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QUALITA'
Ue, la Corte dei conti boccia i programmi per la trasformazione
alimentare
Drastico giudizio dell'organismo di controllo europeo: inefficaci,
troppo generici e privi di controlli effettivi
I 9 miliardi di euro stanziati per migliorare i processi di trasformazione
nell’agroalimentare tra il 2007 e il 2013 non sono stati utilizzati
in modo efficace e non hanno pertanto garantito quel “valore aggiunto
all’agricoltura” che è la principale ragione d’essere
di questa voce del bilancio Ue.
Il drastico giudizio proviene dalla Corte dei Conti europea, l’organismo
a cui spetta valutare come vengono spesi i soldi nell’Unione. Nel
mirino dell’audit, quei programmi – circa un decimo del pacchetto
per lo Sviluppo rurale – dedicati alle migliorie di prodotto o di
processo in ambito agricolo.
Ecco le principali osservazioni della Corte dopo aver analizzato 24 progetti
in sei Paesi, tra cui l’Italia.
Scarsa individuazione di bisogni e obiettivi
In molti casi, è risultato che i fondi non sono necessari a specifici
progetti, ma vengono richiesti e ottenuti sulla base di motivazioni piuttosto
generiche. Di fatto, quindi, i soldi vengono utilizzati senza essere correlati
in maniera sufficiente e precisa a degli obiettivi. Secondo la Corte,
quindi, la Commissione europea dovrebbe pretendere che le aziende presentino
dei progetti più circostanziati e motivati per ottenere i fondi.
Sistema di selezione inadeguato
A livello nazionale, non vengono selezionati i progetti che presentano,
potenzialmente, maggiori benefici. Le procedure di selezione sono insufficienti
e non vengono messe in campo abbastanza risorse per valutare l’effettiva
portata e il merito dei diversi progetti.
Così facendo, molto spesso sono privilegiati i progetti che hanno
obiettivi coincidenti a quelli fissati a livello nazionale e non quelli
più adatti a migliorare il processo e il prodotto in ambito agroalimentare.
Tra gli esempi di sistemi di selezione inadeguati, la Corte cita anche
quegli Stati membri che privilegiano i candidati che non hanno mai ricevuto
fondi comunitari, indipendentemente dal merito delle proposte.
Uso inappropriato del budget
Gli Stati membri non garantiscono un uso adeguato del budget nazionale
e comunitario, poiché in nessun momento della procedura di selezione
si valuta se l’azienda avrebbe le possibilità di intraprendere
quel dato investimento anche senza il sussidio europeo. Carenze si registrano
anche sul controllo della distorsione della concorrenza: i fondi europei
aiutano un’impresa a scapito di un’altra? Anche su quest’aspetto
non esiste un monitoraggio a livello di governi nazionali.
E infine, i controllori hanno anche notato che, in alcuni casi, i finanziamenti
sono stati destinati a progetti che erano addirittura già stati
completati.
Controlli insufficienti
La critica finale riguarda il monitoraggio: gli Stati membri non controllano
i risultati dei progetti e non fanno uso nemmeno dell’analisi di
medio termine, che dovrebbe servire, a metà del percorso, a capire
le eventuali criticità e raddrizzare la barra.
Conclusione
Di fatto, solo due dei 24 progetti analizzati rispettavano tutti i criteri
di efficacia nell’uso dei fondi europei: una percentuale davvero
troppo bassa, in base alla quale la Corte ha invitato a correggere tutti
comportamenti negativi emersi nell’audit.
(Laura Serassio - http://agronotizie.imagelinenetwork.com)
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