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QUALITA'
Insalate in busta
Il nuovo regolamento non garantisce
più qualità e maggiore tutela del consumatore. L’intervento
di Senesi dell’UNI
La legge e il regolamento non parlano della
materia prima; entrano nel merito solo della lavorazione, distribuzione
ed etichettatura. Per la burocrazia ministeriale, la materia prima per
fare un buon “ortofrutticolo fresco pronto per il consumo”
non conta e non è correlata alle pratiche agricole, ai sistemi
di irrigazione, fertilizzanti e ai concimi impiegati nelle varie fasi
della produzione. Nello schema del regolamento interministeriale non si
fa alcun cenno alla rintracciabilità del prodotto, che la norma
UNI richiede sia tracciata fino a poter individuare il lotto di coltivazione.
Nel banco frigo anche 1-2 °C di differenza possono influire in modo
significativo sullo sviluppo dei microrganismi e dei patogeni
Altri punti qualificanti della norma UNI riguardano le temperature di
lavorazione, trasporto e conservazione che risultano più
restrittive rispetto a quelle del regolamento. La tabella in basso riporta
alcune condizioni operative e mette a confronto il regolamento e la norma
UNI. Le temperature nelle diverse fasi di trasformazione sono un parametro
importante, perché anche 1-2 °C di differenza possono influire
in modo significativo sullo sviluppo dei microrganismi che provocano l’alterazione
del prodotto e anche dei patogeni. Sotto questo aspetto è particolarmente
rilevante la temperatura di conservazione nei banchi di vendita dove le
differenze tra la norma di legge e la noma UNi sono davvero notevoli raggiungendo
anche i 4°C.
La norma si interessa anche della formazione del personale addetto alla
lavorazione e indica alcune regole di comportamento per garantire un elevato
livello igienico della fase produttiva, mentre il regolamento si
limita a riportare nell’allegato 2 gli stessi parametri citati nel
Regolamento CE 2073/2005. (*)
Un’altra differenza è che nel regolamento si vede prevalere
la fase di trasformazione industriale rispetto a quella di produzione
agricola e di distribuzione. La norma UNI 11350, al contrario, si propone
una visione globale del prodotto di quarta gamma e cerca di fornire un
quadro di insieme teso a valorizzare la trasformazione industriale, appunto
perché i prodotti di quarta gamma sono freschi e pronti per il
consumo, ma senza perdere di vista la produzione agricola e la fase di
distribuzione/vendita. Questo punto di vista globale consente, a mio avviso,
una più efficace garanzia di qualità del prodotto e, in
definitiva, una maggiore tutela del consumatore.
Mi sembra di poter affermare che la norma UNI si aggiunge alla prescrizione
di legge, e può contribuire a qualificare maggiormente il prodotto
e aumentare il grado di protezione di tutto il mondo produttivo e dei
consumatori.
Emilio Senesi
Presidente sottocommisione ortofrutticoli freschi CT agroalimentare UNI
(*) La sottocommissione “Ortofrutticoli freschi” dell’UNI
ha volutamente omesso di inserire nella norma qualsiasi prescrizione relativa
agli standard igienici dei prodotti di quarta gamma, ritenendo soddisfacenti
i requisiti minimi richiesti dal Regolamento CE 2073 del 2005 sui criteri
microbiologici applicabili ai prodotti alimentari. Come si sa, i regolamenti
comunitari vengono recepiti dagli Stati membri ed entrano nel corpus legislativo
nazionale. È stato invece inserito il concetto della pulizia e
sanificazione degli ambienti e degli impianti, fornendo dei parametri
igienici di riferimento, che mancavano invece nel Regolamento CE 2073/2005.
(pubblicato su www.ilfattoalimentare.it)
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