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QUALITA'
Carne suina e avicola
Qualità, stabilità, normativa,
garanzie igienico-sanitarie della carne suina e avicola. Se ne discuterà
a CremonaFiere durante le Fiere Zootecniche Internazionali (22-25 ottobre
2014)
Gli scandali e le frodi che periodicamente
attaccano il settore agroalimentare italiano mettono a dura prova la credibilità
di un comparto che è sottoposto a controlli e verifiche rigorosi
e capillari da un sistema ufficiale efficiente.
Cremona, 21 luglio 2014 - Sicurezza alimentare, frodi, contraffazioni.
Il mondo dell’agroalimentare è sempre sotto i riflettori
e a volte basta un'allerta per minarne la credibilità. Eppure i
controlli sanitari, nel nostro Paese, sono severi e capillari e le verifiche
da parte delle Autorità preposte sempre molto scrupolosi. Per far
luce anche su questo aspetto che il consumatore conosce solo in parte,
nell’ambìto delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona
(CremonaFiere 22-25 ottobre 2014) Aita (Associazione italiana tecnologia
alimentare) in collaborazione con CremonaFiere ha organizzato il convegno
“Meat.it, le nuove opportunità e limitazioni nel settore
dei derivati della carne suina e avicola”. Lucia De Castelli, dell’Istituto
zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta,
sarà uno dei relatori chiamati dell’evento.
Il Pacchetto Igiene ha rivoluzionato i controlli ufficiali sulla salubrità
degli alimenti. Un Regolamento europeo stabilisce che la loro organizzazione
spetta a ciascun Stato membro
- Dottoressa De Castelli, quanto sono importanti i controlli ufficiali
per il consumatore?
“Il Regolamento 178/2002/CE ribadisce l'importanza della libera
circolazione di prodotti alimentari sicuri e sani all'interno dell'Unione
europea, prodotti che non devono rappresentare un rischio per la salute
umana. A tale fine, il Regolamento 882/2004/CE sancisce l'obbligo per
gli Stati membri di organizzare i controlli ufficiali”.
- Qual è stata la loro evoluzione negli ultimi anni?
“L’avvento del Pacchetto Igiene li ha rivoluzionati, perché
le norme in esso contenute coinvolgono direttamente gli operatori del
settore alimentare che sono responsabili della sicurezza dei prodotti
posti in commercio; a loro spetta l'obbligo di mettere in pratica procedure
che garantiscano il contenimento dei potenziali pericoli correlati al
prodotto durante le fasi di produzione e commercio”.
- Quale tipologia di carne, tra quella suina e quella avicola, può
essere considerata a maggior rischio di contaminazione?
“Ogni tipologia di carne possiede una propria flora batterica correlata
alla specie di origine. Nel caso del pollame, la carne rappresenta un
rischio per quanto riguarda l'eventuale presenza di Salmonella spp. e
di Campylobacter termo-tolleranti. La carne suina, invece, costituisce
un alimento a rischio relativamente all'eventuale presenza di Yersinia
enterocolitica. Tali specie batteriche rappresentano un pericolo nelle
matrici crude, tuttavia la cottura uniforme al cuore del prodotto è
in grado di inattivarle. La prevenzione si basa sull'osservanza di buone
pratiche igieniche, quali la pronta refrigerazione, la separazione delle
carni rosse dalle bianche, la pulizia del banco di lavoro, dei contenitori
e degli utensili e la cottura al cuore della carne. Le superfici di lavorazione
(taglieri e piani), gli utensili e i contenitori utilizzati per le carni
crude non devono essere utilizzati per i prodotti cotti. Il rischio microbiologico
nelle carni crude è molto differente da quello delle carni cotte:
la cottura, infatti, elimina la maggior parte dei microrganismi presenti”.
Il consumatore non ha sempre una buona conoscenza dei controlli sanitari
che vengono effettuati sulle carni. E, come è noto, il nostro Paese
vanta procedure rigide e molto scrupolose
- Qual è la conoscenza del consumatore in materia di controlli
sanitari?
“Nel 2010 Eurobarometro ha condotto un sondaggio, coordinato dalla
Commissione europea, dedicato ai rischi associati agli alimenti. L'indagine
ha coinvolto 27.000 cittadini della Ue in rappresentanza dei 27 Stati
membri e ha messo in risalto che la maggior parte dei cittadini pensa
che la protezione della popolazione da specifici rischi alimentari sia
condotta adeguatamente, anche se ritiene che vi siano margini di miglioramento,
in particolare in merito a possibili rischi derivanti dalle contaminazioni
chimiche e dalle nuove tecnologie”.
- L’Italia applica scrupolosamente quanto prevede la normativa europea?
“Il diritto alimentare si presenta come un sistema normativo multilivello
nel quale le fonti principali, quelle nazionali e dell'UE appaiono tra
loro integrate e coordinate. In Italia l'Autorità competente designata
al controllo ufficiale dei prodotti alimentari è rappresentata
dai Servizi operanti all'interno del Sistema sanitario nazionale in stretta
collaborazione con il ministero della Salute. Nella maggior parte dei
Paesi dell'Unione europea, invece, il controllo degli alimenti è
di competenza di ministeri dedicati all'Agricoltura e all'Alimentazione.
Tale sostanziale differenza di competenze assicura nel nostro Paese una
gestione e un'attenzione in materia di sicurezza alimentare maggiormente
correlata ai concetti di prevenzione della salute umana. Il consumatore
però, è ancora poco consapevole dell'operato che ogni giorno
viene portato avanti in materia di controlli su tutto il territorio nazionale”.
Elisabetta Quinzani
Ufficio Comunicazione di CremonaFiere
Tel. +39 0372-598297
comunicazione4@cremonafiere.it
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