QUALITA'

Biotecnologie: dove scienza e impresa si incontrano

Il 19 e 20 settembre ha avuto luogo all’Università degli Studi di Milano un evento pubblico, gratuito, promosso da Università, CCIA, Regione, Provincia e patrocinato dai principali enti di stato in collaborazione con un ricco assortimento delle associazioni industriali e scientifiche nazionali ed europee . Il Presidente della CCIA di Milano Dr Sangalli ne ha sottolineato l’importanza quale segnale di svolta per portare il settore delle biotecnologie alla ribalta internazionale dell’informazione dato che la Regione Lombardia svolge un ruolo di protagonismo.

Gli inviti sono circolati via Internet accompagnati da informazioni e dettagli accessibili sul sito web e con la semplificazione pratica delle procedure di accreditamento.
Il programma è stato organizzato in tre sessioni concorrenti di conferenze dove le presentazioni si alternavano con ritmo raggruppate per temi e seguite da una sessione di Q&A stimolata dai chairman, dalla concorrenza a tavola rotonda degli oratori e dai partecipanti.

La contemporanea presenza di protagonisti di servizi ed attività accessibili alla società di istituti ad hoc, di laboratori, di contatti con enti nazionali ed internazionali nella galleria di accesso alle sale di convegno ha completato il modello iniziativa di buon livello per la sede centrale dell’Università degli Studi di Milano, in via Festa del Perdono, 7.

La rappresentazione ha goduto di una sede di grande prestigio come la Ca Granda, di un’ampia e prestigiosa squadra di chairman per tema, di oltre un centinaio di relatori che si sono confrontati con semplici ascoltatori e studenti, esperti ed operatori del settore per una rassegna in tempo reale di informazioni su progetti terminati e in corso, programmi, risultati, commenti sulla vasta tematica.

Alle lezioni sulle Biotecnologie ospitate nella sezione Bioforum si sono accompagnate presentazioni sul tema delle Nanotecnologie in medicina, in preparazione al Nanoforum programmato al Politecnico di Milano, sede Bovisa, in via Durando 10, per il 27-28 settembre.

Le informazioni iniziali ed i risultati del Forum sono accessibili al sito www.bioforum.it e www.nanoforum.it oltre che presso i comitati organizzatori che hanno preso cura di ogni caso presentato personalmente per mettere in rapporto accademia, imprese e utilizzatori.
Una Guida-catalogo in accurata e dettagliata edizione di informazioni ha facilitato l’orientamento dei partecipanti alla complessa varietà delle tematiche in discussione inj ogni momento delle due giornate


Appunti e note

L’informazione e la divulgazione della comunicazione scientifico-tecnologica
Un ruolo poco conosciuto tra gli addetti ai lavori e la stampa stessa.

Contribuire allo sviluppo della cultura scientifica e della comprensione di obiettivi e risultati di evoluzione tecnologica è il ruolo della divulgazione tecnico-scientifica che mi è familiare. Dato che in questo stadio della mia carriera di studioso ed esperto di nicchie particolari, spesso inesplorate, nel settore della scienza dei materiali e nell’industria internazionale chimica e dei polimeri, mi sono reso conto della carenza di sensibilità da parte dell’uomo della strada al tema della divulgazione tecnica.

Anche il settore delle biotecnologie che tra le altre materie ha avuto il sostegno dell’attenzione del CNR in aggiunta all’università e all’intera filiera agroalimentare, dimostra segni di inadeguatezza della qualità dell’informazione (di cui mi occupo per interesse conoscitivo personale) tanto che la stessa giunge lungo canali deboli e spesso deformata all’orecchio del consumatore o dell’uomo della strada

Da decine d’anni sostengo che la comunicazione scientifica non si gloria più di risultati esaltanti nel nostro paese: le ragioni mi restano ancora poco chiare, in quanto atipiche per una nazione occidentale che ha il vanto di stare al vertice della cultura.

