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QUALITA', SALUTE, BENESSERE
AFLATOSSINE, ARRIVANO I SOLDI PER
IL LATTE ELIMINATO
La Provincia liquiderà entro Gennaio 2005 648 mila
euro a 638 aziende bresciane
L'emergenza aflatossine sembra aver raggiunto il suo capitolo finale:
l'assessorato provinciale all'agricoltura ha infatti annunciato la liquidazione,
entro Gennaio 2005, di 648 mila euro alle aziende bresciane, 638 per l'esattezza,
il cui latte è andato distrutto nei giorni dell'emergenza aflatossine
nonostante fosse caratterizzato da parametri di assoluta e totale salubrità.
Le aziende lombarde interessate sono in totale 1951, per uno stanziamento
che supera i 2 milioni di euro, e la provincia bresciana, prima in Italia
per produzione di latte, è ovviamente in testa sia per numero di
aziende che per entità dello stanziamento.
"Si chiude finalmente una vicenda non facile, che tuttavia ha dimostrato
la piena solidità del nostro sistema agricolo e la sua capacità
straordinaria di risposta ad un'emergenza improvvisa e di non facile gestione
- afferma l'assessore provinciale all'agricoltura Mariastella Gelmini-.
Con questi soldi, siamo finalmente a liquidare quanto dovuto alle aziende
che in quell'emergenza sono state vittime inconsapevoli ma necessarie
del processo di messa in sicurezza della filiera".
Come si ricorderà, l'emergenza aflatossine è scoppiata nel
settembre 2003, come conseguenza di un'estate segnata da condizioni climatiche
del tutto eccezionali e di carattere estremo, con temperature elevatissime
e costantemente sopra la media ed una siccità grave e prolungata.
Lo sviluppo di queste particolari specie di funghi nei mangimi degli animali
ha portato ad un innalzamento anomalo del livello di aflatossine nel latte
al consumo, che è subito stato rilevato dagli organismi preposti
al controllo della presenza di agenti inquinanti nel latte. In breve tempo,
il controllo è stato esteso all'intero sistema produttivo, con
il monitoraggio di tutte le cisterne che arrivavano ai caseifici. Laddove
i valori di aflatossine risultavano superiori alla soglia di tolleranza
(che tra l'altro in Italia è notevolmente più bassa e restrittiva
rispetto a quella fissata negli Stati Uniti), l'intero contenuto della
cisterna veniva distrutto. Il problema era che in ogni cisterna era ovviamente
presente il latte di numerose aziende, che in gran parte dei casi erano
assolutamente in regola con i valori prefissati: bastava infatti che il
latte di una sola azienda presentasse valori anomali per arrivare alla
distruzione dell'intero carico.
"Questo sistema di autocontrollo ha penalizzato il lavoro di molte
aziende, ma ha automaticamente messo in sicurezza il circuito del latte
da consumo - sottolinea il direttore dell'assessorato all'agricoltura,
Carlo Invernizzi-. Ora, a distanza di un anno, dopo aver ottenuto l'autorizzazione
dalla Comunità Europea, la Regione ha finalmente dato il via al
mandato di rimborso per tutti quegli allevatori che hanno avuto il latte
distrutto nonostante la sanità totale del prodotto. Abbiamo adottato
gli atti di liquidazione, e contiamo di rimborsare le aziende entro il
mese di gennaio 2005.
Ma qual è la situazione aflatossine allo stato
attuale? "Costantemente sotto controllo - afferma l'assessore Gelmini-.
Il rapido intervento sull'alimentazione degli animali ha consentito di
abbattere i contenuti di aflatossine, ed il monitoraggio resta costante.
Certo, questa vicenda è stata una scuola per l'intero mondo agricolo
bresciano, in quanto ha consentito di comprendere pienamente l'importanza
del trattamento corretto dei mangimi degli animali".
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