diffractive optically
variable image device - ha detto il Ministro De Castro - è un dispositivo
ottico con caratteristiche di variabilità dell’immagine che
cambia al mutare delle condizioni di illuminazione. Queste peculiarità
lo rendono difficilmente imitabile”.
L’utilizzo del Contrassegno con l’emblema di Stato per i prodotti
con denominazione di origine o indicazione geografica consentirà
quindi un attento controllo sul prodotto a garanzia del consumatore. Le
contraffazioni dell’ologramma saranno punibili ai sensi di legge
secondo il Decreto legislativo 5 maggio del 1948, n 535.
In più di 170 Paesi Ue ed extra-Ue la contraffazione del Contrassegno
con l’emblema di Stato sarà perseguibile anche ai sensi della
Convenzione di Parigi; la quale prevede che ogni Paese, al momento in
cui viene usurpato o contraffatto l’ologramma di un altro Stato,
debba intervenire per tutelare il simbolo, bloccando l’illecito
per tutelare il sigillo italiano e con esso il prodotto Made in Italy.
Il tutto anche mediante sanzioni penali.
“La pattuglia dei settori trainanti del made in Italy all’estero
realizza oltre 70 miliardi di euro di export – ha aggiunto Deserti,
capo segreteria tecnica del Mipaaf - e in questo contesto l’agroalimentare
realizza la più rilevante quota di export assieme alla gioielleria
e all’abbigliamento ed ha realizzato la migliore performance nel
biennio 2004-06”.
La prima fase della sperimentazione è stata testata dal Consorzio
del Grana Padano, ma già la seconda fase coinvolgerà un
più alto numero di consorzi di tutela.
Certamente sono emersi anche alcuni aspetti negativi, soprattutto legati
ai costi del marchio aggiuntivo ma di sicuro permane la sensazione positiva
che sia questo un grande passo in avanti nella sperimentazione di una
sicura rete di protezione anticontraffazione, da tempo voluta e cercata
all’interno del Wto.
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