Tenuto conto dell’isolamento in cui vivono ed operano i protagonisti (università, imprese, pubblico, autorità ed enti dello stato) si deve riconoscere che catalizzatori tradizionali nei paesi più evoluti, come le associazioni imprenditoriali e culturali e le autorità territoriali con i mass media di cui dispongono, non funzionano nel nostro paese che su forte pressione dell’opinione pubblica, che viene assalita con notizie spesso allarmanti di crisi...
Incredibile è l’isolamento passivo che soprattutto le componenti culturali sopportano senza reazioni nei confronti dei mass media nazionali e spesso anche locali.

Il fenomeno è più imponente nei territori dominati da (pochi) grandi centri urbani: in periferia e in provincia circola un’informazione più capillare anche se spesso pecca di improvvisazione e di mediocre coordinamento in progetti sostenibili.

Nonostante che Milano sia sede per tradizione ed elezione d’informazione stampata e che Roma lo sia per l’informazione radio-televisiva, la soddisfazione dell’informazione non è percepita che in grado infinitesimo dall’uomo comune.

La stessa Camera di Commercio di Milano, la più importante d’Italia, ha difficioltà di comunicazione e non riesce ad imitare il grado di efficienza che raggiungono organismi di dimensione ridotta ma capaci di complementarsi con un servizio d’informazione disponibile ed accessibile, ad esempio Varese e Bergamo (tanto per citare esperienze validate direttamente), tanto da costituire occasione di concorrenza di generazione di eventi rispetto alle grandi città.

Restano esclusi, salvo eccezioni, eventi legati a discipline scientifiche in cui la capacità di comunicazione delle sedi universitarie e degli enti di ricerca si associa alla presenza di risorse materiali e culturali influenzate dalla dimensione. Anche a Milano tuttavia la sinergià è stata praticamente relegata a rapporti occasionali con una stampa scientifica di fatto inesistente e impreparata alla generazione d’eco agli eventi in proporzione al ruolo nazionale di esempio, causando gravi limiti alla gratificazione del ricercatore medio ed alle opportunità di competizione delle scelte di carriera.

Si genera un isolamento che tende ad avvitarsi su se stesso e rinforza l’adesione ad alternative di gratificazione all’estero. Soprattutto nei giovani più dinamici ed animati da volontà di emergere in materie osteggiate da un’opinione comune non informata: tra queste primeggiano la chimica e l’ingegneria d’avanguardia e innovazione, ma non è tanto distante il ritardo di appeal da parte delle biotecnologie.

Scienze naturali, medicina ed informatica godono di prestigio sia per l’effetto di emulazione stimolata da importanti figure di premi Nobel viventi che per la piccola eco dei risultati che alcuni mass media hanno cavalcato su temi di salute e d’informatica sulla scia d’iniziative industriali pubbliche e private di punta e sull’interfaccia in fase di acquisizione per le applicazioni personali e di gruppo delle innovazioni nell’informatica. Telefonini a parte...

I dati più sconcertanti provengono dalla disponibilità di esperienza e servizi d’organizzazione di eventi a livello internazionale dotati di attrezzature moderne di audio-visive e di comunicazione nelle sale di convegno e nei servizi di PR e stampa.

Un grande balzo è stato fatto con le nuove strutture della Fiera di Milano a Rho che consentono lo svolgimento ad ottimi livelli di accoglienza di eventi, convegni, meeting di grande immagine ed efficienza, la cui acquisizione è stata saggiamente perseguita con esempi d’efficienza organizzativa e d’uso di adeguati servizi tecnici moderni.

La scuola non solo non ha anticipato il trascinamento allo sviluppo culturale. In tante sedi è rimasta in retroguardia per inesperienza aggravata da un’endemica carenza di risorse umane e materiali proprio la maggior parte delle università: non solo spesso mancano le attrezzature di proiezione e registrazione, una efficace visibilità di immagini, tabelle, filmati, traduzioni ma ... non ci sono nemmeno aiutanti tecnici di assistenza ai relatori, alla registrazione e documentazione per i partecipanti specialisti (PR) addetti alla progettazione dell’evento e alla divulgazione dei risultati di contenuto e di facciata che soddisfino anche gli sponsor.

