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QUALITA'
Agroalimentare, il "Modello Italia"
a tutto export
Sfide e opportunità per il settore:
le associazioni a confronto col ministro Martina. Canali (Ismea): "Per
ogni euro prodotto dal nostro export, l’Italian Sounding ne incassa
8"
Ottenere il massimo possibile nella trattativa
Ue-Stati Uniti sull’export, considerare l’Italian Sounding
un’opportunità di espansione, intervenire radicalmente sui
modelli organizzativi del settore primario, tematizzare efficacemente
le questioni relative al reddito: questi i capisaldi della strategia comune
da mettere a punto per la creazione di un vero e proprio ‘modello
Italia’ in grado di promuovere l’agroalimentare di casa nostra
in tutto il mondo. Il confronto (a cura di Assalzoo e CremonaFiere) fra
i rappresentanti delle principali associazioni di categoria e il ministro
delle Politiche Agricole Maurizio Martina è andato in scena questa
mattina a Cremona nella cornice delle Fiere Zootecniche Internazionali
di Cremona.
“Il mercato che oggi ci troviamo davanti agli occhi è il
mondo intero: è in una prospettiva globale che siamo chiamati ad
agire per far fruttare al meglio le nostre eccellenze – ha dichiarato
il ministro Martina –; basti dire che si prevede che da qui a quindici
anni la classe media conterà 800 nuovi milioni di persone”.
Se le sfide che attendono l’agroalimentare italiano richiedono strutture
innovative ed efficienti modalità di internazionalizzazione, Martina
ha rassicurato la platea: “Nella legge di stabilità sono
compresi i fondi promessi: ora si tratta di distribuirli in maniera sensata”.
Chiaro e netto il giudizio sul negoziato per il TTIP - Transatlantic Trade
and Investment Partnership: “Ritengo fondamentale il raggiungimento
di un accordo con gli Stati Uniti: la contrattazione non sarà semplice,
ma il patto offrirebbe all’Italia potenzialità di sviluppo
elevatissime”.
Tutti gli ospiti intervenuti hanno toccato la questione Italian Sounding,
fenomeno di portata mondiale che produce un giro d’affari annuo
ormai vicino ai 70 miliardi a fronte dei 33 miliardi e mezzo complessivamente
movimentati dall’export agroalimentare italiano. Sono inequivocabili
i dati presentati dal direttore del Crefis Gabriele Canali: “Nel
Nord-America l’indice di imitazione è pari a 8, il che significa
che per ogni euro prodotto dal nostro export, l’Italian Sounding
ne incassa, appunto, 8”. Eppure la diffusa abitudine a cucire un’immagina
italiana addosso a prodotti che con il Belpaese non hanno nulla a che
vedere viene considerata, oggi, in una prospettiva per lo più ottimistica:
“Diciamo che l’Italian Sounding ha concimato il terreno per
i nostri prodotti” è la metafora scelta dal presidente di
Confagricoltura Mario Guidi. Il pensiero è chiaro: se tutti ci
imitano, abbiamo margini amplissimi per poter far conoscere i prodotti
dell’autentico Made in Italy in tutto il mondo e conquistare nuove,
importantissime fette di mercato.
“Questo è il ‘giorno zero’ per il nostro settore
– ha commentato il presidente di Assalzoo Alberto Allodi –.
Fino ad oggi non siamo stati in grado di fare squadra e non possiamo certo
dire che il ‘modello Italia’ sia un progetto compiuto. Allora
partiamo da qui, da questo tavolo per costruire il futuro dell’agroalimentare”.
Sulla stessa lunghezza d’onda le parole del presidente del Consorzio
per la Tutela del Grana Padano Cesare Baldrighi: “Quello che ci
attende è un percorso lento e tutt’altro che semplice, ma
la missione che dobbiamo portare a compimento è una sola: fare
un’intensa promozione e divulgare correttamente il valore e le caratteristiche
di quei prodotti unici che chiunque ci invidia”.
I punti di forza del nascente ‘modello Italia’ sono noti a
tutti: l’alta professionalità degli operatori zootecnici,
l’elevato livello tecnologico degli impianti e, soprattutto, l’imbattibile
qualità dei prodotti (DOP e IGP per primi, ovviamente) che solo
l’Italia sa e può realizzare. Non mancano le difficoltà
(specialmente sul versante dell’organizzazione, fin qui deficitaria
più o meno a tutti i livelli) e, soprattutto, incombono minacce
da non trascurare come la volatilità dei prezzi e le incognite
legate al post-quote latte. Ma la filiera agroalimentare italiana sa di
poter proporre al mondo qualcosa di straordinario e inimitabile: quelle
eccellenze che possono e devono finire sulle tavole di tutto il globo.
Paolo Bodini
Responsabile Ufficio Comunicazione ed Eventi di CremonaFiere
Tel. +39 0372-598206
Cell.+39 345-2586239
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