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QUALITA'
Arriva lo stop in Italia all’aranciata senza arance
Uno storico successo per l’Italia
viene dall’approvazione definitiva da parte del Parlamento dell'articolo
17 della legge comunitaria con la quantità minima di succo nelle
bibite a base d'arancia che passa finalmente dal 12 al 20 per cento,
con effetti positivi per i consumatori e per il frutteto italiano.
E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento
per l’approvazione definitiva dell'Aula della Camera della legge
comunitaria che contiene importanti norme salva Made in Italy a tavola,
dallo stop all’aranciata senza arance all'obbligo del tappo antirabbocco
per i contenitori di olio extra vergine di oliva serviti in tutti i pubblici
esercizi per evitare frodi ed inganni.
“E’ stata sconfitta la lobby delle aranciate senza arance
che pretendeva di continuare a vendere acqua come fosse succo” afferma
il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si
stima che “grazie alla nuova norma duecento milioni di chili di
arance all'anno in più saranno “bevuti” dai 23 milioni
di italiani che consumano bibite gassate”.
Una decisione che concorre a migliorare concretamente la qualità
dell'alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie
connesse all'obesità in forte aumento. Non va peraltro dimenticato
l'impatto economico sulle imprese agricole poiché l'aumento della
percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre diecimila ettari
di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila
campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria.
Ad oggi per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro
agli agricoltori vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute,
del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta.
Una situazione che alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento
che colpisce lavoratori, agricoltori ed i trasformatori attenti al rispetto
delle regole. Con la legge comunitaria appena approvata dal Parlamento
arriva anche l'obbligo del tappo antirabbocco per i contenitori di olio
extra vergine di oliva serviti in tutti i pubblici esercizi. Sulle tavole
di bar, ristoranti e trattorie l’olio extravergine di oliva potrà
essere servito solo in bottiglie dotate di tappo in modo da evitare allungamenti
o riempiture con prodotti che non hanno nulla a che vedere con quello
indicato in etichetta.
La legge prevede anche sanzioni per chi non userà oliere con tappo
antirabbocco che vanno da 1 a 8mila euro e la confisca del prodotto. Le
novità – precisa la Coldiretti - non si fermano, però,
al tappo antirabbocco, in quanto è prevista anche una più
accentuata rilevanza cromatica rispetto all’etichettatura degli
oli che siano prodotti con miscele provenienti da uno o più Stati,
così da mettere in guardia il consumatore sulla diversa qualità
e composizione merceologica del prodotto.
Va detto, infine, che le modifiche introdotte nel corpo della cosiddetta
legge salva-oli ne assicurano ora la più ampia operatività
richiedendo a tutti gli organi di polizia giudiziaria un rafforzato impegno
su tutti i fronti, dal controllo del traffico di perfezionamento attivo
a quello delle modalità di vendita sottocosto.
“Lo stop alle oliere truccate nei locali pubblici salvaguarda un
prodotto base della dieta mediterranea come l’olio di oliva che
offre un contributo determinante alla salute dei cittadini e rappresenta
una realtà produttiva da primato nazionale che possono offrire
importanti sbocchi occupazionali soprattutto nel Mezzogiorno in cui più
duramente si sta facendo sentire la crisi” afferma il presidente
della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che è importante
il fatto che “nel rispetto della normativa comunitaria l’Italia
non ha rinunciato questa volta a svolgere il ruolo di leader nella tutela
della qualità e della sicurezza alimentare in Europa”.
(www.ilpuntocoldiretti.it)
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