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QUALITA'
Il formaggio Asiago vara il “Progetto Qualità”
Perenne precursore delle tendenze organizzative
della produzione, tra i consorzi di tutela delle specialità a Denominazione
di Origine Protetta, l’Asiago ha approvato un piano per rendere
obbligatoria dal 2009 l’analisi sensoriale del prodotto finito
Le produzioni a Denominazione di Origine Protetta hanno in comune le regole
di produzione, frutto di conoscenze tradizionali che si rinnovano da secoli.
Si tratta del “Disciplinare di produzione”, ossia la “carta
fondamentale” di ogni D.O.P.. Esso detta le regole sulla provenienza
e la qualità delle materie prime impiegate, le norme di lavorazione
a cui si deve attenere ogni produttore di una determinata specialità
e descrive le caratteristiche del prodotto finito. Il Consorzio di Tutela
del formaggio Asiago ha approvato nei giorni scorsi un progetto all’avanguardia
nel panorama DOP, per aggiungere anche l’analisi sensoriale del
prodotto finito alle analisi chimiche, che quotidianamente vengono svolte
dai caseifici e verificate da un ente certificatore terzo, il prestigioso
CSQA. Colore, occhiatura e sapore del formaggio saranno quindi sottoposti
a una valutazione oggettiva, con metodo scientifico, con l’obbiettivo
di inserire, a partire dal 2009, l’analisi sensoriale tra le verifiche
cogenti che il CSQA esegue per controllare la rispondenza del formaggio
Asiago ai requisiti del Disciplinare e alle aspettative dei palati più
esigenti. Il Progetto Qualità si articolerà in tre fasi:
la prima prenderà il via il prossimo 18 marzo e riguarderà
la formazione del personale mediante un corso di preparazione, in sette
lezioni, tenuto da docenti universitari ed esperti. Sarà quindi
la volta della fase intermedia, di prova: tra aprile e dicembre, il consorzio
di tutela programmerà una serie di visite ai caseifici per provare
ad applicare, insieme con i responsabili della produzione, le tecniche
ed i metodi di analisi sensoriale appresi durante il corso. Da gennaio
2009, come detto, la terza fase: quella dell’applicazione vera e
propria, con l’intervento dell’ente certificatore, il CSQA
di Thiene. Nell’arco di quasi trent’anni di attività
del consorzio di tutela, molti piccoli passi sono stati fatti sul tema
della qualità del Formaggio Asiago. In questi ultimi mesi è
emersa in modo forte l’esigenza di puntare moltissimo su di essa,
in ragione del fatto che, così come avviene con le D.O.C. per i
vini, per il consumatore la sigla D.O.P. identifica prodotti di qualità
elevata. I soci del consorzio di tutela hanno quindi convenuto che le
importanti quote di mercato conquistate dal formaggio Asiago D.O.P. con
la sua bontà devono essere mantenute ed incrementate attraverso
una strategia basata sulla qualità organolettica che deve sempre
essere percepibile e certificata.
L’Asiago è un formaggio estremamente importante per il territorio
ove viene prodotto: la produzione del latte riguarda 2.300 aziende agricole.
La provincia di Vicenza rappresenta da sola il 75% della produzione totale
di formaggio Asiago e destina il 56% di tutto il proprio latte crudo a
questo prodotto, espressione di una tradizione casearia millenaria. L’Asiago
quindi non è solo una voce importante nell’economia italiana
ma rappresenta una realtà su cui si gioca la sorte dell’economia
agricola vicentina e della Regione, tenuto conto che un litro di latte
ogni sei prodotti diventa Asiago. Per il presidente del Consorzio di Tutela,
Roberto Gasparini, «Il progetto è molto importante. Il risultato
che vogliamo ottenere è la stabilizzazione su valori alti della
qualità complessiva del formaggio Asiago».
Ufficio Stampa
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Alberto Pertile
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