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Ogm. 540 lettere dalle Città del Vino al Presidente del Consiglio

I sindaci delle 540 Città del Vino nei prossimi giorni scriveranno al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per chiedere un intervento tempestivo e chiaro sulla coesistenza tra colture Ogm, colture biologiche e da agricoltura tradizionale. L'Associazione nazionale Città del Vino appoggia infatti la posizione del Ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, a favore di regole certe e rigorose che salvaguardino il patrimonio genetico ed enogastronomico del nostro Paese.

"Ho scritto a Berlusconi per esprimere il nostro rammarico per la mancata approvazione delle regole sulla coesistenza e per il brusco stop al decreto legge - afferma Floriano Zambon, il presidente delle Città del Vino -. Servono norme certe e chiare, anche se rimaniamo convinti che in Italia sarà molto difficile realizzare la coesistenza tra colture Ogm e Ogm-free a causa della forte parcellizzazione delle proprietà agricole e dell'ampia diversificazione dei prodotti. Il decreto dovrà necessariamente tener conto di questi aspetti perchè si rischia una contaminazione particolarmente dannosa per il patrimonio genetico del nostro Paese".

Il tema degli organismi geneticamente modificati fa molta presa sui consumatori che in grandissima maggioranza, come dimostrano numerose ricerche e sondaggi, si dicono contrari alla manipolazione dei cibi. Anche per questo motivo le Città del Vino rilanceranno tra pochi giorni la campagna dei "Comuni Ogm Free" avviata lo scorso anno insieme a Legambiente. Altre Città del Vino sono infatti pronte a piantare i cartelli di "Comune Ogm Free" sul loro territorio.
Ad oggi sono circa 1.200 i Comuni italiani che hanno deliberato per manifestare la loro volontà a tenere fuori gli Ogm dall'ambiente. Sul tema le Città del Vino s'erano già espresse per contrastare la direttiva europea sulla commercializzazione del materiale di moltiplicazione della vite.

Proprio nei giorni scorsi l'Associazione ha firmato un protocollo d'intesa insieme a Coldiretti per dire ancora No agli Ogm e rilanciare le produzioni agricole ed enogastronomiche di qualità. Se così non fosse il lavoro di migliaia di piccoli e medi produttori, in campo vitivivinicolo e agricolo, rischia di essere irrimediabilmente compromesso.


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