QUALITA'

Audizione al Senato con Città del Vino
Le richieste sulla nuova Ocm: “Tutelare il territorio e premiare la competitività delle imprese”

Investimenti per l’innovazione in vigneto e in cantina, misure per l’ambiente e lo sviluppo rurale, e anche un fermo no a un’estirpazione indiscriminata che metterebbe a rischio i paesaggi del vino delle isole, di montagna e dei territori minori. Si è conclusa positivamente al Senato l’audizione del 6 marzo dell’Associazione Nazionale Città del Vino in Commissione Agricoltura. Erano presenti per le Città del Vino il presidente Valentino Valentini, sindaco di Montefalco (Pg), e il vicepresidente Fabrizio Montepara, vicesindaco di Orsogna (Ch).
“Abbiamo chiesto che la nuova Ocm vino metta al centro delle politiche di sviluppo il consumatore, la sicurezza alimentare, la conservazione del territorio e del paesaggio – ha dichiarato il presidente di Città del Vino, Valentino Valentini -. Questo a nostro avviso comporta il rifiuto di utilizzo dei mosti prodotti fuori dall’Unione europea e l’impiego di pratiche enologiche come i trucioli per la produzione di vini di qualità, non solo Doc e Docg, ma anche Igt. Abbiamo voluto esprimere invece il nostro assenso – ha sottolineato Valentini – verso alcuni aspetti della riforma che condividiamo, come il principio generale di ridurre le produzioni in un’ottica di maggiore qualità, rispondendo a una domanda di mercato più qualificata. Siamo anche d’accordo con lo spostamento di risorse dagli aiuti di crisi, dimostratisi fallimentari nella pratica. Abbiamo però grandi perplessità sullo strumento dell’estirpazione dei vigneti per raggiungere questi obiettivi, poiché un massiccio programma di espianti metterebbe a repentaglio interi territori e paesaggi del vino”.
Secondo la proposta di Città del Vino lo strumento più adeguato per “produrre meno e produrre meglio” è quello di intervenire sull’abbassamento delle rese per ettaro, incidendo fortemente anche sulla maggiore qualità delle uve, quindi del vino. Le risorse potrebbero essere utilizzate per: rinnovare i vigneti; agevolare la superficie media aziendale, favorendo aggregazioni tra imprese; riformare i meccanismi di gestione delle denominazioni, con una più chiara responsabilità di filiera; fare promozione e marketing efficaci; incentivare l’uso di eccedenze per altri scopi, come quello energetico con il bioetanolo.
Le Città del Vino hanno chiesto la difesa del sistema delle denominazioni d’origine, che comunque necessita di miglioramenti da introdurre con la riforma della legge 164/92, rinnovando il ruolo delle Igt, che possono essere terreno di sperimentazione purchè mantengano un saldo legame con il territorio. Un territorio fatto di tante aree vitivinicole che, per caratteristiche ambientali, storiche e culturali, rappresentano un patrimonio da salvaguardare e da non lasciare in balìa delle sole regole di mercato, anche in relazione alle possibilità di uno sviluppo enoturistico e alla valorizzazione dei vitigni antichi e autoctoni, rispetto ai quali – chiede Città del Vino – sono necessarie maggiori risorse e sinergie nel campo della ricerca scientifica e dell’innovazione.

Ufficio stampa Città del Vino
Massimiliano Rella 338/9410716