Questa volta l’università di Milano apre le proprie aule anche al pubblico, all’uomo della strada, all’operatore, a giovani ed anziani. Si propone come strumento di riferimento, di contatto, di rapporto, di esempio. I problemi sono complessi, ma l’iniziativa intrapresa merita il plauso della società intelligente, socialmente sensibile ai fini del perseguimento di ogni sostenibile miglioramento delle condizioni di vita e di relazione.

Alcune lezioni al Bioforum –
Controllo della confidenzialità delle informazioni e delle notizie

Software and reproducible lab processes are the basis for intellectual property protection

Dr Koeble Ehrensberger, AAC Infotray Zurigo

La lezione si indirizza a tutto il percorso della scoperta: dall’idea di ricerca primitiva, alle prime ricerche sullo stato dell’arte, alle prime indagini in laboratorio, al primo protocollo di progetto, all’inizio della sperimentazione e alle successive fasi che precedono e che seguono la decisione di brevettazione e di protezione delle conoscenze.

Si tratta di fasi delicate illustrate con sequenze operative di gestione delle informazioni attraverso il programma Limsophy messo a punto dalla società presentatrice.
Dettagli ed informazioni riguardanti la peculiarità del sistema, le ispezioni di sorveglianza, la creazione dello stretto collegamento tra materie prime e processo, la documentazione sono accessibili tramite info@infotray.ch e visitando il sito www.limsophy.com.

Con il Dr Koeble ho potuto commentare impressioni di primo acchito sul successo dell’evento milanese, come la validità dell’iniziativa ed il riscontro dell’interesse all’occasione d’incontro chiedendo suggerimenti ed osservazioni che ne potessero migliorare l’esperienza.

La società svizzera Infotray è specializzata in organizzazione e nello svilupo di una problematica COSI’ DELICATA E COMPLESSA COME QUELLA DELLA PROTEZIONE delle informazioni confidenziali di tecnologie e scoperte, importanti, sia brevettate che ancora in incubazione.

E’ stata creata la “mente artificiale”, da poco, al MIT di Boston, dopo ben 50 anni di ricerca, riproducendo in computer le operazioni compiute da un centinaio di neuroni (il Dr Tommaso Poggio, noto protagonista della mente artificiale, è di scena al meeting del week end a Venezia promosso dal professore Veronesi sulla scia delle iniziative degli scienziati american al dibattito su “Intelligent design”, rapporti tra scienza e religioni).
Il volume del cervello umano si è sviluppato nelle ere triplicando la propria massa e avrebbe la tendenza di continuare...

Comunicare e divulgare è obiettivo di tutte le società democraticamente aperte: con Bioforum l’occasione è stata lanciata pubblicamente a Milano: occorre che il pubblico si alleni a recepire tra le sue riflessioni anche quelle di carattere ed interesse scientifico.

Una divulgazione con entusiasmo ed avvincente anche per i non addetti ai lavori può favorire una partecipazione più avvincente ed entusiasta.

Brevetti e università

Il tema è stato presentato con una didascalica rassegna dello statio dell’arte dal Dr. Gabriele Bernascone e dal professor Roberto Tiezzi.
Sono stati trattati i brevetti depositati dall’Università di Milano nelle biotecnologie, la problematica del riconoscimenti dei diritti ai ricercatori e all’accademia, il trasferimento a terzi e lo stato dell’arte nella comunità europea in tema di protezione delle invenzioni biotecnologiche.
Tra i relatori hanno preso la parola esperti di società di servizio in temi brevettuali e di protezione della proprietà intellettuale.

NB – Le presentazioni delle letture, nella lingua dell’autore, sono state accompagnate dalla proiezione di concetti-guida che hanno accompagnato ogni esposizione ed arricchiti di documenti, tabulazioni ed immagini statiche e filmate.

Ma il tutto era stranamente inutilizzabile dai partecipanti in quanto le splendide giornate di sole che dopo mezzogiorno illuminava le aule attraverso le immense vetrate della Ca Granda era solo alleviato da tendine in cotonina... che lasciava protoganista “la luce”. Quasi un quadro di Magritte.

