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QUALITA'
Frodi alimentari senza crisi, dal packaging al wine kit
Etichette e imballaggi di prodotti
alimentari fuori legge, frodi e sofisticazioni, ma anche ''wine kit''
e ''food kit'', cioè metodi per produrre vino o formaggio partendo
da polvere di mosto, acqua a additivi chimici o polvere di caglio nel
caso dei formaggi, venduti online e spacciati per alimenti di qualità.
Gli illeciti nel settore agroalimentare non conoscono crisi e la criminalità
organizzata ha individuato nella filiera del cibo un'ottima fonte di guadagno
illecito a spese di ignari consumatori.
È quanto emerge dall'annuale rapporto di FareAmbiente sulle frodi
agroalimentari, presentato il 16 luglio a Roma. Ad emergere, dai dati
del 2013, è l'aumento dei reati di contraffazione dei marchi (dall'Ipg
al Doc), gli illeciti legati alla ristorazione, l'alterazione del vini
e dei formaggi. Ma il 2013 è stato anche l'anno in cui è
venuta a galla la fragilità del sistema di controllo della sicurezza
alimentare nell'Unione Europea.
Secondo i Nac, Nuclei Antifrodi Carabinieri del Comando Carabinieri Politiche
Agricole e Alimentari, sono 28,3 i milioni di euro di illeciti finanziamenti
ai danni dello stato e dell'Ue, mentre sono stati sequestrati beni per
6,7 milioni di euro e deferiti all'autorità giudiziaria 2.055 autori
di reato. 84 le violazioni penali, 111 quelle amministrative.
Il Naf, Nucleo agroalimentare della forestale, ha accertato 189 reati,
l'80% in più del 2012, 226 segnalati all'autorità giudiziaria
(+47%), 1114 illeciti amministrativi (-6%); i Nas, invece, su 11.803 controlli
sui ristoranti hanno rilevato nel 45% dei casi delle difformità
con la normativa vigente.
La Guardia di Finanza ha sequestrato 12mila tonnellate e 280mila ettolitri
di prodotti agroalimentari oggetto di frode: il primato spetta all'olio
di oliva (circa 900 tonnellate), ai mosti e all'uva parzialmente fermentati
(9000 tonnellate), e vini e spumanti per oltre 270mila ettolitri.
I maggiori controlli della guardia costiera, sono stati fatti presso i
punti di sbarco (45.322), seguiti da quelli in mare (12.258). Le sanzioni
sono state 4.885, le principali elevate in mare (1.209), in pescherie
(840), nei punti di sbarco (802) e nella ristorazione (606). L'ispettorato
centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti
agroalimentari (Icqrf) infine, ha eseguito oltre 36mila controlli e verificati
oltre 24mila operatori e 55mila prodotti.
E per quanto riguarda i consumatori? Secondo il rapporto di FareAmbiente,
i marchi della grande distribuzione battono quelli Doc, Dop e Igp. "Se
negli anni scorsi il consumatore si sentiva tutelato e quindi era disposto
a pagare una somma superiore per un prodotto di qualità, oggi così
non è", rileva lo studio. Il 63% dei consumatori intervistati
si rivolge infatti al discount o al supermercato senza tener conto della
marca.
Cresce invece l'attenzione a leggere l'etichetta, non solo per controllare
la scadenza (come fa il 73% degli intervistati), ma anche per individuare
il Paese di provenienza (34%) e controllare la presenza di ingredienti
allergici ( 32,5%). In generale, poi, nel carrello delle famiglie si tende
a scegliere alimenti di qualità solo per i bambini. (www.adnkronos.com)
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