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QUALITA'
Nuovi marchi di garanzia e inchiesta su contraffazioni:
in Parlamento la difesa del made in Italy
Avviato in commissione Industria
del Senato l'iter legislativo del disegno di legge volto a introdurre
la nuova etichetta Italian Quality, per certificare le eccellenze del
made in Italy - Alla Camera, intanto, la commissione Attività produttive
vuole istituire unacommissione parlamentare d'inchiesta sulla contraffazione
dei prodotti e dei marchi italiani
Entra nelle aule parlamentari di questa XVII legislatura la difesa del
made in Italy, in ogni settore, dal cibo all'abbigliamento. Mentre alla
Camera è in prima lettura la proposta di legge per istituire una
commissione parlamentare d'inchiesta sulla contraffazione dei prodotti
e dei marchi italiani, al Senato si punta ad andare oltre il semplice
made in Italy, con un disegno di legge volto a creare un nuovo brand:
"Italian quality".
La nuova etichetta contraddistinguerebbe il made in Italy “a cinque
stelle”, intese come eccellenza. Il nome è sempre inglese,
ma lo spirito vorrebbe essere italiano. La proposta è, come si
suol dire, bipartisan: i primi firmatari del disegno di legge sono la
vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (PD) e l'ex giornalista del Corriere
della Sera, oggi parlamentare PD, Massimo Mucchetti; ma a sostenere il
provvedimento ci sono altri 35 senatori, di varia provenienza.
"Al fine di favorire la crescita delle esportazioni dei prodotti
italiani, nonché di garantire la protezione dei consumatori attraverso
la piena e corretta informazione in ordine al ciclo produttivo delle merci
- si legge all'articolo 1 del ddl - è istituito il marchio “Italian
Quality”, corredato da logo figurativo. L'obiettivo è identificare
i prodotti di artigiani, piccole imprese, reti di impresa, cooperative
e consorzi iscritti alle Camere di commercio e con domicilio fiscale in
Italia, che presentano caratteristiche di eccellenza e che già
riportano la marcatura d'origine "Made in Italy".
Per fregiarsi del marchio, il prodotto deve aver subito nel territorio
italiano almeno una operazione ulteriore e precedente all'ultima trasformazione
o lavorazione sostanziale. Sarà il ministero dello Sviluppo economico
a rilasciare l'autorizzazione all'uso del marchio alle imprese che ne
faranno richiesta. E se ci saranno irregolarità o sarà accertato
un utilizzo fraudolento del brand, scatterà la revoca. In questo
caso, l'impresa non potrà presentare una nuova richiesta prima
di 3 anni dalla revoca (se l'istanza riguarda lo stesso bene oggetto del
ritiro devono passare 5 anni).
Per far conoscere Italian Quality fuori e dentro la Penisola, sono previste
campagne pubblicitarie e di sensibilizzazione. Costo totale dell'operazione:
5 milioni di euro all'anno per il 2013, il 2014 e il 2015.
Intanto a Montecitorio la commissione Attività produttive sta lavorando
sulla proposta di Paolo Russo, Monica Faenzi e Riccardo Galli (Forza Italia)
per l'istituzione di una commissione parlamentare bicamerale d'inchiesta
sul fenomeno della contraffazione e della pirateria in ambito commerciale.
L'obiettivo - spiegano i promotori - è "tutelare in primo
luogo l'identità dell'Italia che, a cominciare dall'agricoltura
e dal design, fa delle caratteristiche esclusive della propria offerta
commerciale una bandiera".
Secondo i promotori, il lavoro della commissione sarebbe indispensabile
per lo studio del fenomeno, che travalica i confini nazionali, al fine
di fornire elementi utili per contrastarlo a garanzia della nostra economia,
dei consumatori e dell'intera filiera produttiva.
Il nuovo organo parlamentare avrebbe il compito di svolgere indagini sulla
contraffazione e sul ruolo della criminalità organizzata (anche
con riferimento alle associazioni di tipo mafioso), di verificare eventuali
comportamenti illeciti da parte della pubblica amministrazione e dei soggetti
pubblici e privati che operano nella filiera, di controllare se le istituzioni,
gli enti locali o le società pubbliche sostengono o promuovono
aziende che delocalizzano, pur dichiarando il marchio made in Italy.
La commissione sarebbe composta da dodici senatori e dodici deputati,
nominati rispettivamente dal presidente del Senato e dal presidente della
Camera, in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari.
Costo dell'operazione: 75.000 euro per l'anno 2013 e 150.000 euro per
ciascuno degli anni successivi.
(Gianluca Martelliano - www.firstonline.info)
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