Sono d’accordo d’illuminare le teste con la divulgazione... ma aiutiamoci con tendaggi e sistemi di protezione... oltre che delle conoscenze... anche dall’intromissione luminosa della luce solare in questo caso, indisponente!

Resta decisamente grigia la propensione della ricerca italiana alla brevettazione, bloccata dai costi delle procedure europee e dalla incapacità per i singoli inventori di proteggere le proprietà intellettuali dai furti dei falchi internazionali all’agguato pronti a carpire idee e primi risultati.

La difesa e la protezione è un pericolo che i giovani sono costretti ad affrontare con le armi della pace della non pubblicazione... mentre il gioco potrebbe essere pesante e demotivante.


Ricerca ed innovazione per l’Agro-alimentare

L’elegante fascicolo pubblicato da ENEA ha stimolato la partecipazione alle quattro lezioni che si sono susseguite nell’aula: Agrofood – Quality and safety.
Meritano divulgazione l’indice della presentazione di ENEA e alcune note riprese dalle lezioni.

Il chairman della sessione Professor Alberto Schiraldi ha collegato gli interventi con perfetto rispetto dei tempi, aiutato da oratori che hanno dimostrato la propria personale competenza e disponibilità all’esposizione più semplicemente comprensibile della divulgazione.

Dalla rassegna delle più recenti normative comunitarie in ambito di GMO alla ricerca di applicazione delle più sofisticate tecnologie d’indagine per la scoperta di composti indesiderati nella composizione degli alimenti (fingerprints con serie di sensori robotizzati, spazio di testa nelle indagini di chimica molecolare, metodi statistici, ecc) la mezz’ora dedicata alla sessione di Q&A è volata in una sequela di informazioni aggiornate, precise, la cui importanza o curiosità è stata inquadrata in modo magistrale.

Peccato, anche in questa circostanza, l’effetto allampante solare per cui la visibilità dello schermo è stata disturbata dalla illeggibilità... ottica!

Il Dr Marco Mazzara ha passato in rassegna le più recenti disposizioni contenute nel CRL EC 1829/203 di politica OGM, chiarendo i concetti di applicabilità, delle prove di indagine e di una loro critica validazione da parte dell’organo europeo (la competenza è attualmente a Parma), la scelta strategica di metodologie DNA, la rete interlaboratorio di confronto sistematico dei risultati.
Accesso aperto è segnalato al sito www.gmo-crl.jrc.it per informazioni dei requisiti di conformità alle norme EC.

Il professore Francesco Bonomi ha informato sugli aspetti rilevanti riguardanti “allergie ed intolleranze” alimentari.
Si è trattato di un punto di vista molto sincero sullo stato dell’arte delle conoscenze scientifiche in questo campo della medicina. La salute è soggetta ad una complessità favorita dalla partecipazione di fattori locali e geografici che si adattano per intervenire pesantemente sul sistema di difesa immunitario personale in forme che il relatore definisce di “aspetto molecolare”.

Si tratta di tema molto complesso in cui si misura competenza scientifica, capacità d’intuizione per l’inquadramento di sintomatologie spesso non troppo chiare, serietà di problemi di tecniche analitiche di rilevamento, livelli di guardia, soglie ed intolleranze per allergie non comprese tra quelle più studiate e note dal Codex Alimentarius.

Nel quadro, le strategie perseguite dalle autorità USA e EU sono occasione di serrati confronti d’opinione che a volte si trasformano in atteggiamenti di conflitto tanto da costituire riflessi commerciali importanti.

Alla base si presentano veri problemi rimasti scientificamente in attesa di definizione, come l’effetto positivamente utile ricavabile dalla demolizioni delle proteine complesse che costituiscono la maggior parte delle molecole critiche a questi effetti.

Avvincente e curioso è il successo di un progetto che mirava alla produzione di spore di Penicillum roqueforti (per l’ottenimento industriale di formaggi erborinati), mirato all’eliminazione della contaminazione di spore tradizionalmente ricavate dalla fermentazione di pane da farina di grano, ricche di glutine, allergene notissimo in CELIACHIA.

