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QUALITA'
Icqrf e Gdf contro falso bio da Asia ed Est
Europa: sequestri preventivi per 35 milioni di euro
Si chiama VERTICAL BIO l’operazione con cui l’Ispettorato
Repressione Frodi (ICQRF) e la Guardia di Finanza di Pesaro, con la collaborazione
del Corpo Forestale dello Stato (in totale circa 150 uomini impiegati
in diverse regioni d’Italia), hanno disarticolato, il 29 gennaio,
un’associazione per delinquere di carattere internazionale composta
da diversi soggetti tra cui operatori inseriti nel settore dei prodotti
da agricoltura biologica i quali, avvalendosi di un sistema collaudato
di frode, importavano da Paesi terzi (Moldavia, Ucraina, India, ecc.)
granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all’alimentazione
umana (in particolare, soia, mais, grano tenero e lino), falsamente certificate
come “bio”, per poi rivenderle nell’ambito della Comunità
europea a ignare aziende.
L’attività si colloca nel quadro delle azioni di controllo
promosse a tutela del made in Italy e della leale concorrenza, attuate
per assicurare un adeguato livello qualitativo e di sicurezza delle derrate
alimentari, garantendo i consumatori e gli operatori onesti.
Nel corso delle indagini durate circa due anni sono stati utilizzati complessi
metodi di investigazione tra cui intercettazioni telefoniche e analisi
chimico-fisiche dei prodotti nonché ricostruzioni documentali.
Tali strumenti hanno consentito di accertare che i responsabili di tale
frode - capeggiati da un ultrasettantenne emiliano, chiamato dagli affiliati
con il nome in codice di “maestro Joda” - hanno commercializzato
prodotti dichiarati come biologici, mentre in realtà in alcuni
casi erano stati ottenuti con il contributo di organismi geneticamente
modificati (OGM) ovvero contaminati con principi attivi chimici vietati
in agricoltura biologica (tra cui un diserbante come il glyphosate e brachizzanti
come il clormequat).
L’illecito in questione prevedeva addirittura che le società
italiane coinvolte controllassero da un punto di vista tecnico e finanziario
le realtà imprenditoriali operanti nei suddetti Paesi terzi sia
gestendo i metodi di coltivazione dei prodotti che la certificazione biologica
rilasciata dagli organismi di controllo preposti.
Pertanto, gli esiti investigativi hanno portato all’esecuzione,
in data odierna, di 9 ordinanze di misure cautelari degli arresti domiciliari
e alla notifica di 4 misure interdittive del divieto di esercitare attività
d’impresa nei confronti dei soggetti appartenenti all’associazione
per delinquere. Contestualmente, sono stati eseguiti sequestri preventivi
per “equivalente” per un ammontare complessivo di circa 35
milioni di euro corrispondenti all’illecito profitto derivante dall’attività
fraudolenta; i sequestri sono stati eseguiti sui beni mobili, immobili,
partecipazioni societarie e conti correnti riconducibili a 20 dei soggetti
indagati, nonché sui beni aziendali di 6 società.
L’accusa contestata è di associazione a delinquere finalizzata
alla frode nell’esercizio del commercio, aggravata dalla transnazionalità
del reato commesso a danno di un prodotto di qualità regolamentata.
L’attività di polizia giudiziaria è stata delegata
e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Pesaro, Dr.ssa
Silvia Cecchi. (www.aiol.it)
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