Il professor Diego Mora, dell’Università di Milano, ha descrtitto l’origine dell’idea di scegliere cereali noti per una notevole tolleranza... all’intolleranza presente in circa il 4 per mille della popolazione italiana, anche verso le spore amilacee che sono trascinate in quantità “attiva” nel Gorgonzola, o nel Roquefort, o nello Stilton tradizionale, erborinato con uso di Penicillum da colture di spore nel pane... sostituendolo con Penicillum sviluppato su riso bianco, italiano...
Il procedimento è stato brevettato e le intese di industrializzazione sono in corso: tra l’altro bastano 4-6 gg per la fermentazione della sospensione di riso contro i 21-25 gg richiesti dalla fermentazione del pane.
Per un formaggio “zola” il contenuto di glutile trascinato dalla spore di Penicillum da pane si situa intorno ai 10 mg/kg.
Eliminarlo significa allargare il piacere del gusto per i CELIACI anche a sapori di nicchia... senza timore di effetti da Quantità nella ricerca della Qualità!


Q&A: curiosità

La sessione ha dato occasione di richiamare all’attenzione dei presenti gli aspetti meno frequentemente trattati dalla comunità scientifica e da quella istituzionale nel quadro del significato di qualità alimentare.

Mi auguro che la qualità del cibo, essenziale per l’alimentazione umana e degli animali come obiettivo primario universale, possa, quando possibile, tenere conto della QUALITÀ GASTRONOMICA, percepita e percepibile singolarmente, apprezzabile per le interferenze storiche provenienti dall’ambiente, dall’assuefazione alle tradizioni, da incroci con nuove popolazioni, eccetera...

Non posso fare a meno d’invitare soprattutto i giornalisti di ASA a tenere in conto, quando ragionevolmente possibile, della differenza tra QUALITA’ DI ALIMENTO, QUALITA’ DEL PRODUTTORE E DEL PRODOTTO e QUALITA’ GASTRONOMICA o QUALITA’ ALIMENTARE PERCEPITA DAL CONSUMATORE nella comunizaione indirizzata al pubblico.

Mi aspetto con impazienza che dalla pubblicazione del progetto di REPERTORIO ASA possa essere stimolato in più riprese un ciclo d’incontri per giungere ad una definizione CONDIVISA della QUALITA’ ALIMENTARE. Dovrebbe diventare una “guida” alla interpretazione dei signifIcati e alla divulgazione corretta delle informazioni che sono obiettivo primario della nostra attività professionale.
Ad esempio, il campionamento di una partita di prodotti alimentari potrebbe – come in alcuni casi speciali è previsto – essere oggetto di raccomandazione o suggerimnento d’accompagnamento di PRELIEVI statisticamente rappresentativi e validi per le prove di classificazione, compreso l’eventale ricorso a strumentazione sensoriale d’apprezzamento delle QUALITÀ olfattive e di sapore che un PANEL potrebbe convalidare.

Il campionamento e la sua valida rappresentatività ha suscitato curiosità tra i partecipanti. Curisoità come altre tra quelle espresse riguardano... domande sul processo innovativo di produzione del Penicillum e sull’effetto sensoriale nel formaggio, l’uso delle biotecnologie per abbassare il livello di aggressività di allergeni e tossine nel cibo... ed infine ipotesi di sviluppo dell’impiego di Sensor arrays nelle rappresentazioni grafiche dei parametri sensoriali...

Io penso che il PANEL TEST rappresenti un grande segno di umiltà... nei confronti della tecnologia senza limiti anche se costoso e discutibile. Si tratta di organizzarlo con coscienza professionale e senza il peso delle lobbies...
Mancavano gli esperti assaggiatori al sostegno anche di questa capacità sensoriale riservata a pochi: sarebbe uno strumento di divulgazione di bocca in bocca, passa sapore...


Enzo Lo Scalzo, ASA – AA

23 settembre 2006